Torino - Franco, torinese di nascita, ci racconta la sua città

Delusione e preoccupazione nelle sue parole

Incontrarsi dopo un lungo periodo, rivedersi con piacere per ricordare il passato oppure esprimere delusione per il presente: tutto ciò fa parte del vivere di ogni giorno. E' accaduto anche a noi di Civico20News e lo riportiamo per quello spaccato di vita quotidiana che spesso ci lascia senza emozioni semplici ma significative.

Franco, figlio di Siciliani, è nato a Torino e qui ha vissuto per 34 anni; un amore per la sua città che oggi, secondo le attuali impressioni, si è trasformato in una sofferenza per il rovesciamento totale delle condizioni di vita che egli attribuisce in maggior parte all’attuale Amministrazione comunale.

“Voglio lanciare qualche idea – ci ha detto – per far reagire i torinesi di cui mi ritengo ancora di far parte. Sono un nonno preoccupato per ciò che sta accadendo ogni giorno ai grandi ed ai piccini. Andavo a scuola alla Balbo e ricordo un vigile urbano sempre presente e pronto ad intervenire: una sicurezza per tutti, una tutela dei diritti. Oggi, purtroppo, mi tocca constatare che i suoi attuali colleghi sono solo più in giro per fare multe e non per la prevenzione di una qualsiasi forma di illegalità".

Anzi, secondo lui è aumentato l’accanimento contro chi, anche solo per un istante, commette l’irregolarità sanabile con il buon senso: cosa che regolarmente non accade:

"Ciò che mi ha indispettito, in una situazione vissuta da poco, è stata la presenza di due Extracomunitari intenti a taglieggiare i passanti senza che nessuno distogliesse l’attenzione dalle multe per intervenire a tutela dei cittadini. Mi trovavo in zona ospedali e ricordo la presenza di una coppia di zingari che infastidivano i passanti favoriti dall’assenza di un qualsiasi controllo".

Franco, 67 anni, racconta inoltre di essere rimasto "traumatizzato" dall’essere stato oggetto delle attenzioni di un uomo di colore che in maniera sfacciata gli ha offerto la droga:

"A cielo aperto, dimostrando la sicurezza di chi sa che non interverrà nessuno. Anzi i vigili, se informati di ciò che sta accadendo, rispondono spesso di non intervenire perché temono per la loro incolumità. E tutto ciò mentre la Sindaca, come piace che sia detto, ha affermato, fra il panino a scuola e la salute in generale, che bisogna legalizzare le droghe leggere, lei che è il più alto ufficiale sanitario del comune, lei che ha una bimba piccola che fra non molto potrebbe essere coinvolta: non mi sembra una mamma che sta preparando un roseo futuro per la figlia".

Concetti un po' troppo permissivi come quello di concedere la residenza alla comunità che per eccellenza non dà alla donna il giusto riconoscimento relegandola ad un ruolo di sudditanza:

"Ritornando alle multe, mi lascia perplesso il fatto di aver inserito a bilancio, e parlo dell'Assesorato preposto, quote che non si è in grado di quantizzare in precedenza se non con un piano finalizzato all’incasso di una cifra definita utile per il risanamento. Mi è stato persino detto che si operava facendo riferimento allo storico degli anni precedenti, ma mi sembra un metodo basato su una realtà ben diversa da quella attuale".

O ancora più gravemente si mettono gli agenti nelle condizioni di doverle fare per rispettare i traguardi:

"Gli stessi che lasciano le auto di servizio sui marciapiedi dando il buon esempio; io l’ho fatto una sola volta, ma mi è costato caro. Mi viene perciò da capire che c’è qualcosa che non va come le ispezioni nei piccoli ristoranti che producono inquinamento mentre nei campi rom dove bruciano le matasse per isolare il rame non va mai nessuno, tranne rarissime eccezioni. Senza parlare del deturpamento paesaggistico, ma forse per qualcuno i vincoli non esistono".

Franco ha inoltre espresso la speranza che qualche magistrato, oltre ad indagare sui pesci dell’acquario o sulla proprietà di un cane durante una separazione, renda esecutivi i provvedimenti presi e disattesi “in attesa di giudizio”.

"Si parla poi di lotta all’inquinamento quando si fa di tutto per non snellire il traffico creando ingorghi ed intoppi alla circolazione senza che ci sia l’ombra di un vigile a tentare, per lo meno, di snellire il traffico".

Franco ha chiuso in maniera accorata sollecitando un pronto risveglio dei torinesi da un pericoloso appiattimento; perito nucleare, accordatore di organi, tecnico della Sindone, organista conosciuto e stimato, spera che i torinesi si riprendano la città agendo nelle giuste e legali maniere:

"Riprendetevi il parco più bello della città che è stato illegalmente africanizzato con pericolose frequentazioni"

ricordando il Valentino ormai da tempo in balìa della criminalità.

 Franco, un nonno che oggi vive nella “Granda” in quel di Mondovì, è rimasto profondamente innamorato della sua Torino, rimpiange i tempi passati e patisce l’attuale degrado morale.

Impressione che traspare dalla immagine d’apertura: uno sguardo sconsolato ricordando i tempi passati.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 20/10/2017