Sambuco (CN) - Giovanni Battista Fossati ritorna alla guida del Comune

Dopo le dimissioni che sanno di arguta e predisposta sceneggiatura

La vita politica del Comune di Sambuco continua a tener testa nella storia della Valle Stura grazie alla “vivacità” dell’attuale Primo Cittadino Giovanni Battista Fossati.

Tornato alla guida del piccolo comune del cuneese dopo lo “scippo” subito nel 2007 dagli “stranieri” torinesi giunti con ben due liste per contrastare la lista di paese che in effetti non c’era. Fossati, incandidabile in quanto esauriti due mandati consecutivi, non aveva altresì fatto bene i conti sull’elettorato che non disertò totalmente le urne scongiurando l’auspicato commissariamento.

E così, con ben 5 voti distribuiti nelle due liste, i torinesi acquisirono l’amministrazione del paese. La storia racconta le varie vicissitudini che portarono ad un progressivo assottigliamento delle liste vincenti fino al Commissariamento. La reggenza del Viceprefetto della città di Cuneo condusse alle elezioni del 2012, occasione in cui furono 2 le liste di paese per evitare nuove sorprese.

Naturalmente vinse una di queste ultime, quella sostenuta da Fossati il quale rientrò in consiglio comunale come consigliere. Gli “stranieri” fecero comunque l’eletto, in minoranza, il quale espletò la sua mansione di “oppositore” solo contro tutti.

In effetti Fossati aveva mantenuto una delle sue tante uscite mediatiche in cui asseriva di non volersi più candidare alla reggenza. Ma il tempo ha smentito questi propositi, sani per molti, riportando il “professore” in sella nell’ultima tornata che gli ha ridonato la maggiore ambizione: quella di indossare la fascia tricolore da Primo Cittadino. 

E nemmeno gli incendi del mese scorso lo hanno allontanato definitivamente; con una mossa politica arguta ha presentato le dimissioni dopo un consiglio straordinario che aveva registrato l’astensione di ben 4 membri della maggioranza.

C’era in ballo il prestigio personale in opposizione al tardivo intervento dei mezzi aerei di soccorso, ma anche la certezza che avrebbe potuto ritirare le medesime entro i 20 giorni successivi. E così si è puntualmente verificato, come il ritorno sui passi dei consiglieri dissidenti; un atto dovuto da parte di chi “non fa i capricci” come dichiarato ai media.

Anche la scelta della data, il 4 novembre scorso, non è stata scelta a caso per rientrare nella veste ufficiale e poter ringraziare istituzionalmente i Carabinieri di Pietra Porzio per l’encomiabile lavoro messo in atto in difesa del territorio. Missione compiuta, ci viene da dire; anche perché l’eventuale commissariamento avrebbe portato all’accorpamento alle prossime elezioni nazionali di primavera 2018 e, visti i precedenti, è meglio non rischiare. 

Questo è l’ultimo capitolo della vicenda che ancor oggi tiene banco in quel di Sambuco e dintorni. Una mossa politica, come abbiamo già detto, arguta ma largamente prevedibile per chi naviga nei meandri partitici, ma altresì di grande effetto sulla popolazione che tanto deve a chi, da sempre, ha tenuto in mano le redini amministrative sambucane.

Gli “stranieri” sono comunque presenti in comune con il consigliere “indigeno” Giovanni Chiardola (Amare Sambuco), esponente di quei cittadini che non accettano una qualsiasi forma di sudditanza.

Il seguito alla prossima puntata.

 

Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 19/11/2017