Torino. L’evanescenza di Chiara Appendino

Sindaca e Giunta continuano a non comprendere ed affrontare i tanti problemi irrisolti della Città

Dopo la notte di sangue di piazza San Carlo del 3 giugno, domenica scorsa  c’è stato l’omicidio annunciato di via Carcano ove si tiene il più volte deprecato e denunciato mercato delle illegalità. Tra clandestini, irregolari, violenze e merce rubata o contraffatta.

Nonostante le prime prese di posizione di forze politiche anche non rappresentate in consiglio comunale e della Segreteria del Sindacato Italiano Appartenenti  di Polizia, che stigmatizza in una nota le “dichiarazioni rilasciate con troppa superficialità da assessori comunali di fronte ad una tragedia come questa”,  la sindaca  rivolta le responsabilità in toto su coloro che l’hanno preceduta o su altri enti istituzionali e non affronta, tra le altre, le tematiche della sicurezza e della legalità.

Il confronto in consiglio Comunale di ieri, l’ha ampiamente dimostrato, nel corso di un lungo dibattito. Di fronte alle sciatterie ed inefficienze gestionali del mercato dell’usato,  ed all’illegalità diffusa, gli assessori non si muovono, anzi hanno definito quel mercato “un servizio per la cittadinanza”

E’ molto più facile affossare l’economia della città, con la paventata chiusura del traffico, nel centro storico dalle 7,30 alle 19 di sera, ignorando le conseguenze sulle attività commerciali e la conseguente crisi occupazionale, che cercare di governare con abnegazione ed intelligenza.

Intanto  decisioni, forse più rilevanti del livello di questa giunta, urgerebbero per porre rimedio allo stato in cui versa la GTT e tentare di garantire la continuità occupazione ed il mantenimento  della rete di trasporti pubblici a Torino.

Ospitiamo un’analisi del capogruppo Alberto Morano che dimostra la profonda drammaticità della situazione, sulla quale, purtroppo si affaccia il Nulla dell’Amministrazione Civica.


GTT: Sindaco tentenna, è tempo di decidere

“Le notizie di stampa di oggi (ndr sabato scorso) relativamente al possibile salvataggio di GTT da parte della Regione Piemonte, e forse del Comune di Torino, credo impongano di fare chiarezza sul reale stato dei conti di GTT e sull’ambiguo atteggiamento del Comune di Torino che ad oggi detiene, per il tramite di FCT Holding, l’intero capitale sociale di GTT.

Al riguardo ho letto con molta attenzione la relazione della società Peat Marwick del 12/9/2017 sul piano industriale di GTT e non posso negare di essere molto perplesso.
Infatti se confronto i dati riportati dagli organi di stampa con le risultanze della detta relazione emergono contraddizioni e punti non chiari.

Partiamo da alcuni dati numerici :
1) Patrimonio netto di GTT al 31/12/2015 Euro 179.102.000;

2) Perdita stimata al 31/12/2016 Euro 13.031.000;

3) Perdita ulteriore per definitivo accertamento crediti contestati Euro 108.004.484;

4) Patrimonio netto residuo al 31/12/2016 Euro 58.066.516.

In merito occorre innanzitutto chiarire la posta dei crediti contestati.

GTT vanta crediti (contestati ) nei confronti del Comune di Torino per Euro 32.240.000, oltre ad Euro 12.629.000 per interessi attivi in parte anch’essi contestati.
Con delibera 2017 03061/024 il Comune di Torino si è impegnato a sottoscrivere una convenzione con GTT (ad oggi ovviamente non ancora firmata) e a rimborsare in dieci anni i crediti scaduti e non contestati relativi a contributi su mutui per investimenti e parte degli interessi attivi.

Anche compensando i residui crediti per interessi attivi con i debiti del Comune per interessi passivi, la società’ GTT dovrà cancellare dall’attivo crediti per interessi per Euro 4.803.884 generando così una perdita, non essendo iscritto nel bilancio GTT alcun fondo rischi crediti specifico.

Del pari anche l’ulteriore credito vantato da GTT nei confronti del Comune di Torino e non riconosciuto dallo stesso dovrà essere cancellato o quantomeno dovrà essere iscritto un fondo rischi crediti, generando una ulteriore perdita non essendo iscritto nel bilancio GTT alcun fondo rischi crediti specifico.

Se invece il Comune di Torino riconoscesse come dovuto detto credito allora si aprirebbe un buco nei conti della Città per pari importo ed addio piano di rientro con la conseguenza che si correrebbe velocemente verso il dissesto della Città.

Stessa sorte (nel bilancio di GTT) avrà il credito (iscritto nel bilancio GTT) verso l’Agenzia per la Mobilità e contestato dalla stessa pari ad Euro 70.961.000.
Anche in questo caso nel bilancio GTT non risulta iscritto alcun fondo rischi specifico, per cui la società, ove la contestazione non sia stata risolta, dovrà o cancellare il credito, se definitivamente inesigibile, o appostare uno specifico fondo Rischi in bilancio, con la conseguenza di incrementare lo sbilancio nei termini sopra riportati.

Sulla questione dei detti disallineamenti dei crediti è in corso, da oltre un anno, una approfondita indagine della magistratura penale che ci auguriamo ( anche nell’interesse della società, dei suoi dipendenti e creditori) sia in chiusura.
Ed infatti la società GTT ( anche per la naturale paura degli amministratori a prendere nuovamente posizione sul tema dei crediti contestati pendente l’indagine penale) non ha ancora approvato il Bilancio 2016 e senza detto bilancio nessun piano di salvataggio può essere approvato ed attuato.

In questo contesto appare però ben strana la posizione del Comune di Torino che il 21/7/2016 (giunta Appendino) approvava il bilancio 2015 della società (che già presentava il problema dei disallineamenti dei crediti, come comprovato dalla indagine penale) affermando (testuali parole del Sindaco Appendino) che in caso contrario si sarebbe fermata l’operatività della società ed ora (e siamo a metà ottobre) non solo non ha votato il bilancio 2016, ma neanche si pone il problema di come salvare la società, limitandosi a fare appello al senso di responsabilità del PD e della Regione.


Oggi il problema della mancata approvazione del bilancio non è più così grave signor Sindaco oppure un anno fa ci ha raccontato una delle sue molteplici bugie?

Torniamo ora alla cruda realtà dei numeri.

Ai sopra riportati dati patrimoniali occorre aggiungere infatti alcuni dati economico finanziari ulteriori che emergono dalla relazione della società Peat Marwick:

1) Il fabbisogno di cassa di GTT al 31/12/2017 è pari ad euro 117.198.000 ( tale importo comprende lo scaduto da oltre 90 giorni verso i fornitori, il debito netto scaduto nei confronti di Infra-To e di Canova e la posizione di cassa negativa pari a Euro 44.152.000);

2) al 31/12/2018 la società GTT avrà un ulteriore fabbisogno di cassa per Euro 40.259.000;

3) la società GTT genererà nel periodo 2017/2018 una ulteriore perdita operativa di circa Euro 32.750.000 sempre che il piano di ristrutturazione venga attuato.

Quanto precede porta il fabbisogno di cassa complessivo di GTT nel periodo 2017/2018 a Euro 157.457.000, prima delle rettifiche conseguenti alla radiazione ( o appostamento di fondo rischi crediti inesigibili) dei crediti contestati ammontanti ad Euro 108.004.484 che certamente non verranno incassati nel periodo e che comporteranno conseguentemente un ulteriore incremento del fabbisogno di cassa forse non per l’intero importo, ma certamente per almeno la metà, portando la cifra complessiva del fabbisogno di cassa ad oltre Euro 211.000.000.

Questi i numeri che, per esperienza ventennale maturata sul campo lavorando con i grandi fondi di private equity internazionali, temo siano ancora ottimistici.
Normalmente infatti la situazione finanziaria delle società in crisi si rivela al termine delle verifiche peggiore di quella ipotizzata.

Ed allora che fare? Ricorrere ad una procedura concorsuale con la conseguenza che il Comune andrà in dissesto e la società GTT verrà fortemente penalizzata oppure cercare di salvare la società ricorrendo all’apporto di terzi o fare affidamento sull’intervento dello Stato?

Sindaco Appendino o, se preferisce, Sindaco Tentenna se si è svegliato dal suo sonno dica cosa vuole fare la Città ( che fino a prova contraria è l’unico socio di GTT) e non si nasconda dietro la necessità di attendere l’asseverazione del piano industriale da parte di Deloitte, perché la salvezza di GTT non verrà da Deloitte ed il tempo sta scadendo.”

Alberto Morano

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Articolo pubblicato il 17/10/2017