Italia, è la Caporetto del Calcio.

Dopo 60 anni niente Mondiale, Buffon lascia gli Azzurri.

“Gli italiani perdono le partite di calcio come fossero guerre e perdono le guerre  come fossero partite di calcio”, questo affermava Winston Churchill riferendosi alla nostra smisurata passione per il pallone, o alla nostra scarsa attitudine con le ami.
Ed in parte aveva ragione; l’Italia pallonara si è sempre contraddistinta per la sua tignosità, la capacità di far fronte alle difficoltà e arrivare molto spesso in fondo alle competizioni.
Come nel 2006, quando nel pieno di Calciopoli, un gruppo talentuoso ma non eccelso è riuscito a portarsi a casa la Coppa più prestigiosa.
 

 

Certo sarebbe stupido ignorare talenti purissimi come Totti, Baggio, Del Piero, e via dicendo ma la fortuna degli Azzurri è sempre passata dalla difesa: Maldini, Cannavaro, Tardelli, Baresi, Nesta han creato barriere formidabili su cui han sbattuto i migliori attaccanti del Mondo.
Abbiamo inventato il catenaccio, croce per gli esteti, delizia per chi ama alzar trofei. Grazie a lui abbiamo vinto tanto, quasi mai da più belli ma sempre risultando i più forti.
Pur non partendo da favoriti, abbiamo inanellato ottime figure a livello internazionale, e le quattro stelle appuntate sul petto sono lì a testimoniarlo. Quattro mondiali che ci portano, insieme alla Germania, ad essere inferiori nel medagliere al solo Brasile, che del calcio ha fatto una vera e propria religione.


L’affermazione di Churchilll sembra non trovare più riscontro dal 2006, almeno per ciò che riguarda i Mondiali.
L’Italia, dopo il successo di Berlino, ha collezionato una disfatta dietro l’altra: prima in Sudafrica (2010),poi la disastrosa spedizione in Brasile, dove fummo fatti fuori tra gli altri dalla Costa Rica, e per concludere la non partecipazione in Russia. Sempre peggio.
Non accadeva dal ‘58 che la Nazionale di Calcio non raggiungesse la fase finale di un Mondiale, molti dei lettori non erano nemmeno nati; sono disgrazie sportive che possono capitare, e per quello che si è visto in campo ieri sera l’uscita è stata meritatissima.


La doppia sfida con la Svezia, lo spareggio della morte, la gara che avremmo dovuto affrontare con il sangue agli occhi e la consapevolezza di essere superiori, è scivolata via nell’apatia generale, un dramma calcistico da tutti previsto e fatalmente verificatosi.
Zero gol in due partite, poco gioco e scarse idee.
Ieri, in un San Siro colmo, si è palesata tutta la mediocrità dell’attuale calcio italiano. Certo c’è stata un pò più di abnegazione rispetto alla figuraccia di Solna, qualche azione pericolosa, dettata più dalla disperazione che non dalla lucidità. Non è bastato.
E i 70’000 cuori azzurri che erano arrivati da ogni parte d’Italia per sostenere gli Azzurri si son fatti sentire con sonori fischi a fine gara.

L’allenatore, Giampiero Ventura, si è dimostrato inadatto al ruolo, buono per le piccole realtà ma incapace di gestire un mostro più grande di lui. Dopo la perentoria sconfitta con la Spagna a fine agosto non ci ha capito più nulla.
Ad aggravare la sua situazione il fatto di non essersi presentato davanti alle telecamere a fine partita. Sarebbe stato corretto nei confronti di tutti gli italiani, se l’è cavata con un comunicato in serata.
Invece, a prender parola, è stato come al solito Buffon, che in lacrime ha voluto salutare tutti. Era la sua ultima partita: é stato il peggior finale per una carriera leggendaria, che ha visto il suo apice proprio con la maglia azzurra, a Berlino nel 2006. Quell’anno rischiò di vincere il pallone d’Oro, e solo Cannavaro gli arrivò davanti.

Oltre al numero 1 è molto probabile lascino il gruppo Barzagli, Chiellini e De Rossi. Proprio il capitano della Roma ieri sera è stato al centro di una polemica polemica. Alla domanda di riscaldarsi per entrare in campo ha risposto piccato “Ma che cazzo c’entro? Dovemo vincere, nun pareggià…”


Si è detto di Ventura, ma non sarebbe giusto puntare il dito solo su di lui. Sono i giocatori ad essersi rivelati una delusione: la difesa è vecchia, Insigne, Belotti, Bernardeschi sono stati sopravvalutati sopravvalutati, Darmian, Immobile, Candreva, Gabbiadini e Parolo semplicemente in altri anni avrebbero scaldato la panchina. Sempre fossero stati convocati. Paradossalmente il migliore, o forse sarebbe opportuno dire il meno peggio, è stato Jorghino, brasiliano naturalizzato italiano, che ha provato a dar qualità alla manovra.


La Caporetto del calcio italiano trascina nella bufera anche Tavecchio, presidente Figc che ha voluto a tutti costi ventura. Peccato, perche’ la precedente scelta di scegliere Conte si era rivelata vincente, così come la volontà di sperimentare il Var.
Come è giusto che sia si è ricominciato a parlare del fatto che ci siano troppi stranieri in campo e che sarebbe giusto dare spazio ai nostri. E’ un discorso vecchio: è impossibile obbligare le squadre a schierare giocatori nazionali, dovremmo fare una legge apposta, con tutte le conseguenze del caso, come la fuga di talenti esteri in altri Campionati.

Tavecchio ha chiesto tempo, 48 ore per decidere sul da farsi.
Quarantotto ore in cui con ogni probabilità verrà rimosso dall’incarico Giampiero Ventura, si smorzerà la rabbia e in qualche modo l’italia pallonara troverà nuovi stimoli per guardare avanti.
Certo quest’estate sarà parecchio triste
Ci toccherà guardare dalla finestra e con un pò di rammarico la festa a cui non siamo stati invitati. Sperando non si divertano troppo.

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Articolo pubblicato il 14/11/2017