“King Charles III” – il regno del principe Carlo in un film tv della BBC

Tratta da un dramma teatrale, la fantapolitica sull’ascesa al trono di Carlo è un’audace fiction di altissima qualità, che ha diviso l’opinione pubblica e la critica britannica

Anno: 2017 

Titolo originale: Id.

Paese: Regno Unito

Durata: 90 minuti 

Genere: Drammatico, Politico

Regia: Rupert Goold

Soggetto: Mike Bartlett (dramma)

Sceneggiatura: Mike Bartlett

Cast: Tim Pigott-Smith, Oliver Chris, Richard Goulding, Charlotte Riley, Margot Leicester, Adam James

Sfortunatamente mai uscito in Italia (non è noto che alcuna nostra televisione ne abbia comprato i diritti, si può unicamente reperire il dvd su Amazon), merita indubbiamente una visione il film prodotto dalla BBC intitolato King Charles III, andato in onda nel Regno Unito e negli Stati Uniti nel maggio scorso.

Tratto da un controverso ma apprezzato dramma teatrale di Mike Bartlett, la versione televisiva è diretta da Rupert Goold, già regista del dramma, e sceneggiata dallo stesso Bartlett.

Alla morte della regina Elisabetta II, il principe Carlo sale sul trono. Come prima azione, si rifiuta di dare il consenso reale per una legge a favore di una maggiore restrizione della libertà di stampa, scontrandosi violentemente con il primo ministro, il quale minaccia di far passare la legge anche senza l’approvazione del re. Carlo decide allora di avvalersi del diritto del sovrano di sciogliere il Parlamento, e in tutto il paese scoppiano disordini e rivolte contro la famiglia reale. Il principe William e la consorte Kate prendono allora le redini, giungendo a una drastica ma efficace soluzione.

Un film dove Carlo scioglie il parlamento, Camilla prende a schiaffi William, Harry vuole diventare un commoner per stare accanto a una repubblicana di colore e l’adorata Kate trama contro il suocero per ottenere il potere non poteva che scatenare tuoni e fulmini in un paese tanto affezionato all’istituzione della monarchia come la Gran Bretagna. Già l’idea stessa della dipartita dell’amata sovrana è un oltraggio, figuriamoci una speculazione lunga un’ora e mezza su quanto disastroso sarebbe il regno del (poco amato) figlio.

La sequenza iniziale, che vede i sudditi affranti al passaggio del feretro, è una diapositiva profetica e fedele di ciò che il mondo vedrà quando Her Majesty lascerà questo mondo, speriamo il più tardi possibile.

E qui finisce la verosimiglianza, poiché lo sviluppo del film non esita a prendere una piega decisa, quella del sostanziale fallimento di Carlo come successore di sua madre, una scelta audace - supportabile o meno - che ha sguinzagliato l’ira di alcune personalità politiche oltre che di una parte della critica, tacciando la BBC e i produttori di insensibilità e viltà. (Per la cronaca, la famiglia reale non ha reagito in alcun modo all’uscita del dramma né del film).

Considerazioni filo-monarchiche a parte, (e qualche ridondanza: il fantasma di Lady Diana era evitabile) King Charles III è un ottimo prodotto cinematografico, che si avvale di un’eccellente scrittura e regia e interpretato da attori di talento. Regista e sceneggiatore, entrambi provenienti dal teatro, hanno intelligentemente scelto di non cancellare l’impronta teatrale, il cui segno più evidente sono gli intensi monologhi che alcuni dei personaggi rivolgono direttamente allo spettatore con lo sguardo in macchina.

La parte di critica che ha difeso il film di Goold e Bartlett ha sottolineato l’innegabile qualità della produzione e la creazione di un personaggio, quello di re Carlo, perfettamente ascrivibile per psicologia e interiorità alle schiere dei tumultuosi e complessi sovrani shakespeariani, in particolare all’insicurezza di Amleto, portato sullo schermo da un interprete sublime.

Tim Pigott-Smith, attore britannico dalla lunga carriera teatrale, televisiva e cinematografica, scomparso appena un mese dopo l’uscita del film, è un Carlo assolutamente magnetico, la cui rabbia, esitazione, amore paterno in lotta contro l’ira sono veicolati con mano sicura attraverso primi piani di grandissima intensità.

Il cast, scrupolosamente britannico, è quasi per intero lo stesso della versione teatrale. Oliver Chris è un principe William quasi succube di una ambiziosa Kate, interpretata da Charlotte Riley; Margot Leicester interpreta una piuttosto defilata Camilla e Richard Goulding il principe Harry, personaggio più complesso di quello del fratello, le cui vicende sentimentali fanno da contrappunto a quelle politiche del padre.

 

Film interessante e provocatorio, da vedere, augurandoci che qualche televisione nostrana decida di comprarlo, oppure da gustare in lingua originale con i sottotitoli.   


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Articolo pubblicato il 15/10/2017