La vera storia della principessa del Galles, Lady D – amori, capricci, depressione e un tragico destino. (I parte - Domani ore 12.00 seconda ed ultima parte).
Il 3 ottobre scorso, nella splendida cornice del Circolo dei lettori, a Torino, in via Bogino 9, il giornalista Vittorio Sabadin ha presentato il suo nuovo libro: Diana. Vita e destino’, intervistato dal Direttore de ‘La Stampa’, Maurizio Molinari.
MOLINARI: ‘Perché un libro su Diana?’
SABADIN: ‘La prima motivazione è per l’occasione dei 20 anni dalla sua morte e poi perché non trovo giusto che il principe Carlo che sta per diventare re, porti, ancora a 20 anni di distanza, colpe che non ha, nel senso che è ancora accusato di insensibilità verso la principessa: non l’avrebbe capita, l’avrebbe tradita, mentre tutte queste cose non sono vere o lo sono solo in parte.
Le colpe del fallimento del loro matrimonio non sono tutte di Carlo.
Il principe Carlo che ho incontrato a Buckingham Palace, è una persona molto migliore di quello che noi pensiamo.
Ho trovato giusto raccontare alcune cose, non come Diana ce le ha raccontate ma come sono state davvero. Quasi tutte le storie che conosciamo, derivano da quello che Diana ci ha raccontato: la famosa intervista televisiva, il libro di Andrew Morton, La vera storia di Lady D, il cui contenuto è stato da lei praticamente dettato, facendogli arrivare dei nastri registrati, in cui c’è solo la sua versione.’
MOLINARI: ‘Perché Diana è una principessa diversa dalla altre, che cosa la contraddistingue?’
SABADIN: ‘ La sua straordinaria popolarità: non c’è dubbio che sia stata e lo è ancora, una delle donne più famose del mondo.
Ai suoi tempi, non c’era settima in cui lei non fosse sulla copertina di qualche magazine o giornale e poi, in alcune interviste pubbliche, soprattutto quella del 1996 alla BBC, rivelò tutti i suoi dolori, la sua tristezza, il fallimento del suo matrimonio, la bulimia di cui era afflitta, creando la condizione per cui moltissime ragazze, non solo inglesi, di tutto il mondo, si identificassero con lei. Molte ragazze come Diana, non avevano finito le scuole, molte come lei, tendevano ad ingrassare, molte erano vittime di disturbi di bulimia e anoressia, moltissime donne avevano scelto l’uomo sbagliato, oppure erano state tradite dal marito.
Qui, c’è stato un processo di identificazione totale e questo spiega il grande dolore. che fu provato il giorno che lei mori, la straordinaria partecipazione ai suoi funerali.’
MOLINARI: ‘C’era forse anche un senso di colpa da parte dei giornalisti? ‘
SABADIN:’ Si, si disse che lei era stata uccisa dall’inseguimento dei fotografi, cosa non vera ma la massima espressione di questo senso di colpa dei giornalisti fu quel titolo su ‘l’Unità’ che uscì il giorno dopo la sua morte e che diceva: ‘Perdonaci principessa ‘.
MOLINARI: ‘ Uno dei figli racconta che la madre gli diceva spesso:’ Potete fare tutto che volete se potete poi riuscire a dissimulare, mascherare quello che avete fatto.’ – Ma Diana è sempre stata una ribelle o e diventata una ribelle entrando a Corte?’
SABADIN: ‘Lo è sempre stata fin da bambina. All’età di 9 anni, schiaffeggiò suo padre quando le annunciò che avrebbe sposato Raine, contessa di Dartmouth, detestata anche dagli altri figli. Era la figlia di Barbara Cartland, famosa autrice di romanzi rosa che Diana divorava, gli unici libri che lei leggeva.
E’ stata una ribelle anche a scuola. Nei collegi femminili, vigevano regole precise, ad es. bisogna lavarsi i capelli solo una volta alla settimana, lei li lavava tutti i giorni, faceva tutti i giorni il bagno, mentre si poteva fare solo due volte alla settimana, di notte stava alzata a ballare nei saloni della scuola con il giradischi. Ha sempre fatto cose che, in teoria, non avrebbe dovuto fare. E poi, ha anche detto delle. cose che non avrebbe dovuto dire: le questioni di famiglia, raccontate ai giornali, sarebbero dovute restare all’interno della famiglia reale.’
MOLINARI: ‘Ma perché Carlo si innamorò di lei?’
SABADIN: ‘Carlo fu costretto a sposarla, io sono convinto di questo. Diana aveva cercato in ogni modo di avvicinarsi a Carlo e conquistarlo. Non è vera la storia che la famiglia reale l’ha scelta per farne un capro espiatorio, un agnello sacrificale. Diana ha inseguito Carlo tenacemente. La sua fotografia era appesa nella sua stanza quando era ragazzina e, al tempo in cui Carlo ebbe una relazione con sua sorella, lei si intrufolò in quel rapporto proprio con l’obbiettivo di essere notata dal principe. Carlo, a quell’epoca, aveva superato i 30 anni e tutti i giornali si chiedevano, ogni giorno, quando si sarebbe sposato.
Il fatto che un erede al trono, a 30 anni, non era sposato e non aveva avuto ancora dei figli, era una situazione molto strana per allora. C’erano pressioni da parte dei media e pressioni dei suoi familiari. Lui era innamorato di una donna che aveva dovuto allontanare nel 71, quando Diana aveva 9 anni, Camilla, che aveva così sposato un altro uomo. La famiglia di Carlo, per distrarlo da lei, lo aveva inviato in una missione navale per diversi mesi. Camilla, era considerata una donna troppo libera per l’ottica di Buckingham Palace. Certo oggi le cose sono cambiate, Carlo e Camilla si sono sposati e forse lei diventerà regina ma allora no, questo matrimonio non era possibile, così Carlo ha avuto le sue avventure dal 1970 all’80 e poi alla fine ha dovuto sposare quella donna che era stata scelta, non tanto dalla famiglia reale, quanto dai giornali.
I giornali sapevano tutto di questa giovane ragazza, facente parte di una delle più antiche famiglie nobili britanniche: il titolo di questa famiglia era più antico di quello reale. Era una ragazza vergine che non aveva passato, un tipo di ragazza che un principe poteva sposare e i giornali la segnalarono come candidata ideale: una ragazza bella, disponibile, sorridente. Carlo non aveva possibilità di rifiutarla, è stato messo in una situazione di costrizione.’
MOLINARI –‘ Per passare ad un altro argomento, in quel contesto di tradimenti raccontati, quanto c’è di vero?’
SABADIN: ‘Carlo sostiene di non aver tradito Diana fino alla nascita di Herry, quindi nel 1984. Di Diana non si sa tutto: alcune storie si conoscono, perché sono state ampiamente documentate, di altre si sa poco: si parla anche di una relazione con John-John Kennedy junior, mentre lei era a New York ma la storia si chiuse in fretta, perché lei si fece fare i tarocchi e le dissero che non avrebbe dovuto continuare quella storia. Non sappiamo se Diana ha avuto una relazione con James Hewitt, istruttore di equitazione prima della nascita di Herry.
Alcuni sostengono che Herry è figlio di James Hewitt e la somiglianza fisica tra i due è impressionante, ha la stessa fisionomia del volto. Io sono portato a pensare che sia così e che Carlo lo abbia saputo immediatamente. Da quel momento, è nata la fine della loro storia. Carlo ha tradito Diana con una sola persona, Camilla, mentre Diana ha avuto una serie di avventure: con James Hewitt, che era un suo vecchio amico d’infanzia, con Hasnat Khan chirurgo pachistano, con Dodi Al-Fayed e altri.’
MOLINARI: ‘Che cosa cercava Diana in questi incontri?’
SABADIN: ’Cercava attenzione, cercava affetto, cercava tutte le cose che le erano mancate da bambina, nel senso che Diana ebbe un’infanzia terribile. E’ difficile poter dire che una donna che apparteneva ad un’alta nobiltà e che viveva in una situazione estremamente agiata, nelle case più belle della Gran Bretagna, potesse avere avuto un’infanzia cosi tanto infelice. I suoi genitori, volevano a tutti i costi un maschio e non era ancora nato.
Avevano avuto due femmine e speravano in un maschio, perché la legge ereditaria britannica, consentiva solo ai figli maschi di ereditare il titolo e possedimenti, nel loro caso, il titolo di conte e, invece, era nata Diana e i genitori, che non avevano pensato neppure ad un nome femminile, si trovarono in difficoltà. Cosi lei cominciò a sviluppare un complesso di inferiorità, si sentiva sempre rifiutata, finché, quando ebbe 9 anni, sua madre se ne andò di casa per vivere con un altro uomo in Scozia e questo per lei fu un altro choc.
Nelle sue tante interviste e confessioni, ha raccontato che i suoi genitori non le facevano mai una carezza, aveva delle carenze affettive e aveva bisogno di qualcuno al fianco che l’amasse e badasse a lei continuamente così pensò che Carlo potesse svolgere questo ruolo, ma presto si rese conto che non poteva.
Carlo ha più di 500 impegni all’anno e in alcuni giorni anche due nella stessa giornata; i suoi impegni non sono solo a Londra, ma anche a centinai di kilometri di distanza, per non parlare di quelli nei paesi del Commonwealth, quindi lei si rese conto che la sua idea di matrimonio era quella di un principe irreale, come quello dei films o dei romanzi rosa di Barbara Cartland.’
MOLINARI: ‘L’incontro tra Diana e Dodi Al-Fayed come avvenne?’
SABADIN: ‘In modo molto semplice: lei un giorno a pranzo, in un ricevimento, si trovò seduta vicino a Mohamed Al-Fayed che era proprietario dei magazzini Harrods a Londra e del Ritz di Parigi: lui le chiese cosa avrebbe fatto quell’estate e lei gli rispose che non lo sapeva ancora. Lui allora le propose di venire a Saint-Tropez, nella loro villa e nel loro yacht, di portare anche i figli e di soggiornarvi in totale libertà: se voleva, poteva restare da sola nella villa, oppure raggiungerli sullo yacht. Dopo qualche settimana, Diana disse di si.
Lo scopo di Al-Fayed, era di fare in modo che suo figlio Dodi, che aveva fatto per un po’ il produttore di qualche films famoso a Hollywood, ma che non aveva altre grandi qualità (era ignorante, si dedicava prevalentemente alle feste con gli amici e ad assumere cocaina: ne comprava moltissima nel corso della settimana: suo padre gli passava 100 mila dollari al mese), si fidanzasse assolutamente con Diana e così disse a Dodi di venire subito a Saint-Tropez.
Dodi, arrivò con la sua fidanzata e la parcheggiò nello yacht, mentre andava a trovare la principessa in spiaggia. Questa storiella estiva, fece si che Diana e Dodi girassero per tutto il mediterraneo con i figli di lei che rimasero sconcertati dalla vita che si faceva a bordo. William ed Herry, erano abituati alle regole di Kensington Palace e Buckingham Palace dove con Elisabetta, a tavola non c’erano scelte e se, per caso, qualcosa avanzava, si serviva di nuovo la sera. Elisabetta è sempre stata molto rigorosa.
Faceva spegnere le luci delle stanze quando usciva e, in generale, aveva un atteggiamento molto parsimonioso, invece Dodi continuava ad ostentare lusso anche con le portate di cibo che spesso non venivano neppure toccate. Tanto la proporzione era eccessiva che lo stesso William disse,una volta, che era rimasto sconcertato, definendo quella ostentazione una stupida e volgare esibizione di lusso. Tutto comunque era fatto per impressionare Diana.
Il padre di Dodi, era ossessionato dalla famiglia reale, cercava in tutti i modi di avere un legame con i reali, per essere accettato dalla buona società che non aveva digerito i suoi trascorsi estremamente discutibili di uomo d’affari.’
MOLINARI: ‘E Carlo si accorge di questa relazione?’
SABADIN: ‘Tutti i giorni c‘ erano le foto che ritraevano Diana e Dodi insieme e i paparazzi la assediavano. Due dei paparazzi più agguerriti, hanno scritto in un libro: ‘ Diana e i paparazzi’ che lei li chiamava tutti i giorni in quel periodo, per dire loro dove si sarebbe trovata e, se telefonava per protestare, era solo perché le foto pubblicate erano troppo sgranate o sfuocate. Quell’estate, fu un corto circuito tremendo per Diana e la sua morte fu causata da quell’assurda relazione con Dodi Al-Fayed.’
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Articolo pubblicato il 20/10/2017