Storie di Serial Killer

Presentato a Torino l’ultimo libro della dottoressa Lidia Fogarolo, grafologa

Venerdì 29 settembre, a laFeltrinelli Express della Stazione Porta Nuova (Torino), è stato presentato l’ultimo libro della dottoressa Lidia Fogarolo, Storie di Serial Killer – Nella mente degli assassini seriali attraverso l’analisi della scrittura, Graphe.it edizioni.

Lidia Fogarolo è laureata in psicologia e specializzata in grafologia. Esperta di grafologia morettiana, lavora come analista e perita grafologa, è consulente tecnico di tribunale nei procedimenti di verificazione di scritture nonché docente di grafologia applicata alle dinamiche interpersonali.

Ha moderato l’incontro Pietro Tartaglino (Presidente dell'Associazione Culturale Entheos), affiancato dallo scrittore torinese Andrea Biscàro, autore della Prefazione all’opera.

Il pubblico subalpino (Lidia Fogarolo vive e lavora in Veneto) ha accolto favorevolmente l’invito alla presentazione, patrocinata dall’Associazione Culturale Entheos.

Un libro – per meglio dire, una tematica – non facile, ma al contempo di indubbio interesse: tratta 15 tipologie di serial killer statunitensi per un totale di 17 soggetti analizzati. I crimini vanno dallo stupro seriale al cannibalismo.

Forte di una Prefazione di impianto letterario e cronachistico (non a caso a firmarla è uno scrittore) e di una Introduzione (della stessa Fogarolo) determinanti al fine di acquisire una visione di insieme dell’opera e della tematica in generale, Storie di Serial Killer (scritto, tra l’altro, con penna felice, dono raro fra gli specialisti di qualsiasi materia scientifica) appare, sin dalle prime pagine, un viaggio interiore scomodo seppur ricco di quel fascino sinistro ed inquietante che obbliga ognuno di noi a deragliare nella dimensione mostruosa della natura umana.

Il pubblico presente alla libreria Feltrinelli ha seguito con vivo interesse gli esaurienti interventi della dottoressa Fogarolo. Un pubblico sostanzialmente non specialistico. Questo rappresenta un fattore positivo in quanto la studiosa veneta opera (ovunque sia accolta) con grande impegno al fine di diffondere – con l’umiltà e il rigore scientifico che la contraddistinguono – la conoscenza relativa a una disciplina che ha sicuramente bisogno di emergere in un Paese lento, sfilacciato e spesso non sinergico come il nostro.

Concludiamo invitando alla lettura della quarta di copertina dell’opera, anticamera di un percorso scomodo ma innegabilmente umano:

«Chi è il tipico serial killer?

Secondo la definizione della serie televisiva Dexter si tratta di un maschio, bianco, single, sulla trentina, emotivamente dissociato. Ma è ancora così?

Per rispondere a questa domanda Lidia Fogarolo ha preso in considerazione un campione di quarantacinque scritture di serial killer, responsabili di un ampio ventaglio di aberrazioni che vanno dallo stupro seriale al cannibalismo.

Un viaggio nell’inferno della psiche umana, che consente di toccare con mano l’eterogeneità di questi soggetti: anche solo sfogliando il testo, si evince con immediatezza l’incredibile diversità delle scritture, e quindi delle personalità coinvolte in questo tipo di reati, che riflette le problematiche esistenziali più disparate.

La ricerca conferma l’impossibilità di identificare una struttura di personalità prevalente, seppure sia possibile riconoscere alcune problematiche ricorrenti, collegate a specifici segni grafologici, che la studiosa tratta, suscitando l’interesse e il fascino per una disciplina – la grafologia – frutto di un articolato lavoro in ambito psicologico».

Lidia Fogarolo ci aiuta – in una riuscita commistione tra sensibilità e rigore scientifico – a guardare dentro l’abisso di nietzschiana memoria, sicuramente inquietante, ma incredibilmente e inspiegabilmente umano».

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 05/10/2017