Alternanza Scuola-Lavoro: un flop?

Manca la conoscenza e la consapevolezza, nello svolgimento di rispettive funzioni

Venerdi  13 ottobre ci sono state molte manifestazioni di studenti in tutta Italia. Protestavano contro i provvedimenti, che hanno introdotto nelle superiori l’alternanza scuola-lavoro. Prima di dire che gli studenti hanno ragione e quindi dare una valutazione negativa sulla normativa, che regola la materia, crediamo sia necessaria una riflessione, altrimenti si corre il rischio di valutare senza conoscere e quindi di buttare via il bambino con l’acqua sporca.

Una prima considerazione

Il Parlamento ed il Governo italiano hanno adottato questi provvedimenti sull’alternanza in totale sintonia con le indicazioni dell’Unione Europea, che con uno suo documento ha sottolineato l’opportunità di interventi da parte delle autorità nazionali sull’istruzione e formazione al fine di rispondere “alle nuove esigenze della società europea in materia di standard di qualità e risultati di apprendimento”, esigenze “da collegarsi al bisogno di competenze necessarie ai giovani per il loro inserimento con successo nel mondo del lavoro”

E’ l’ Unione Europea che ha dunque sottolineato, in una visione generale, la necessità di un’impostazione nuova idonea a generare un più stretto contatto tra scuola e mondo delle imprese. Il sistema scolastico italiano, in base all’ impostazione comunitaria, e stato rivisitato dal Parlamento e dal Governo e ha ricevuto nuove indicazioni operative, da considerarsi sotto tutti gli aspetti innovative e foriere di modifiche da un punto di vista culturale e di mentalità. Tutti i soggetti interessati sono pertanto chiamati a nuovi compiti. Qualche richiamo a queste novità.

Novità per la scuola

La legislazione italiana, con diverse norme, ora prevede un periodo di alternanza scuola-lavoro ed assegna agli istituti scolastici il compito di organizzare con le imprese la presenza degli allievi nelle strutture aziendali. Ecco alcuni elementi significativi: l’allievo va inserito nell’azienda cin un percorso formativo, che deve essere costruito dalla scuola con l’impresa ospitante e deve essere questo percorso collegato al curriculum dello studente.

L’inserimento non deve essere basato su elementi generici, ma deve tenere conto dei fattori che nell’attività in azienda possono completare il lavoro didattico nella scuola. Non solo, nella scuola deve essere individuato un tutor, che abbia competenza professionale per seguire da un punto di vista tecnico l’allievo e sia in grado di rapportarsi con il tutor che l’impresa deve mettere a disposizione.

In sintesi due le novità per la scuola: progetto formativo, costruito con l’imprenditore ospitante e tutor con la preparazione professionale adeguata.

Nuovi compiti per l’impresa

L’impresa è chiamata ad un nuovo ruolo: il titolare dell’impresa, o un suo incaricato, diventa codocente., in altre parole un docente da collocarsi sullo stesso piano dell’insegnante o degli insegnanti dell’ istituzione scolastica. Egli deve dunque assumersi direttamente o tramite un suo collaboratore la responsabilità di somministrare attività di formazione.

Un concetto deve essere chiaro: l’allievo in alternanza non deve sentirsi in parcheggio né deve essere utilizzato a costo zero dall’imprenditore per sostituire personale assente o mancante.

Certe critiche mosse all’istituto dell’alternanza scuola-lavoro sono la conseguenza del mancato rispetto da parte imprenditoriale di questo principio molto chiaro. L’intenzione del legislatore è quella di offrire conoscenze aggiornate  e dirette dei processi aziendali all’allievo, che entra nella struttura  non per svolgere attività  lavorativa, ma per apprendere. In parole semplici, il fine della sua presenza non è quello di lavorare ma è quello di conoscere. E per inciso diciamo anche di farsi conoscere, perché per certi aspetti un percorso di alternanza scuola-lavoro vale molto di più di un colloquio ai fini dell’assunzione.

Una nuova situazione per l’allievo

Il terzo soggetto, che citiamo per ultimo, perché è il più importante, è lo studente. A lui, destinatario e beneficiario finale di tutto il sistema do alternanza scuola-lavoro, sono riservate alcune prerogative, che in precedenza non aveva. Innanzi tutto può, e deve per noi, partecipare alla costruzione del progetto ed esprimere le sue motivate esigenze.

In secondo luogo l’allievo ha la possibilità, alla fine del percorso formativo in azienda, di esprimere la sua valutazione sull’ attività e questa sua valutazione finirà nel documento richiamato nella “carta dei diritti e dei doveri dello studente”. Proprio in queste settimane l’iter di approvazione del testo  è terminato e quindi la carta è operativa a tutti gli effetti. E’ bene, sotto questo punto di vista, che gli studenti prendano coscienza, non solo dei loro doveri, ma anche del complesso delle loro prerogative per poter esigere l’applicazione di tutto quanto nella legge è previsto. s

Considerazione finale

Di fronte a tutte le novità introdotte dalla legislazione è necessario che prima di tutto ci sia conoscenza precisa delle innovazioni e, in secondo luogo si attui un rigoroso rispetto della legge, cambiando prassi e comportamenti se necessario. Solo in questo modo le eventuali critiche saranno costruttive e potranno portare ad eventuali adattamenti legislativi.

Franco Peretti

Esperto di diritto comunitario

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Articolo pubblicato il 20/10/2017