L'EDITORIALE DELLA DOMENICA DI CIVICO20NEWS - Francesco Rossa: Riforma elettorale. O il Rosatellum o il caos?

A conti fatti non pare che questa proposta pasticciata e compromissoria possa garantire la governabilità

Dopo anni di discussioni e di calcoli sottobanco per capire chi sarebbe stato avvantaggiato da una nuova legge elettorale, si è trovato magicamente un accordo tra Pd, Forza Italia, Lega, Alternativa popolare.

Oltre le dichiarazioni di consenso, recitate  dai leader nello stile  stringato, ad uso televisivo, tanto per non contraddirsi, nelle seconde file dei partiti si definisce la legge in discussione ed ora approvata dalla Camera dei Deputati, come il male minore.

Da martedì inizierà il suo percorso al Senato, dove i numeri sono più risicati e le incognite maggiori. Come i lettori ricordano, l’Italia si é trovata in uno stato di difficoltà e a pochi mesi dalla fine della legislatura, siamo ancora privi di una legge elettorale difendibile.

Il Rosatellum bis, la nuova legge che potrebbe sostituire il Consultellum, frutto delle due pronunce della Corte Costituzionale sul Porcellum e sull’Italicum, è un sistema elettorale misto, in cui un terzo dei deputati (232) e dei senatori (102) viene eletto in collegi uninominali e i restanti due terzi (386 deputati e 207 senatori) con il proporzionale attraverso collegi plurinominali. E’ in parte un ritorno contorto del tanto deprecato sistema proporzionale della prima repubblica.

Inoltre, viene mantenuto il costoso ed illogico voto per gli Italiani all’estero. Persone che risiedono da anni fuori dall’Italia, pagano regolarmente le tasse nei Paesi di residenza e non partecipano minimamente alle vicende politiche del nostro Pase. A costoro vengono riservati ben 12 deputati e 6 senatori che compongono la circoscrizione estero.

Nei collegi uninominali, viene eletto chi prende un voto in più degli altri. La ripartizione dei seggi alla Camera avviene su base nazionale, quella al Senato su base regionale. La soglia di sbarramento è fissata al 3% sia alla Camera che al Senato, mentre quella per le coalizioni è pari al 10%.

Il sistema elettorale proposto, che dovrebbe contenere quale caratteristica basilare, la garanzia della governabilità, privilegia il confronto tra due coalizioni  ed è escogitato, nei fatti per blindare il patto del Nazareno e favorire accordi tra Pd e Forza Italia, penalizzando il Movimento Cinque Stelle che, correndo da solo e senza fare alleanze, rischia seriamente di soccombere soprattutto nei collegi uninominali, dove sarà possibile che i partiti coalizzati presentino e sostengano lo stesso candidato così da non farsi concorrenza.

La penalizzazione di questa legge elettorale sta anche nel divieto del voto disgiunto.

Gli elettori, se il Rosatellum bis passasse indenne sotto le forche caudine che si sussurrano movimenteranno il voto dei senatori, non potrebbero scegliere un candidato nel collegio uninominale e un partito diverso nella parte proporzionale.

Riceveremo un’unica scheda e quindi potremo votare un candidato nel collegio uninominale, e, coerentemente, la coalizione nazionale associata.

Siccome nell’uninominale il nominativo del candidato è bloccato, cioè imposto dal partito, l’elettore potrebbe preferire candidati ritenuti più stimabili o conosciuti, presentati anche da partiti non facenti parte di una coalizione, cui avrebbe potuto idealmente convergere.  Con l’imposizione dei candidati da parte dei partiti, in quanto l’elettore non potrà esprimere le preferenze, i cittadini, con il Rosatellum bis, saranno impediti di scegliere le persone da mandare in Parlamento.

La partitocrazia continua così a perpetrare il controllo totale su elezioni e candidati, nel momento di minori credibilità politica del Parlamento e delle congreghe partitiche.

Molte sono le perplessità. Per alcuni si tratta di un sistema che rasenta l’incostituzionalità, ma a prescindere da questo, come già affermato,                                          si tratta di un sistema elettorale approvato in modo affrettato e precipitoso, senza un vero confronto in Parlamento, e con più forze politiche contrarie: Movimento Cinque Stelle, Fratelli d’Italia, Mdp, Sinistra italiana.

Questo produrrà inevitabilmente, lo sbriciolamento delle coalizioni, per cui, addio governabilità.

Nel caso in cui l’esito elettorale non fornisca un risultato netto per la coalizione del PD, difficilmente i bersaniani entrerebbero a far parte di un governo con Renzi e Berlusconi.

Neanche i leghisti, che pure sostengono il Rosatellum bis, qualora dalle urne non uscisse una maggioranza chiara, accetterebbero di sedersi a un tavolo di trattativa con il segretario Pd e il leader del centrodestra.

Dunque, questa riforma elettorale, qualora passasse anche l’esame del Senato e venisse definitivamente approvata, oltre a non garantire la governabilità, minerebbe la rappresentatività, come si è già evidenziato, ed accentuerebbe le fratture in entrambi gli schieramenti.

L’opinione pubblica la vede come l’ennesimo disperato tentativo degli apparati di partito di negare ai cittadini il diritto di scegliere i propri rappresentanti, ma di garantire sopravvivenza politica (ed economica) a un ceto di fedelissimi e portaborse.

Dopo il voto della Camera, a sinistra del PD si litiga e ci si divide, forse per soddisfare i personalismi più vergognosi di uomini come Bersani, che dopo il voto popolare favorevole del 2013 all’inizio dell’attuale legislatura non è stato in grado di formare un governo, passando poi forzatamente la mano a Letta ed a Renzi.

Nei paraggi del Centro destra c’è un agitarsi di cespugli per formare una colazione, in primis tra coloro come l’ex ministro Costa, che per cinque anni hanno lautamente banchettato a braccetto del PD ed ora cercano la benevolenza di Berlusconi e di Salvini per salire sul carro dell’ipotetico vincitore, ovviamente senza discutere di programmi, ma esclusivamente privilegiando il mercimonio di collegi e poltrone.

Dopo il via libera indolore di Montecitorio, a Palazzo Madama ci sarà battaglia e i voti di differenza tra i pro e i contro sono pochissimi. Per di più l’ex Presidente Napolitano ha già annunciato un appassionato intervento contro la riforma elettorale, che ritiene dannosa per il Paese.

L’approvazione del Rosatellum bis è tutt’altro che scontata. 

Francesco Rossa
Direttore Editoriale
Civico20News.it

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Articolo pubblicato il 15/10/2017