Luigi Settembrini e Silvio Spaventa da cospiratori a massoni

Loreto Giovannone prosegue nella sua nuova lettura di un episodio del Risorgimento, riguardante Luigi Settembrini e Silvio Spaventa

L’Unità d’Italia organizzata dagli inglesi?

La Camera in generale, nel suo complesso, non è se non che una delegata della massoneria, che governa in verità Camera, Senato e il Governo in generale. (Civiltà Cattolica 1872, pag. 217).

Perché proprio la massoneria contribuì in misura significativa ad individuare nel Risorgimento quel mito fondante di cui il paese aveva bisogno per “fare gli italiani? (Fulvio Conti, Storia della massoneria italiana, Il Mulino 2003).

Uno degli episodi chiave per comprendere il Risorgimento fu la commutazione delle condanne a morte ad esilio dei cosiddetti “esuli” napoletani, i cospiratori, ed il successivo dirottamento del bastimento americano a Cork (Irlanda).

L’imbarcazione aveva a bordo molti dei cospiratori delle sette del sud Italia a cui pochi mesi dopo il rientro in Piemonte furono affidati ruoli chiave nelle fila della destra liberale. Da allora sono tutti ricordati e celebrati come patrioti, padri fondatori della patria.

La piccola borghesia meridionale divenne strumento in mano ai governanti inglesi già dalle cospirazioni ordite nel decennio prima della fine dei Borboni, a loro giurarono fedeltà per “affiliazione” e “fratellanza”. Gli esuli aggregati nei ranghi della monarchia sabauda, occupando i verticiAncora collaborarono attivamente all’annessione del Sud ed alla violenza postunitaria durata oltre venti anni.

Gli esuli agirono per vendetta, la feroce guerra civile al meridione fu in realtà una guerra di classe tutta interna alla borghesia vincente meridionale, che da allora in poi ha sempre vissuto in un rapporto di subordinazione con i governi centrali e gli interessi economici di quell’industria settentrionale.Ancora

Una guerra interna dagli apparati dello Stato, contro la piccola borghesia meridionale che non aderì alle idee liberali. Gli “esuli” che dopo il 1848 congiuravano, furono impiegati dal 1859/60 mentre al sud del paese erano in corso la lotta legittimista, la guerra Ancorain difesa della Chiesa, Ancorala resistenza contro Ancoral’occupazione piemontese con la pesante guerra civile che la storiografia ufficiale ha rimosso.

La fuga in Inghilterra degli “esuli napoletani”

Processati come sovversivi, cospiratori in associazioni segrete, Silvio Spaventa e Luigi Settembrini furono reclusi a S. Stefano, Carlo Poerio, Sigismondo Castromediano, Giuseppe Pica, Cesare Braico, Giuseppe Pace, Achille Argentino a Montesarchio, tutti del partito che fu chiamato “consorteria.

Silvio Spaventa, Settembrini, Poerio (implicati nel processo contro la società segreta denominata “Unità d’Italia”), Pironti, Castromediano, Pica furono solo alcuni degli esuli napoletani cui fu mutata la pena di morte in esilio.

Imbarcati sullo Stromboli per Cadice, furono trasferiti sul battello diretto a Nuova-Yorka, in navigazione fu dirottato verso l’Inghilterra da Raffaele Settembrini, figlio di Luigi adottato anni prima in Inghilterra da Antonio Panizzi (direttore generale dal 1856 della biblioteca del British Museum).

I cospiratori graziati con l’esilio erano sessantasei a Cadice furono imbarcati su un legno americano… Nell’alto mare forzarono il capitano… a condurli in Inghilterra (passo tratto dal libro: Carlo Poerio, di Raffaele De Cesare).

Raffaele, sott’ufficiale della marineria inglese, si imbarcò sul bastimento americano travestito da cameriere, minacciando il capitano con quattro pistole, voltò per l’Irlanda. Intanto nello stesso mese di gennaio io ed altri sessantacinque compagni uscimmo della galera, e fummo messi sul vapore lo Stromboli, che rimorchiato dalla fregata da guerra l’Ettore Fieramosca ci trasportò a Cadice… scriveva Settembrini … aspettando che fosse noleggiato e preparato un grosso legno americano che ci doveva condurre a New York: “Un ufficiale inglese è venuto a bordo, e ha dimandato di voi” “Dov’è? chi è?” “Ha parlato due minuti col capitano, poi subito è disceso, e v’aspetta su la fregata… Il buon capitano Cafiero mi condusse su la fregata, dove io rividi ed abbracciai il mio figliuolo dopo otto anni già divenuto uomo, e in divisa d’uffiziale di marina… Dove hai saputo che io ero qui?” “I giornali in Londra annunziavano la vostra partenza; l’altrieri a Lisbona ho saputo che eravate qui” (L. Settembrini, Rimembranze, vol. 2).

Dopo una settimana il bastimento fu pronto a partire, gli esuli scrivevano proteste da spedire in Inghilterra, Francia, Piemonte. Raffaele affermava: “Che proteste, papà mio: ci vuol la forza con questo pescecane di comandante: io so come si tratta questa gente. Se non volta la prua lo legheremo … io ho quattro pistole, e accheterò quattro negri” (riferito all’equipaggio). La mattina [al capitano gli furono mostrati proiettili e pistole]. Il capitano al vedere questa capsula ci credette armati … ci sapeva usciti dalle galere, e che eravam sessantasei, ebbe una paura maledetta. La paura vinse l’avarizia [il capitano chiese denaro]: chiamò la sua ciurma: dichiarò, che noi non volevamo andare in America, che egli dirigeva la prua per Cork in Irlanda.

“Esuli” sul suolo inglese

Scrive Settembrini: Dalla voltata fino a Cork durammo quattordici giorni … Il 16 marzo si sbarcava a Queenstown nella baia di Cork”. Da lì, insieme agli altri esuli Andammo subito a Londra Silvio Spaventa, Raffaele ed io, e fummo accolti dal caro Panizzi, dal marchese [Emanuele] d’Azeglio ministro sardo, da Giacomo Lacaita, da Giuseppe Devincenzi dei quali serberò sempre carissima memoria. Molti signori inglesi vollero vederci, e ci accolsero con quella cortesia che è propria di un popolo grande e generoso”.

Durante la loro permanenza furono ricevuti per colloqui da Gladstone, Palmerston, Russel, Clarendon, Derby ed altri uomini di stato inglesi.

A Torino furono arruolati in Parlamento, a vario titolo, nella destra storica. Nel 1859 Poerio è in Piemonte, dalla sorella Carlotta e cognato Paolo Emilio Imbriani. Il 1860 fu fatto eleggere deputato del nuovo Parlamento italiano, nel collegio di Arezzo.

A Luigi Settembrini, ex compagno di cella di Spaventa in S. Stefano, al ritorno dall’Inghilterra fu assegnato il ruolo di Direttore del Ministero dei Lavori Pubblici.

Silvio Spaventa, Ministro di polizia della Luogotenenza napoletana, Deputato (1861-89), segretario generale al ministero dell’Interno nel gabinetto Farini-Minghetti, ideò ed attuò nel ministero dell’Interno la “imponente deportazione” dei civili meridionali al “domicilio coatto”.

Emanuele d’Azeglio: (Torino, 1816 - Roma, 1890), figlio di Roberto e di Costanza Alfieri di Sostegno, dal 1848 era diplomatico a Londra, sua sede definitiva fino al 1868: il 18 agosto 1850 era stato nominato ministro plenipotenziario in carica per 20 anni circa. Trovò nel governo inglese ampia comprensione... Ma se l’A. poté trovare orecchio più comprensivo e spirito più benevolo nei liberali Palmerston e Russell che nei conservatori Derby e Malmesbury... (http://www.treccani.it/enciclopedia/vittorio-emanuele-taparelli-marchese-d-azeglio_(Dizionario-Biografico)


Giacomo Lacaita
: dopo l’arresto come cospiratore fuggì da Napoli dopo il rilascio per mancanza di prove, ...ex procuratore della legazione britannica a Napoli, che successivamente, naturalizzato inglese, diverrà Sir James Lacaita, segretario privato prima di Lord Landsdowne e poi dello stesso Gladstone, per i servigi resigli al tempo delle famose lettere, alla cui stesura collaborò attivamente. “Nel novembre 1853, su interessamento dell’esule modenese A. Panizzi, assunse l’incarico - che tenne fino all’aprile 1856 - della cattedra di lingua e letteratura italiana al Queen’s College”. Profondo conoscitore di Russel, fu molto amico di Gladston. 

(http://www.treccani.it/enciclopedia/giacomo-filippo-lacaita_%28Dizionario-Biografico%29/)

Dalla “consorteria” alla massoneria

Antonio Panizzientrò per la prima volta in contatto con la complessa rete delle società segrete formate per sostenere la causa nazional-patriottica italiana, iscrivendosi alla società dei Sublimi maestri perfetti... Panizzi seguì attivamente il corso degli eventi italiani, mantenendo contatti fra gli esiliati in Inghilterra, tra cui Mazzini, con il quale ebbe un rapporto difficile, ma anche con uomini politici di spicco che emergevano nella penisola come il conte di Cavour e Massimo d’Azeglio. Grazie agli stretti rapporti intrecciati con diversi statisti inglesi quali Lord Palmerston, Lord John Russell e, soprattutto, William Ewart Gladstone, a cui lo legò un’amicizia duratura, Panizzi diventò una figura chiave anche nel contesto della politica adottata dai diversi governi inglesi verso la situazione italiana. (http://www.treccani.it/enciclopedia/antonio-genesio-maria-panizzi_%28Dizionario-Biografico%29/)

Giuseppe Devincenzi e Silvio Spaventa

Iscritti alla Gran Loggia d’Italia degli A.L.A.M. - Regione Massonica Abruzzo Molise. “Fra i tanti protagonisti si contano personaggi come... Giuseppe De Vincenzi... Silvio Spaventa”. (http://www.granloggia.it/news/abruzzi-due-secoli-di-libera-muratoria) e (La massoneria italiana nel decennio post unitario: Lodovico Frapolli, di Luigi Polo Friz, FrancoAngeli, 1998. pag. 319).

Luigi Settembrini

Ad attenderlo alla stazione c’erano il venerabile M. Pagano di Potenza” e “quelli della loggia Aurelio Saffi di Melfi, Luigi Settembrini di Armento e Veritas di Rotonda …” (La massoneria in Basilicata: dal decennio francese all’avvento del fascismo, pag. 27-41 ) e (http://www.somi-massoneria.it/links/12.html)

(Fine della seconda parte - continua)

Loreto Giovannone

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Articolo pubblicato il 18/10/2017