Bianche scie sui cieli di Romagna. Non hanno un nome pronunciabile, ma un volto si

Nuvolosità stratificata dicesi alla tv. Immagini destabilizzanti agli occhi della gente. Brevi appunti di viaggio in direzione di Torino

Cronaca di uno spettacolo celeste che impone chiarimenti.

Si era ad Imola lunedì mattina 21 novembre. Sbirciando dall’ampia vetrata di un ospedale, una lunga scia bianca tagliava in due il cielo dell’alba, lungo, profondo e blu.

 

Il particolare non sfuggiva a chi, amaramente, è attento da tempo a queste cose, sebbene mi trovassi in quella clinica per ben altri motivi. Dopo un paio d’ore il cielo terso che il giorno prima aveva concesso al sole di riscaldarmi il volto, veniva preso d’assalto da un intreccio impressionante di scie, documentato, innegabile, evidente.

C'era gente intorno a me, eravamo in sala da pranzo, si vedeva il cielo dall’ampia vetrata, e qualcuno iniziava a commentare lo strano avvenimento menzionando l’innominabile appellativo: “scie chimiche”, spiegando a chi si poneva per la prima volta la domanda, quel che di quelle scie sapeva.

Mi occupo della questione dal 2007 e ancora non ne sono venuto che parzialmente a capo, perciò tacevo ed ascoltavo le verità degli altri: “ci stanno avvelenando! Moriremo tutti di cancro! Già c’è un aumento di molte malattie!…

Qualcuno sapeva tutto, qualcun altro non sapeva niente, ma l’unica cosa certa era che l’intreccio aumentava e che quel cielo fino a poco tempo prima lungo e trasparente, verso mezzogiorno era diventato un domopak lattiginoso e quasi disgustoso.

Verso le due del pomeriggio sono stato dimesso, siamo entrati in macchina e abbiamo imboccato l’autostrada: direzione Torino. Lungo il viaggio, solo verso sud-sud-ovest proseguiva quell’intreccio di scie misteriose e senza nome, perché guai se di cognome fanno: “chimiche”.

Il fenomeno è andato al seguito del viaggio verso il Piemonte con inquietante costanza, nascondendo parzialmente il sole dietro una brutta coltre gelatinosa e biancastra.

Voltando gli occhi a nord, il cielo era azzurro, finché l’ora tarda del viaggio ha confuso tutto in un tramonto rosso scuro e poi nel nero della notte, che avanzando da oriente ha cancellato il cielo, le nubi, le stelle. Eravamo in tre durante il viaggio, tre con gli occhi verso il traffico pesante e qualche sguardo verso quel cielo nelle mani di chi sa cosa e chissà chi.

In macchina, noi persone con un po’ di cultura è un po’ di attenzione. Abbiamo detto quello che pensiamo di questa brutta storia, abbiamo elaborato le più logiche teorie e ci siamo chiesti il perché di tanto silenzio su un soggetto che andrebbe almeno trattato da un punto di vista artistico, pioichè quanto meno, spettacolare.

A questo punto, per un cronista diventa difficile attenersi alla ricerca della verità quando questa è celata. E' evidente individuare il "cosa, il dove, il quando" del fenomeno, ma sfugge il "come e soprattutto il perchè".

E allora sia concessa un'opinione: siano esse scie chimiche o come farfuglia l'informazione "ufficiale", semplici scie di condensa, l'occhio percepisce che in breve tempo la trama e l'ordito di bianche pennellate d'un chissà che troppo stranamente taciuto, trasformano il cielo blu in una bianca porchieria. Questa è realtà, il resto è in attesa di maggiori spiegazioni!

Cosa siete veramente?

Ognuno di noi, strada facendo, aveva le sue risposte, quelle che su queste pagine tante volte sono andato a solleticare, sperando di attivare i processi di attenzione e di valutazione oggettiva di ogni lettore.

Anche oggi il cielo del Piemonte era particolarmente disegnato, in questo anno di immensa siccità i fiumi sono ancora in secca, chissà se nevicherà prima di Natale? Sono sempre di più quelli che iniziano a credere in ciò che stanno vedendo!

È il momento del Tg. Notizie dalle previsioni del tempo: sole tra nuvolosità bassa e stratificata sulla Pianura Padana, ma a fine settimana qualcosa cambierà…

 

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Articolo pubblicato il 22/11/2017