I contatti dell' assassino di J.F. Kennedy con il KGB russo

Un documento desecretato dalla CIA fa sorgere nuovi dubbi sulla responsabilità russa nell' assassinio di Kennedy

Tra i file recentemente desecretati dalla Central Intelligence Agency ( CIA) americana ne compare uno molto inquietante, così interessante nella sua gravità che lascia intendere che quelli tenuti ancora segreti siano oltremodo sconfortanti per la pace mondiale.

 

I documenti appena rilasciati dalla CIA mostrano che l'agenzia intercettò una chiamata telefonica da Lee Harvey Oswald, assassino di John F. Kennedy, al dipartimento KGB di Mosca che gestiva "sabotaggio e assassini".

 

Poco più di un mese prima che Oswald assassinò Kennedy il 22 novembre 1963, la CIA intercettò una telefonata da lui fatta al dipartimento.

La CIA identifica Kostikov come ufficiale nel 13 ° reparto del KGB, e risultato "responsabile del sabotaggio e dell'assassinio".

 

Oswald chiede a Kostikov se "c'è qualcosa di nuovo sul telegramma di Washington", e Kostikov gli disse che non c'era.

Tale telegramma, anche se non spiegato nel documento della CIA, probabilmente aveva qualcosa a che fare con il tentativo di Oswald nel 1959 di difendere l'Unione Sovietica, viaggiando diverse volte a Mosca. I sovietici negarono la sua offerta per la cittadinanza ma gli permettevano tuttavia di rimanere in tale Paese per alcuni anni.

 

Il documento della CIA non conclude che Oswald abbia agito contro Kennedy sulle istruzioni russe o con l'aiuto del KGB, ma le perplessità sono tante e tutte a favore del coinvolgimento russo nell' assassinio del presidente americano.

 

Peter Savodnik, l'autore di "The Interloper: Lee Harvey Oswald all'interno dell'Unione Sovietica", ha poi dichiarato che Oswald, entrato a far parte del corpo statunitense dei Marines a 17 anni, si era mosso con la madre 20 volte durante la sua infanzia, probabilmente cercando di vivere a Mosca per ottenere qualche visto illimitato di permanenza in tale Paese.

 

Savodnik sostiene che, invece di cooptare Oswald come potenziale agente contro i rivali di Mosca a Washington, le autorità sovietiche lo hanno mandato a vivere a centinaia di chilometri di distanza a Minsk, in Bielorussia, perché era "sonnolenta, noiosa e tranquilla".

 




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Articolo pubblicato il 03/11/2017