Un invito a recuperare le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto durante il regime fascista
La nostra affezionatissima lettrice, che ricordiamo responsabile del Comitato per la Difesa delle Pensioni di Reversibilità ( CODIPER), ci trasmette questa lettera aperta che vuole ricordare le conquiste previdenziali che risalgono al periodo fascista lanciando un appello a chi si sta preparando per una novella "Marcia su Roma" ed un messaggio ben preciso che va letto con molta attenzione.
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"Cari ragazzi io non credo che oggi sia necessario ripetere una nuova marcia su Roma, ma è necessario, invece, recuperare le conquiste che i lavoratori hanno ottenuto durante il regime fascista.
Al primo posto metto i contributi previdenziali, cioè quella parte della retribuzione del lavoratore trasferita all’INPS, in attesa di essere utilizzata al momento del pensionamento. In altre parole l’INPS è “la banca dei lavoratori”
L’INPS discende dall’Istituto Nazionale Fascista della Previdenza Sociale (INFPS) fondato nel 1933 da Mussolini. Alla fine della seconda guerra mondiale, quando l’Italia è diventata una repubblica democratica, l’Istituto aveva un immenso patrimonio immobiliare di pregio. Le pensioni venivano pagate con il ricavato degli affitti di questi immobili. Disgraziatamente il patrimonio immobiliare è stato svenduto.
Nel novembre del 2013 il Comitato per la Difesa delle Pensioni di Reversibilità ( CODIPER) , di cui sono la responsabile, organizzò un presidio davanti alla Sede INPS di Torino per protestare contro la legge che ha tagliato le pensioni di reversibilità, (maturate dai contributi). In quella occasione evidenziammo che vengono elargite, senza tagli, pensioni a sindacalisti e uomini politici. Il paradosso è che queste pensioni non sono coperte da contributi previdenziali. Però è tutto legale perché, nella repubblica democratica fondata sul lavoro, con la legge n. 252/1974 del sindacalista Giovanni Mosca, sono stati utilizzati i contributi dei lavoratori per dare la pensione a politici, sindacalisti e dipendenti del sindacato pagati in nero.
Nella repubblica democratica fondata sul lavoro, con la legge 335/1995 le pensioni di reversibilità sono diventate pensioni sociali soggette a decurtazioni sulla base del reddito.
Nella repubblica democratica fondata sul lavoro viene pagata, a carico dei contribuenti, la pensione, (o vitalizio che dir si voglia), ad una pletora infinita di ex parlamentari, di ex consiglieri regionali, di ex europarlamentari. Questi pagamenti erano illegali in quanto non previsti da alcuna legge. L’articolo 2 della legge Richetti, ( che viene fatta passare come legge che abolisce i vitalizi), in realtà li istituisce modificando l’articolo 69 della costituzione. Questo e un esempio palese di come i politici, di qualunque partito, prendono per i fondelli i contribuenti.
Durante il vituperato “regime fascista” i politici non si sono attribuiti privilegi come pensioni, sanità privata e il TFR.
Cari ragazzi, se volete godere un giorno della giusta pensione, dopo una vita di lavoro, è necessario “okkupare”, in nome dei lavoratori italiani, le 359 agenzie INPS dislocate nel territorio nazionale. A mio modesto avviso, prima di tutto, bisogna pretendere che l’INPS si dedichi esclusivamente alla PREVIDENZA, come scritto nel suo nome: Istituto Nazionale della Previdenza Sociale. L’ASSISTENZA SOCIALE deve essere delegata ad altro Ente.
Forza ragazzi, al grido del ritornello della canzone “Noter de Beghen” occupiamo le sedi della “banca dei lavoratori” di tutta Italia cantando:
“e qui comando io, e questa è casa mia, ogni dì voglio sapere, ogni dì voglio sapere, chi viene e chi va”.
Giuliana Tofani Rossi
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Articolo pubblicato il 03/11/2017