Cyber sicurezza: le aziende spendono poco.

I ritardi italiani nella cybersecurity.

CIVICO20 NEWS - Le imprese spendono poco in cyber sicurezza, benché questa stia rivelando giorno dopo giorno la sua fondamentale importanza. Della spesa per ICT (Information Communication Technology) le aziende italiane hanno speso appena l’1,5%, pari a poco meno di 1 miliardo di Euro e a solo lo 0,05 del Pil nazionale. Sono dati riportati di recente da Gabriele Faggioli, Presidente del Clusit, Associazione Italiana per la Sicurezza Informatica.

Inoltre, riporta il Corriere delle Comunicazioni, “il primo semestre 2017 è stato il peggiore di sempre per gli attacchi informatici, cresciuti nel mondo dell’8,35% e compiuti con precisione “militare” e strategie mirate a seconda del settore”.

Secondo l'Osservatorio Information Security & Privacy del Politecnico di Milano del 2016 “per il 49% delle imprese italiane sono gli stessi dipendenti la prima minaccia alla cyber sicurezza: i competitor sono la minaccia principale solo per il 18% del campione”.

Oltre agli smartphone, strumenti ormai in possesso della maggior parte delle persone, ma senza la necessaria educazione alla sicurezza, sono a rischio gli “utenti social, cloude Internet of Things senza le necessarie misure di sicurezza: gli oggetti connessi, anche in ambitoIndustria 4.0, rischiano di diventare il "ventre molle" esposto al cyber crime”.

"La leva normativa è importante per permettere all'Italia di mettersi al passo sulla cybersecurity ma anche per creare un sistema di sicurezza capace di sostenere i nuovi paradigmi come cloud e IoT – sostiene Faggioli – il rischio di non esserci in questi settori vitali della digital economy è ancora più grande del danno dei cyber attacchi”.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 15/11/2017