Rubrica: " L' Avvocato del diavolo"

Vizi privati e pubbliche virtù italiche

Buona educazione e bon ton nel 2017

Solo riti formali o espressioni di qualche valore ?

Recentemente non si parla più tanto di buona educazione, nemmeno in TV dove vi sono innumerevoli trasmissioni di tutti i tipi, a cominciare da quelle che hanno come oggetto la cucina, dove l' argomento buona educazione dovrebbe essere prioritario. Guardare in TV uno/a che mangia e che spesso fa” mmmmm” in segno di goduria, e agitando la mano in modo caratteristico, non è che mi riempia di gioia, anzi.

In effetti sembrerebbe che l' argomento del bon ton sia diventato noioso, quasi fosse un'imposizione di certe regole di cui oggi si farebbe volentieri a meno ( infatti andrebbero imparate e fissate nella memoria, e alcune di queste non rientrano affatto nell' argomento “ divertimento “, che va per la maggiore ).

Intanto, già gli antichi avevano imparato perfettamente che è buona regola igienica quella di toccarsi il meno possibile tra estranei, onde evitare il trasmettersi delle malattie, la maggior parte delle quali contagiose. Il “ baciamano “ ad es. è il classico caso in cui il cavaliere non deve mai toccare con la bocca la mano della dama, ma solo sfiorarla. Non a caso sono i liquidi umorali umani, anche in quantità minima che, trasmessi all' altra persona, lasciano i batteri su quest'ultima nel caso che chi bacia le mani sia un ammalato anche se solo di raffreddore.

Ma anche qui non si dovrebbe esagerare con le eccessive espressioni complimentose e di rispetto, come diceva quel tale esperto di bon ton in TV, un certo Rossi mi pare, il quale proclamava che la “ mano che si bacia è sempre l' altra “, sfiorando il ridicolo ( infatti questo bon tonista è da un po' di tempo che non si vede più in TV ). Come se la dama, offrendo la mano al cavaliere, se la vedesse rifiutare in quanto è la mancina che si bacia, secondo l' esperto, e non la destra, diventando così un rito oltremodo maleducato in quanto dimostrerebbe che la dama non capisce niente di bon ton.

Ma è a tavola che si dovrebbero osservare maggiormente le norme di buona educazione, in quanto chi mangia e anche chi serve sono a stretto contatto con gli altri, dimostrando in pubblico immediatamente se conoscono la buona educazione oppure no.
Intanto è la padrona di casa la maggiore interessata a tutto il buon funzionamento di un pranzo e di una cena, ed a lei che va portato il rispetto di tutti i commensali.
E' buona regola, a tavola, quella di non parlare di argomenti come la politica o lo sport, dove questi temi - che possono degenerare facilmente in battibecchi - metterebbero in difficoltà la padrona di casa, la quale evidentemente è preoccupata che l' atmosfera sia serena e tutto vada a buon fine.

Sorvolerei sul complicatissimo aspetto di come si dispongono le varie posate attorno al piatto, non essendo un bravo imbanditore di tavole, ma ricordo che è assolutamente vietato appoggiare le posate sporche sulla tovaglia, ma appoggiarle insieme allineate sul piatto, con i rebbi della forchetta rivolti all' ingiù. E poi mai porgere la pastasciutta, in tutte le sue forme, in un piatto fondo, che andrebbe riservato unicamente alle minestre.

Mai augurare “ Buon appetito ! “, essendo una forma troppo banale e quasi volgare di sedersi al desco, come non augurare mai “ cin cin “ al momento del brindisi, e soprattutto mai toccare i bicchieri degli astanti nel momento in cui si brinda.

Con il passar del tempo anche il bon ton è costretto a cambiare: esistevano in passato sciocchezze insospettabili ed ormai alle quali nessuno fa più caso, come il fatto di non chiedere di portare ancora sale a tavola ( essendo questo uno sgarbo alla padrona di casa), come se questa donna si potesse sentire offesa per averne messo troppo poco nei cibi. Oggi invece, nel tempo in cui troppo sale è controindicato per l' ipertensione, il fatto di salare poco le vivande dovrebbe essere lodato dai commensali, che lo aggiungono o no a seconda delle loro esigenze salutistiche.

Se poi torniamo all' indietro a quel tipo di educazione ottocentesca, insegnata nelle famiglie altoborghesi di una volta, troveremmo norme di educazione un po' troppo esagerate per noi esseri del XXI secolo. Ricordo, ad esempio, il mio ex suocero, un alto ufficiale dell' esercito e figlio di un importante generale, quando diceva che nella sua famiglia di origine tutti dovevano, mangiando l' uva, prima tagliare in due ogni singolo acino per poter toglierne i semini che andavano accuratamente eliminati e mai ingeriti. Infatti il mio ex suocero non lo faceva più, ma ricordo che odiava i semi di ogni frutto criticando chi, nella sua famiglia allargata, si permetteva di mangiare i semi delle pere, non si capisce bene il perchè. Anzi, si dice che i semini sono ricchi di sostanze utili per l' organismo e andrebbero ingeriti con tutto il resto. Ma tant'è , i “ semi “ dell' educazione impartita da giovani rimangono indelebilmente impressi nella propria memoria.

Ogni popolo ha i suoi rituali: ad esempio, frequentando la famiglia di mia cognata che è svedese, ho imparato che nel Nord Europa è vietato bere il vino, che lassù è una rarità e costa moltissimo, senza che sia prima il padrone di casa ( in questo caso un uomo ) a farlo !

Sarebbe già sufficiente però osservare alcune regole di buona educazione a tavola nel nostro paese natio, dove vige la stranissima regola che il pollo va mangiato con le mani, cosa che trovo orrenda intanto perchè l'odore del pollo sulle mani è una delle cose a cui nessuno tiene, e poi perchè il pollo si può tagliare tranquillamente con coltello e forchetta senza lasciarne una minima parte attaccata agli ossi!

Il telefonino : assolutamente vietato usarlo durante le riunioni conviviali, una regola ormai trascurata da tutti, specialmente dai più giovani che lo utilizzano ormai come una propaggine del loro corpo, e che dimostra quanta poca buona educazione venga impartita nelle famiglie italiane, che permettono tutto ai propri figli, come se un “ NO “ detto al momento giusto da parte dei genitori potesse inimicarsi la progenie !

Passando alle cortesie tra uomo e donna, si sente dire molte volte che l'uomo, quale perfetto cavaliere, dovrebbe sempre aprire la portiera dell' auto alla propria compagna, come se questa non fosse in grado di effettuare questa faticosa e inopportuna operazione da sola. A parte che la parità tra uomo e donna ne verrebbe inficiata implicitamente, quest' uso fu in voga nei secoli passati quando le portiere delle carrozze a cavalli erano alte, di legno e molto pesanti. Poi, con l' avvento delle automobili, questo atto di cortesia era svolto dallo “ Chaffeur “, così chiamato in quanto era suo compito riscaldare la vettura nelle stagioni fredde, prima che i viaggiatori prendessero posto in vettura. Altri tempi ! Oggi anche il tonno si taglia con un grissino, ed aprire la portiera della macchina è una delle cose che meno dà fastidio alle sia pur delicate mani della signora, in quanto oggi le automobili sono particolarmente studiate per ovviare a queste situazioni di disagio. Ironicamente, oggi è ormai invalso nell' uso dire che si apre la portiera alla dama o quando la macchina è nuova o quando nuova è la signora !

In conclusione, molte cose della buona educazione sono ormai lasciate da parte, più per comodità che per altro, e per noncuranza degli altri. Il telefonino ne è la prova più evidente, in quanto distoglie l' attenzione dalla persona vicina che si sente trascurata e preferita da qualcun altro/a distante e più interessante. In effetti, guardare il display del telefonino a tavola equivale a leggere il giornale davanti a tutti, segno di grande maleducazione quando si è a tavola con gli altri. Bisognerebbe sempre spegnerlo quando si è a tavola oppure, se rimasto acceso, dire quelle tre importanti parole che pochi pronunciano in quest' occasione : “ Ti telefono dopo “.

Non concluderei mai un incontro con la frase “ In bocca al lupo ! “ alla quale si risponde invariabilmente ( tranne il sottoscritto ) “ Crepi ! “.
Infatti tale frase di buon augurio è invalsa nell'uso per ricordare che questi bellissimi animali, ai quali auguro di star bene e non di crepare, tengono in bocca i loro piccoli per trasportarli in giro, e questo è segno di protezione ed affetto. Quindi la risposta “ Crepi ! “ è segno di ignoranza e di maleducazione da parte di chi la pronuncia, forse perchè nessuno ha mai insegnato loro l' origine della frase .

Recentemente, tuttavia, ho appreso che un' altra origine della locuzione “ In bocca al lupo “ è da ascriversi probabilmente ad una vecchia usanza della marineria italiana. La bocca del lupo era una lavagna sulla quale si segnavano le presenze umane al ritorno di una missione; quindi comparire sulla lavagna voleva dire essere salvi, e fortunati. Però mi chiedo perchè, essendo un' usanza marinaresca, in questo caso non sia stata usata la locuzione “ In c.... alla balena”.

Sarà forse perchè questa sarebbe stata una frase troppo distante dal bon ton?

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Articolo pubblicato il 11/10/2017