Torino - Ospedale Regina Margherita: ricostruito il cuoio capelluto con membrana amniotica
Giovanni Montà

Liliana Carbone per Civico20News

La membrana amniotica non è solo quella sostanza che protegge per nove mesi, in una speciale sacca, un bambino nella pancia della sua mamma, ma sa essere miracolosa quando è in grado, addirittura, di rigenerare tessuti che sono andati distrutti, come la pelle. Questa speciale membrana, che proviene dalla Banca del Tessuto di Treviso è stata usata per ricostruire il cuoio cappelluto strappato dal morso di un cucciolo di pitbull ad un bimbo di 4 anni.

 

Il bimbo si chiama Luca (il nome è di fantasia per tutelare la sua privacy), ha 4 anni ed è stato aggredito dal cane di famiglia: un morso dato con impeto alla testolina ha procurato una lacerazione così profonda, un buco di 15 centimetri per 8, da far fuoriuscire le ossa del piccolo cranio. A salvargli la vita sono stati i medici del Regina Margherita di Torino.

 

Era un tranquillo sabato pomeriggio di settembre. Nel giardinetto di casa Luca, la sorellina e mamma Paola stanno provando a realizzare un puzzle. Fa caldo e l’unico modo per distrarre i bimbi dalla calura estiva è un gioco di società. Poco dopo arriva anche lo zio dei bimbi che porta al guinzaglio il suo inseparabile cucciolo di cane, tanto amato dai suoi nipotini.

 

Decidono tutti insieme di portarlo a spasso, ma qualcosa di strano accade improvvisamente. Il cane aggredisce alle spalle Luca mordendogli il braccio sinistro e poi la testa. E’ uno shock per tutti. Pianti, urla, si cerca di allontanare velocemente il cane dai bambini e intanto Luca è in un lago di sangue. La sorellina scoppia in un pianto isterico, Luca cerca le braccia della sua mamma e dice di avere tanto male al braccio. "Luca non sentiva dolore alla testa - racconta oggi mamma Paola -, temevo che stesse per svenire dallo shock".

 

Il bambino viene portato immediatamente al pronto soccorso dell’ospedale di Ciriè. I medici intervengono con cure e medicazioni e dopo un massiccio bendaggio al braccio e alla testa, lo trasferiscono al Regina Margherita dove interviene il dottor Giovanni Montà dell’équipe del professor Ernesto Pepe, responsabile della chirurgia plastica pediatrica.

 

La membrana amniotica rappresentava la soluzione per rigenerare il cuoio cappelluto distrutto.

"Per ricoprire il profondo buco abbiamo fatto un trapianto di membrana amniotica, tessuto che non provoca rigetto, è antinfiammatorio e antibatterico"

 

spiega oggi il dottor Montà, chirurgo che era intervenuto allo stesso modo, nel 2015, sulla piccola Bianca, la neonata abbandonata dalla madre perché affetta da una rara alterazione del tubo neurale.

 

"Per il bambino è stato usato un “fazzoletto” di membrana che è stato arricchito da micro innesti dermici che hanno permesso di far crescere vere e proprie isole di pelle. E’ stato come seminare sulla terra per far crescere i frutti. E i risultati sono stati presto evidenti".

 

Nel corso della cura il piccolo Luca ha trovato un nuovo amico: il dottor Montà.

"Ha avuto tanta cura del mio bambino, è stato disponibile in qualsiasi momento e gliene sono grata" dice commossa Paola. Grazie a lui e al lavoro straordinario degli altri medici Luca è tornato a sorridere".

 

Liliana Carbone

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/12/2017