Torino. Istituzioni delle Comunità Energetiche

Conclusa in Consiglio Regionale, una nuova tappa per la proposta di legge

Un altro piccolo passo è stato fatto ieri in Consiglio Regionale per l’avvio della proposta di Legge sull’Istituzione delle Comunità Energetiche.

Tale proposta, ricordiamo, è nata dall’idea dell’ing. Angelo Tartaglia, noto professore del Politecnico di Torino e portata avanti con passione dal Consigliere Regionale Alfredo Monaco, che ne è il primo firmatario.

Il successo della presente legge è stato proprio quello di aver da subito trovato l’appoggio di tutti i gruppi politici, sia di maggioranza che di minoranza, segnale, cita Monaco nell’audizione odierna di “attuazione di una buona politica senza barriere di fazione, per un’opportunità imperdibile intravista da tutti”.

Con l’approvazione di questa legge la Regione Piemonte permetterà di realizzare nella pratica un regolamento già previsto a livello europeo.

I soggetti all’interno di ciascuna comunità energetica saranno quindi in grado di mettere insieme tutte le energie alternative “pulite” per diventare così allo stesso tempo produttori e fornitori.

Questa sinergia tra territori, ricorda ancora Monaco nel ruolo di primo firmatario e relatore della maggioranza, presenterebbe diversi vantaggi.

Quello ambientale innanzitutto, diminuendo drasticamente l’uso di combustibili fossili, per un mondo più sostenibile; in secondo luogo l’abbattimento del monopolio di fatto esistente e la conseguente apertura al mercato di soggetti multipli e diversificati (aziende, privati, enti pubblici…) con ricadute positive sui costi in bolletta.

Non trascurabile è l’aspetto sociale, con l’apertura ai cittadini e ai soggetti coinvolti ad un confronto su questi temi e alla collaborazione reciproca.

L’energia a “prezzo di costo” richiama ovviamente il tema di un Tavolo di confronto, già previsto nella proposta di legge, dove sarà rappresentata anche l’Authority dell’energia, per decidere insieme “le regole del gioco”.

Non si parla quindi di un solo produttore ma della presenza di una rete aperta al raffronto.

Non ultimo, il vantaggio economico per quanto riguarda il mondo del lavoro che vedrebbe nascere e fiorire nuove attività.

Il Piemonte è la prima regione in Italia a dare in questo senso un segnale di virtuosismo che ci auguriamo in futuro possa essere esteso a molti altri territori.

Il prossimo passo ora è aprire lo spazio delle consultazioni, con suggerimenti e pareri di soggetti interessati ad intervenire, comprese le aziende interessate e l’Authority.

Secondo l’Assessore alle Attività produttive, Energia, Innovazione – Giuseppina De Santis – presentei in aula, il tempo stimato inizialmente da Alfredo Monaco di 15 giorni per il suddetto dibattito è limitante per poter accogliere gli eventuali reclami.

Accodati a questa perplessità anche alcuni esponenti di minoranza che, nonostante aver appoggiato a pieno la proposta, preferirebbero lasciare più tempo per l’ascolto.

Certo è che bisogna pensare ad una deadline vera e propria, per non prolungare inutilmente un iter legislativo che, come sappiamo, è già di per sé sempre un po’ “rilassato”.

30 giorni è un tempo più che ragionevole e sufficiente per raccogliere tutte le osservazioni” asserisce Monaco “dato per scontato ovviamente che le parti sopra citate abbiano interesse al tema”.

I soggetti economici hanno sempre grande attenzione a tutto ciò che riguarda il loro restare sul mercato: aspettare gennaio sarebbe da parte della legislatura tempo sprecato e da parte loro segno di disinteresse o di altro di più importante a cui dedicarsi”.

Il 29 dicembre si chiudono le consultazioni

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Articolo pubblicato il 01/12/2017