Torino FC vs Cagliari Calcio 2-1

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: il Toro torna alla vittoria dopo 5 turni

Il Toro più forte dall’invenzione della ruota, probabilmente stasera contro il Cagliari, cambia modulo: modulo criticato e bannato, solo adesso, da chi fino a mercoledì scorso lo osannava (sempre il solito portale e una lunga serie di addetti ai lavori o presunti tali).

 

Intendiamoci: cambia forse lo spartito, ma i suonatori sono sempre gli stessi e sempre con lo stesso Direttore sullo scranno.

Direttore ormai messo sulla graticola, per alcuni aspetti meritatamente, e che, come al solito in questi casi, risulta l’unico capro espiatorio di tutti i mali e problemi della squadra.

Direttore in odor di esonero, a detta di molti, sempre gli stessi.

Ma siete proprio sicuri che quel signore, originario di Masio (Al), abile burattinaio e manipolatore multimediale, nonchè tesoriere di un bel gruzzolo (sempre ben custodito nella cassaforte di famiglia), nonchè noto per il “braccino”, sia davvero intenzionato a pagare un secondo allenatore?

La vedo difficile. Molto difficile.

 

A detta di molti, sempre gli stessi, la squadra, da stasera, quasi per miracolo e complice il famigerato cambio di modulo, dovrebbe ritrovare se stessa, giocare, correre, divertire e soprattutto vincere: via..., per favore, cerchiamo di essere obiettivi e soprattutto coerenti.

Chi scrive, insieme a pochi altri, giusto per dire, da prima di Agosto, va sottolineando di una rosa sopravvalutata ed incompleta, di un modulo che non paga, di una panchina corta, di scelte a volte scellerate del Mister.

Tutto questo verrà cancellato con un colpo di spugna?

Lo spero, ma la vedo dura. Molto dura.

 

Come da pronostico Mihajlovic cambia modulo e rispolvera il 4-3-3: Sirigu; De Silvestri, N’Koulou, Moretti, Ansaldi; Acquah, Valdifiori, Baselli; Iago Falque, Belotti, Ljajic.

Come da pronostico, fuori Rincon e Barreca, squalificati, fuori Niang e Sadiq, per scelta tecnica, e dentro Belotti, non del tutto a sorpresa, visto che la Nazionale incombe.

Un salto nel passato per puntare al futuro. Vediamo se funziona.

 

Non funziona: Toro bloccato e quasi timoroso che non impensierisce mai il Cagliari, limitandosi a qualche sporadico tiro dalla distanza.

Ljajic sempre lontano dall’area, Iago lontano dal vivo del gioco, esterni che non spingono e non crossano.

Insomma, al di la del modulo, sempre la solita solfa.

Belotti poi, corre imballato, col ginocchio destro vistosamente coperto dal calzettone, che a sua volta copre un tutore: intendiamoci, è sempre il solito “Gallo”, cuore e cojones, ma vistosamente impacciato e non ancora al 100%.

La svolta alla mezz’ora: sugli sviluppi di un corner, il Cagliari parte in contropiede, finalizzato da Barella che, con un perfetto diagonale, fulmina Sirigu.

L’inizio della fine? Forse.

Improvvisamente il Toro si ritrova, comincia a giocare e sfiora il goal su punizione con Ljajic; e sempre grazie al giocatore serbo pareggia dopo dieci minuti: mezza difesa portata a spasso e lancio preciso per Ansaldi che azzecca il cross rasoterra, e Iago, finalmente in posizione, che insacca di rabbia a un metro dalla linea di porta.

Abbraccio dello stesso Iago a Mihajlovic.

 

Nei primi minuti della ripresa si gioca molto poco, causa infortuni, poi, al 10’, bel contropiede, stavolta del Toro, non finalizzato da Ljajic.

Entra Obi, in attesa del prossimo infortunio, al posto di Acquah.

Poco calcio e tanti calcioni in questo secondo tempo, gioco spezzettato e fermo per lunghi tratti.

Tra un fallo e l’altro il Toro però aumenta i giri, crea un paio di occasioni con Ljajic e Belotti e passa in vantaggio al 20’ con Obi, che la butta in rete di testa, in tuffo, al termine di una azione insistita dentro l’area rossoblu.

Il giocatore nigeriano non esulta con la solita capriola, forse per paura di rompersi nuovamente.

Dal goal del vantaggio in poi, ben poco da segnalare, se non un recupero lunghissimo, dovuto alle numerose interruzioni e la difesa che finalmente regge l’urto, per altro molto leggero, degli attaccanti cagliaritani.

 

Il Toro porta a casa una vittoria dopo cinque partite da incubo: questa è la cosa positiva, forse l’unica di questa serata.

La squadra è quella che sappiamo, con pregi e difetti, il modulo può influire, sicuramente, ma per puntare in alto serve ben altro, e sappiamo anche questo, da tempo.

Buona, anzi, ottima prova di Ansaldi, discreto Ljajic, preciso e puntuale N’Koulou.

Belotti ha giocato tutti  i 90 minuti e questa può essere una buona notizia, purchè il rientro, fin troppo precoce, non si riveli un boomerang.

 


 

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Articolo pubblicato il 29/10/2017