L'angolo della satira del Prof Giancarlo Pavetto - Nell’Italietta di Renzi e Gentiloni

I giornali e la RAI

 LA GRANDE GUERRA scatenata dal direttore de La Stampa, Maurizio Molinari e dalle sue fanterie contro il presidente degli Stati Uniti Donald Trump, sta vivendo un momento di tregua. E’ in corso un armistizio. Il quotidiano torinese ha messo addirittura in prima pagina una grande fotografia della bella Melania. Tessendone le lodi e pubblicando sondaggi a lei molto favorevoli. La realtà romanzesca: dimenticato l’amato negretto?

 

Il SACRO GRAAL. Era il calice di Cristo al tempo dei Templari. Oggi in Italia c’è il SACRO PIL, quello che secondo Renzi, Gentiloni e Padoan, aumentando ogni semestre dello 0,3 per cento, dovrebbe fra quaranta anni rendere felici gli italiani. Il governo racconta che è destinato a salire, e che un giorno abbatterà il debito pubblico, aumenterà  le pensioni e darà lavoro a tutti i giovani. Peccato che finora nessuno si sia accorto dei benefici correlati a questo SACRO PIL. Nonostante venga magnificato ogni giorno in tutti i telegiornali.

 

IL PREFETTO DI FERRO. Il sindaco di Virle è stato convocato dal “signor prefetto” ed è stato accusato del delitto di “lesa maestà del migrante”. Solo perché ha deciso di sanzionare quei concittadini che, arrapati dai 35 euro pro capite, ospitano un profugo “senza informare l’amministrazione comunale”. Secondo il solerte prefetto, un sindaco non ha diritto di conoscere chi arriva nel suo comune.  Ma deve comunque essere pronto a fornire servizi e tutele a chi non sa che c’è. Altrimenti è xenofobo, razzista e populista. Presto, secundum Fiano, anche fascista.

 

UN BOLSO EX FOTOGRAFO, certo Oliviero Toscani considerato un vero guru dai sinistri e dai radical scic, che  lo considerano  un artista ed addirittura una persona intelligente, ha affermato, con il solito eloquio forbito, a proposito dei recenti referendum “che chi è andato a votare è un mona.”

 Il Toscani evidentemente non si è mai guardato in uno specchio.

 

 RAI, DI TUTTO E DI PIU’.  Era fino ad oggi difficile capire perché la TV di stato, detta anche TeleRenzi,  pagasse così profumatamente un vecchio marpione come Bruno Vespa. Non certo perché l’aquilano  un tempo proclamava il suo show “la terza camera dello stato”.

 

Lo ha capito perfettamente chi si è collegato l’altra sera con Porta a Porta. Parlava Matteo Renzi dall’alto di una specie di pulpito, che era poi il suo treno. Solo che, più che parlare, il compagno ha fatto un vero comizio ed ha pontificato, illustrando tutto ciò che riteneva avesse fatto il suo governo. In ginocchio ai suoi piedi, lo stesso Vespa e due giornalisti di area, che ponevano garbatamente qualche obiezione e non volevano disturbare. Un dibattito tra un bullo e tre servi della gleba.

 

Ma un dibattito (?) pagato da tutti noi ogni mese con la bolletta elettrica.

 

 

    

 

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Articolo pubblicato il 28/10/2017