Torino - Oftalmico e Città della Salute: donna incinta salvata da un melanoma all'occhio
Luciano Arturi

Liliana Carbone per Civico20News

Anna (nome di fantasia per tutelare la sua privacy) è una donna torinese di 28 anni e a dicembre diventerà mamma del suo primo figlio, un maschietto. Insieme a lui, seppur ancora in grembo, Anna ha dovuto combattere una battaglia importante, quella contro un tumore che ha scoperto alla 28esima settimana di gravidanza. Un gravissimo melanoma all’occhio sinistro, una malattia rara che tra le donne in gravidanza affette da melanoma ha un’incidenza dello 0,4 per cento. La diagnosi è stata un colpo al cuore perché la prima cosa che Anna ha pensato è stata: .

Anna e il piccolo ora stanno bene grazie ad un intervento “salvavita” che ha unito due realtà sanitarie di eccellenza, l’ospedale Oftalmico e la Città della Salute e della Scienza di Torino, il 5 ottobre, quando nelle sale operatorie della chirurgia plastica e ricostruttiva del Cto è stato eseguito un intervento di enucleazione dell’occhio, ovvero di rimozione completa del bulbo oculare e successivo inserimento di una endoprotesi, dall’équipe di chirurghi coordinata dal dottor Luciano Arturi, responsabile del servizio di chirurgia orbito-palpebrale che afferisce alla divisione di chirurgia plastica e ricostruttiva di cui il primario è il dottor Fabrizio Malan, coordinatore del servizio di chirurgia oftalmoplastica dell’Oftalmico.

Dopo cinque giorni dall’operazione Anna è tornata a casa e tra meno di un mese potrà indossare una protesi oculare che renderà praticamente indistinguibile l’orbita sottoposta ad intervento rispetto a quella del lato “sano”. spiega oggi il dottor Luciano Arturi.

Anna aveva capito che qualcosa non andava quando la sua vista aveva cominciato ad annebbiarsi. Preoccupata, aveva deciso di recarsi all’Oftalmico. I medici non avevano avuto dubbi a pensare che si trattasse di un melanoma all’occhio sinistro e così, vista l’urgenza del caso e nella speranza di trovare una soluzione al fondato sospetto diagnostico, avevano inviato la donna al professor Leonidas Zografos, responsabile della clinica oftalmologica di Losanna, luminare svizzero oncologo oculare di fama internazionale.

Ma nulla è stato lasciato al caso perché un’altra strada i medici avevano deciso di percorrere. .

Intanto dalla Svizzera il parere non lasciava scampo. .

Al suo rientro in Italia Anna ha trovato una grande rete di collaborazione. Il dottor Marcello Zanotti, oculista dell’Oftalmico ha affidato il proseguimento delle cure al servizio di chirurgia orbito-palpebrale del Cto. In meno di cinque giorni, i medici sono riusciti a creare un’équipe senza precedenti formata dal servizio di gravidanze a rischio del Sant’Anna, coordinato dalla professoressa Tullia Todros, dalla radiodiagnostica universitaria delle Molinette diretta dal professor Giovanni Gandini e dall’anestesia e rianimazione del Cto diretta dal dottor Maurizio Berardino. Il risultato è stato un successo per tutti. ci tiene a precisare il dottor Arturi.

Anna al suo risveglio ha pensato al suo piccolo amore. sono state le sue prime parole. E i medici non hanno potuto che regalarle un sorriso come risposta alle sue paure. l’aveva rassicurata il dottor Arturi. .

L'assessore regionale alla sanità Antonio Saitta ha commentato così il caso: .

 

Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 27/10/2017