Italia fuori dal Mondiale 2018: catastrofe (sportiva) e (s)Ventura annunciate

Roba da far impallidire il ricordo di Pak Doo-Ik e da lasciare in pace per un bel po’ la memoria di Edmondo Fabbri: l’Italia fuori dal Mondiale dopo sessant’anni.

Le macumbe di Infantino, Evelina e Marchionne non sono servite.

Una catastrofe (sportiva) e una (s)Ventura.

Catastrofe (sportiva) per altro annunciata: da un campionato dove giocano titolari Joao Pedro, Nagatomo e Juan Jesus, giusto per fare qualche nome, non ci si poteva aspettare niente di più.

Effetti devastanti della “sentenza Bosman”, serie A in mano a faccendieri e procuratori senza scrupoli, giovani calciatori, magari bravi, relegati perennemente in panchina o titolari nelle serie minori.

Retorica? Luoghi comuni? Può darsi, ma questo è lo stato dell’arte.

Senza andare troppo lontano, e guardando in casa nostra, granata, nell’ultima partita di campionato il Toro ha schierato tre difensori su quattro, due centrocampisti su tre e due attaccanti su tre, tutti giocatori oltre-confine.

Totale 7/11 stranieri.

Alcune squadre sono messe ancora peggio ed il passato è ricco di esempi eclatanti: basti citare l’Inter del “triplete” mouriniano, che schierava 11/11 con passaporto straniero.

Non poteva che finire così, almeno a casa nostra.

In altri paesi, Spagna e Germania, guarda caso le ultime vincitrici del “mundial”, la Federazione ha imposto regole molto rigide sulla crescita e sull’impiego dei giovani, ed i risultati si sono visti e si vedranno ancora.

Da noi gioca ancora De Rossi, rimpiazzato ieri sera da Jorginho, Candreva e Parolo, titolari inamovibili, e Tavecchio, Presidente Federale. Tutto dire.

Ma non basta.

Oltre alla catastrofe, la mancata qualificazione ai Mondiali 2018 è sicuramente una sVentura: infatti se la FIGC cercava qualcuno in grado di esaltare al massimo i problemi del calcio italiano, l’ha sicuramente trovato nel “vate” genovese.

L’uomo giusto al posto giusto.

Esaltato da una frangia della tifoseria granata, probabilmente ammaliata dall’abbronzatura e dalla dentiera, il CT ha dimostrato finalmente, a livello nazionale, di essere quello che effettivamente è: incapace, presuntuoso, sopravvalutato ed arrogante.

Al di là del facile “l’avevo detto, io”, ed io, personalmente, vado dicendolo e scrivendolo da tempo, insieme a pochi altri, prendendomi insulti e minacce, tra l’altro; credo che la pochezza di questo signore, si possa riassumere nel labiale di De Rossi, visto da milioni di spettatori, ieri sera.

Un signore che è riuscito nella difficile impresa di imbrocchire Insigne, far giocare uno spezzone (e fuori ruolo) a El Shaarawy, uomo più in forma in questo scorcio di campionato, rispolverare Gabbiadini.

E qui mi fermo.

Un perdente di successo, che ieri sera ha toccato l’apice della propria carriera.

Italia fuori dal Mondiale 2018: una catastrofe sportiva, economica e di immagine.

Già mi sembra di sentire le bestemmie di colleghi ed imbucati vari, tra viale Mazzini e Cologno Monzese, che non potranno godersi la trasferta in terra russa, degli sponsor che stanno battendo in ritirata e soprattutto dell’omino di Masio (Al) che sta pensando alla minusvalenza relativa alla plusvalenza di Belotti, che non partecipando al “mundial”, vedrà almeno dimezzato il proprio valore.

 


 

 

 

 

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Articolo pubblicato il 14/11/2017