Saldi di stagione in vista delle elezioni

Chi rischia di non essere rieletto rilancia e chi potrebbe vincere promette

Pensate a quello che accade quando un negozio sta per chiudere o comunque ritiene di voler essere più appetibile in vista del rilancio della propria attività.

Il commerciante inizia a pubblicizzare sulle vetrine, e perché no anche attraverso altri canali, saldi, ribassi, sconti e tutto ciò che miri ad attirare i consumatori.

Pensate anche a ciò che succede quando un nuovo negozio o centro commerciale ha appena aperto o sta per aprire: super offerte, paghi 1 e prendi 3, se spendi una certa cifra ricevi la borsa frigo alla cassa e molto altro per farsi pubblicità.

La politica non è poi tanto diversa e così in queste settimane stiamo assistendo ai saldi di fine stagione, per  la sinistra uscente, e alle super offerte per la nuova riapertura di legislatura, per la destra (forse) entrante.

Alla faccia del fiscal compact di stampo europeo e del debito pubblico storicamente da record, per i saldi di fine stagione (quella 2013-2017) l’offerta a pioggia prevede molto e soprattutto ce n’è proprio per tutti.

Si va dai 10 milioni per sbloccare le assunzioni dei precari, ai 50 milioni per istituti musicali e accademie delle belle arti; dai 300 mila euro per costituire due nuovi parchi nazionali, Liguria e Campania-Molise, ai 30 euro giornalieri per sostenere la piccola pesca; dai 150 mila euro per la manutenzione del cimitero del Vajont a 4 milioni per aiutare le piccole librerie indipendenti; dai 2 milioni per il sostegno dei Carnevali ai 4 milioni per sostenere le iniziative linguistico-culturali degli Italiani al’estero; da 1 milione di euro per l’informatizzazione degli archivi storici dei partiti politici e sindacati ai 60 milioni per sostenere i “caregiver” (pessimo termine per indicare chi bada a un invalido): sino  ai 40 euro al mese per il bonus bebè (prima erano 80 ma si sa che il sostegno alle nascite in Italia non è prioritario per cui nulla da eccepire alla consueta mancanza di strategia per le famiglie).

Siccome, però, il centrodestra non è così sicuro di vincere le prossime elezioni, anche se la cosa appare attualmente assai probabile, Berlusconi e Salvini pensano giustamente a mega offerte per inaugurare anzi tempo la prossima legislatura e assicurarsi più voti possibili.

Si va, dunque, dalla flat tax (23% per Belrusconi, 15% per Salvini, ma si attendono offerte migliori) al taglio dell’iva sui prodotti alimentari per i cani; dall’abolizione della tassa di successione all’abolizione del bollo auto sulla prima macchina; sino al classico aumento delle pensioni minime a mille euro al mese, storico cavallo di battaglia del Cavaliere.

I 5 Stelle, dal canto loro, puntano soprattutto sul vecchio pallino del reddito di cittadinanza, suggerimento lodevole, anche se una maggiore incisività sulle politiche attive, anziché quelle passive, non guasterebbe, sebbene molto meno elettorale.

In attesa della data di scioglimento delle Camere, fortemente condizionata dall’approvazione definitiva della Finanziaria e, chissà, anche del verdetto di Strasburgo sulla incandidabilità o meno di Berlusconi (sul cui pronunciamento ci potrebbero volere cinque o sei mesi), state sereni, così come stette Letta poco prima di avere il benservito da Renzi.



Stampa solo il testo dell'articolo Stampa l'articolo con le immagini

Articolo pubblicato il 03/12/2017