Camminare lentamente attraverso il Piemonte

Trekking e borghi storici per combattere la realtà virtuale e la frenesia del mondo moderno

Da diversi anni, la TV pullula di trasmissioni sulla cucina, sull’enogastronomia, sui borghi e più in generale sul nostro territorio, a partire da Linea Verde, Mela Verde, Geo&Geo e Linea Blu.

In tempi come quelli che stiamo vivendo, dove città inquinate, vita sedentaria e realtà virtuale dettano sempre più i ritmi del nostro vivere quotidiano, il rapporto con la natura, i borghi storici, i percorsi enogastronomici e di artigianato locale sono un qualcosa verso cui sentiamo il desiderio di riappropriarci.

Per questo motivo, sono molte le associazioni che negli ultimi tempi sono nate al fine di svolgere in gruppo attività di conoscenza del territorio attraverso camminate, tra cui ricordiamo WalkinPiedmont, Naturalenti, ProNatura e Trekking Italia.

Tra le tante, dal 2000 esiste Camminare Lentamente, associazione che si pone l’obiettivo di far uso del trekking per tutti (attraverso percorsi pianeggianti o collinari) con lo scopo di far conoscere le bellezze del territorio piemontese, dai borghi storici ai prodotti enogastronomici, dai sentieri panoramici attraverso le vigne alle risorse culturali e di artigianato locale.

Per parlare dell’associazione da lui fondata e di quale sia lo stato del territorio piemontese e delle sue bellezze naturalistiche, abbiamo avuto modo di rivolgere alcune domande a Paolo Tessiore, pacifista, naturalista e attento promotore di un vivere più salubre legato alla tradizione e alla conoscenza delle nostre vallate.



In un'epoca in cui la fretta e la tecnologia la fanno da padroni, la vostra associazione riesce sempre a fare il pieno di adesioni per le giornate di trekking attraverso sentieri e borghi. Come se lo spiega?

Buongiorno a tutti e grazie per la disponibilità accordatami. Faccio una breve premessa, prima di rispondere: cammino tra le dolci colline del territorio in cui sono nato, a Villanova d'Asti, da circa 20 anni, e tutto è cominciato da quando, assorbito totalmente dal lavoro e dalla famiglia (la vita è frenetica con tre figli piccoli, una corsa continua contro il tempo e poi spesso ti tocca stare chiuso in casa per interminabili ore), ho cercato di ritagliarmi del tempo per brevi passeggiate a passo lento. Camminare mi ha riportato con i piedi per terra, mi ha dato la possibilità di tornare alla natura e alle cose semplici, soprattutto relazionare con tranquillità con tutti gli esseri viventi e con loro condividere il proprio cammino di vita. Ecco, la gioia, l'appagamento che ho provato, mi hanno spinto a comunicare agli altri questo modo di vivere sereno, tranquillo, pacifico. E così, con molta naturalezza, è nata, con l'aiuto di mio padre, e dell'Associazione Culturale “Minelli”, nel 2001, la prima “Passeggiata del Traversola”, proprio nei luoghi in cui camminavo nel tempo libero. Da lì poi è nato tutto il resto, e con il passare del tempo ci siamo accorti che molte persone avevano gli stessi interessi e condividevano con piacere il loro tempo libero con noi.

La forza di Camminare Lentamente sta nel saper coniugare la camminata al fine di rilassarsi e respirare aria buona con quella dello stare assieme e comprendere i segreti di vini, coltivazioni, artigianato locale e borghi storici. E' stato così sin dall'inizio o certe idee sono nate col passare degli anni?

No, è stato un percorso abbastanza lungo. Nel 2009 ho conosciuto, proprio ad una passeggiata ferragostana, Angelo Gilardi, di Chieri, che organizzava nel suo territorio iniziative simili alle mie, così, dall'anno successivo abbiamo iniziato a proporre passeggiate insieme. Ci interessava soprattutto far conoscere il territorio che ci circonda e le sue bellezze naturalistiche, storiche, paesaggistiche, il piacere de camminare lento e la gioia di stare insieme. Il successo è stato graduale, ma costante, così nel 2013 abbiamo fondato, con altri amici, conosciuti sui sentieri piemontesi, l'Associazione di promozione sociale Camminare Lentamente. Il numero di iniziative annuali è cresciuto notevolmente, raggiungendo le trentuno nel 2017. Dal 2014 abbiamo introdotto alcune iniziative con degustazioni enogastronomiche, presentazioni di eventi storici, musicali e culturali. Poi, grazie anche alla presenza di mio figlio Giorgio, che si è diplomato all'istituto enologico di Alba, sono iniziate le camminate con interventi più mirati in campo enologico e queste innovazioni sono state molto apprezzate.

Lei è un pacifista e ambientalista, promotore di un mondo più sostenibile. Da quando nel 2000 avete creato questo progetto, come ha visto evolversi o impoverirsi la zona del Piemonte che abitualmente frequentate nelle camminate (astigiano e cuneese) in termini di offerta enogastronomica e qualità di borghi e sentieri?

Si tutto vero, pacifista da sempre e ambientalista da quando ho cominciato a muovermi sui sentieri del mondo. A tal proposito vorrei citare le belle parole dell'amico e camminatore Riccardo Carnovalini: “Non cammino per stare in salute o per fare turismo, ancorché sostenibile e responsabile. Cammino con impegno politico per provare a cambiare, nel mio piccolo, un pezzettino di mondo”. Per quanto riguarda il Piemonte sudorientale, fino a qualche anno fa, prima di percorrerlo in lungo ed in largo a piedi, e quindi di conoscerlo più in profondità, avevo un'idea diversa e meno entusiasmante. Ma poco per volta mi sono innamorato di questo territorio, soprattutto dei piccoli centri, poco conosciuti e sempre meno abitati. In questi luoghi sembra che il tempo si sia fermato ed il paesaggio è sempre incredibile, inaspettato. Un territorio che merita di essere conosciuto, turisticamente molto interessante e che sicuramente attrarrà sempre di più appassionati di ogni luogo del globo. L'offerta di percorsi per i camminatori ed i ciclisti è molto ampia, anche se spesso la manutenzione dei sentieri è totalmente assente. Per quanto riguarda la ristorazione e soprattutto i luoghi dove soggiornare, siamo molto indietro, mancano proprio le strutture. Abbiamo sempre avuto enormi difficoltà a trovare posti per dormire, quando organizziamo trekking di due o tre giorni. Direi che la situazione è rimasta in questi anni piuttosto stabile, senza miglioramenti sostanziali, ad eccezione di alcune importanti realtà, come il Roero, dove, grazie soprattutto all'Ecomuseo delle Rocche e del Roero, i sentieri sono sempre perfetti e di facile fruibilità, e le strutture per pernottare, anche se lentamente, stanno crescendo in quantità e qualità..

Ogni anno programmate più di 30 camminate per il Piemonte, alcune delle quali anche di più giorni. Come scegliete i luoghi che vi sembrano più suggestivi e idonei per tutti?

Come dicevo, per le mete delle nostre passeggiate, ci muoviamo molto, soprattutto in inverno, quando nel fine settimana non ci sono iniziative in programma. Oltre alle 6 o 7 classiche, che proponiamo ogni anno, cerchiamo piccoli borghi da aggiungere al calendario annuale, zone solitamente collinari, con bei sentieri immersi nel verde, della Collina torinese, del Monferrato, del Roero o delle Langhe. Spesso ci contattano appassionati o amministratori, facciamo una passeggiata con loro e decidiamo. Per esempio nel prossimo anno saremo a Montechiaro d'Asti, ove sorge la bellissima Pieve romanica di San Nazario ed anche a Pralormo, famosa per il bel Castello.

Alle vostre camminate partecipano anche molti bambini e ragazzi. Cosa si sente di dire alle giovani generazioni abituate a un mondo virtuale e veloce rispetto a quello più naturale e lento che promuovete?

Abbiamo molte famiglie che frequentano le nostre iniziative, e quindi anche tanti bambini e  ragazzi; inoltre in questi ultimi due anni abbiamo iniziato diverse attività promozionali con le scuole, dai bambini dei nidi di Chieri, con il progetto “A Piccoli Passi”, ai ragazzi della Scuola Primaria e Secondaria di Villanova d'Asti. Essendo un insegnante, ho sempre avuto a cuore il mondo giovanile e da molti anni organizzo camminate con i miei alunni. Certamente la concorrenza con gli smartphone non è semplice; ma anche nei ragazzi, l'esperienza diretta, sul campo appassiona e coinvolge emotivamente. E quando si riesce a lasciare traccia nel cuore, difficilmente questi giovani si dimenticheranno e magari anche dopo anni, come hanno fatto i miei figli, tornano ad appassionarsi per una passeggiata nei prati fioriti del Pianalto astigiano o tra le colline aspre del Roero. Perciò, per concludere, non mi sento di dire nulla di particolare: invito solo giovani e meno giovani a partecipare ad una delle nostre tante iniziative del prossimo anno e vi posso assicurare che dopo, difficilmente, potrete fare a meno di noi e … buon cammino.



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Articolo pubblicato il 03/12/2017