Germania - Infermiere somministra dosi fatali ai pazienti, per poi rianimarli e risultare un "eroe". "Almeno 106 morti".

"Uno dei peggiori serial killer nella storia del dopoguerra". Niels Hoegel è stato condannato al carcere a vita.

Somministrava dosi fatali di farmaci per il cuore, poi tentava la rianimazione del paziente, per impressionare i colleghi e risultare un "eroe". Niels Hogel, infermiere tedesco 40enne, è stato condannato al carcere a vita, con l'accusa di essere il peggior serial killer tedesco nella storia del dopoguerra, poiché a lui è stata attribuita la morte di almeno 106 persone, non sopravvissute dopo i suoi tentativi di rianimazione.

Dal 2015, Hogel sta scontando la pena per sei omicidi accertati, ma le indagini sono ancora in corso e cresce il numero dei decessi a lui collegati, mentre lavorava in due cliniche in Germania. Dopo aver confessato gli omicidi, le autorità hanno chiesto al detenuto su quanti pazienti avesse effettuato l'iniezione: "A essere onesti ho smesso di contare dopo il 50esimo", si vantò lui.

134 corpi sono stati riesumati alla ricerca della verità e adesso Hogel è stato collegato a 106 decessi: il totale potrebbe essere tuttavia molto superiore, poiché diversi pazienti morti nelle cliniche sono stati cremati, eliminando ogni prova che potrebbe testimoniare una sua implicazione.

Hogel, nato il 30 dicembre 1976 in Germania, è cresciuto in una famiglia cattolica . A 11 anni i genitori si sono separati per un breve periodo e, secondo il racconto fornito allo psichiatra, fu all'epoca che cominciò a nutrire paure e insicurezze. A 16 anni decise di voler diventare pompiere, ma, scoprendo di soffrire di vertigini, tentò la carriera da medico per poi preferire gli studi infermieristici.

Il primo intervento chirurgico a cui ha assistito è stata un'esperienza definita "traumatizzante". Ha cominciato a sviluppare ansia e depressione e a bere sempre di più. Il suo primo omicidio noto è avvenuto nel 2000, un anno dopo aver iniziato a lavorare. Dopo aver ucciso almeno altri 35 pazienti, si è trasferito in un altro ospedale, dove ricominciò le iniezioni letali. Questa volta fu un dottore a insospettirsi e ad allertare la polizia, che cominciò le indagini che avrebbero portato alla sua condanna.

huffpost.it

 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/11/2017