Studi statistici confermano il futuro islamico dell’Europa.

L’irresponsabile mobilitazione per introdurre lo “Ius Soli”.

Il futuro dell’Europa sarà sempre più islamico. A dirlo non sono intolleranti leader politici tacciati di xenofobia o agguerriti gruppi di islamofobi, ma gli incontrovertibili dati statistici appena pubblicati in un dettagliato studio demografico del Pew Research Center, dal titolo Europe’s Growing Muslim Population, che fa il punto sul presente e sul futuro dell’Islam in Europa.

Secondo tale studio, a cura del noto istituto demoscopico statunitense con base a Washington, sebbene la popolazione musulmana, oggi, rappresenti ancora una quota relativamente piccola della popolazione europea, pari a circa il 5% del totale, nel prossimo futuro, essa è destinata a continuare a crescere, anche se, caso del tutto improbabile, l’immigrazione si dovesse interamente arrestare nei prossimi decenni.

All’opposto, se i flussi migratori verso il continente europeo dovessero invece continuare a mantenersi sugli attuali livelli medi/alti, la quota della popolazione musulmana presente in Europa potrebbe arrivare a raddoppiarsi entro il 2050.

Gli analisti del Pew Research Center, a partire dai dati demografici attualmente disponibili, hanno infatti elaborato tre diverse proiezioni statistiche future, modellate su altrettanti differenti ipotesi di “scenari migratori”, dalla più ottimista e irrealizzabile ipotesi di un improvviso arresto totale dei flussi migratori, al più cupo e realistico peggiorare della situazione, passando per una, al momento poco probabile, regolamentazione e messa in sicurezza dei flussi.

Ebbene anche nel più positivo e fantasioso caso di “crescita immigrazione zero”, nei giro di pochi decenni, l’Europa diventerà più islamica per via delle irreversibili e implacabili tendenze demografiche.

Scenario 1: “Zero immigrazione”. Il primo scenario esposto, realisticamente impossibile, prevede una ipotetica completa interruzione dell’immigrazione musulmana, a partire dalla metà del 2016, periodo in cui si è conclusa l’analisi necessaria allo studio.

Tuttavia, anche in questo irrealizzabile caso, come si legge sul sito del Pew Research Center, si andrebbe incontro ad un netto incremento della popolazione musulmana sul territorio europeo: «la popolazione musulmana europea dovrebbe aumentare di circa 10 milioni di persone, da circa 25,8 milioni di musulmani nel 2016 a 35,8 milioni nel 2050. In termini percentuali, i musulmani aumenterebbero dal 5% circa della popolazione complessiva dell’Europa di oggi, al 7,4% della metà del secolo – non solo perché i musulmani stanno crescendo in numero assoluto, ma anche perché la popolazione non musulmana in Europa dovrebbe diminuire di circa il 10%».

Tale crescita è una diretta e logica conseguenza dell’opposto trend demografico che vede contrapposte, da una parte, la popolazione musulmana giovane e prolifica, dall’altro lato, la popolazione europea sempre più vecchia e con un tasso di fertilità ampiamente sotto la soglia di sostituzione: «La popolazione non musulmana in Europa ha un tasso di fertilità di appena 1,6 bambini per donna, ben al di sotto di quello che i demografi chiamano “fertilità a livello di sostituzione”, mentre i musulmani in Europa hanno mediamente più di un figlio medio per donna (2.6)».

Tale presunto scenario di “immigrazione zero” comporterebbe un impatto consistente in particolare nei confronti dei paesi già ad alto tasso di presenza islamica come la Francia, dove, ad esempio, la giovane popolazione musulmana passerebbe da 5,7 a 8,6 milioni, facendo un salto di 4 punti percentuali dall’attuale 8,8% al 12,7%.

Scenario 2: “immigrazione media”. Il secondo scenario, intermedio, delineato dall’autorevole istituto statistico americano, è più plausibile in quanto ipotizza un flusso di immigrazione medio, più in linea con quella che è l’attuale contesto europeo in fatto di politiche di accoglienza e controllo dei confini.

Tuttavia, anche in questo caso di “immigrazione regolare” si va incontro ad una impennata della popolazione islamica in Europa che, nello spazio di pochi decenni porterà ad un raddoppiamento delle presenza musulmana: «In tale quadro, la popolazione musulmana europea raddoppia da 25,8 milioni (4,9%) nel 2016 all’11,2% nel 2050. Ciò presuppone che non arriveranno altri rifugiati in Europa, ma che i recenti modelli migratori “regolari” continueranno nei prossimi decenni. (I migranti regolari sono quelli che non cercano asilo ma si spostano piuttosto per ragioni legate all’economia, alla famiglia, all’istruzione o altro)».

A farne le spese peggiori sarà il Regno Unito che negli ultimi anni è stato il paese europeo che, più di ogni altro, ha “regolarizzato” migranti musulmani: «Il Regno Unito, che ha ricevuto più migranti musulmani regolari negli ultimi anni rispetto a qualsiasi altro paese europeo, in questo scenario, avrebbe la più grande popolazione musulmana del continente entro il 2050, poco più di 13 milioni, pari al 16,7% della popolazione del Regno Unito».

Scenario 3: “alta immigrazione”. Per ultimo, lo studio ha contemplato anche un terzo scenario di “alta immigrazione”, l’ipotesi più cupa ma, allo stesso tempo, non così lontana dalla realtà. Una situazione di accoglienza e regolarizzazione “senza se e senza ma”, oggi sbandierata da più parti, che vedrebbe, da un alto, proseguire gli attuali processi di migrazioni regolari verso l’Europa e, dall’altro, riprendere ed estendersi ulteriormente i flusso record di rifugiati che si sono avuti tra l’inizio del 2014 e la metà del 2016.

In questa malaugurata ipotesi, la popolazione musulmana dell’Europa crescerebbe esponenzialmente fino a superare i 75 milioni entro il 2050, arrivando a rappresentare circa il 14% della popolazione del continente. In tale scenario di “immigrazione di massa”, a pagare lo scotto maggiore, per via delle generose politiche di accoglienza messe in atto negli ultimi tempi, sarebbe la Germania, che entro il 2050 diverrebbe il paese con la più vasta popolazione musulmana in Europa con 17,5 milioni di islamici, uno ogni cinque tedeschi.

A seguire, la Svezia, altra meta privilegiata delle destinazioni dei rifugiati, che con una popolazione di gran lunga inferiore a quella della Germania, si ritroverebbe con il 30% della popolazione musulmana entro la metà del secolo.

Ancora una volta i dati reali degli studi statistici diagnosticano impietosamente quella che è la profonda malattia dell’Europa che, dopo aver rinnegato le sue vitali e feconde radici cristiane, spalanca le porte all’invasione islamica.

In tale drammatico contesto di conclamato suicidio demografico dell’Europa, appare del tutto insensata e surreale la battaglia politica per lo “Ius Soli”, vero e proprio colpa di grazia ad un continente oramai moribondo.

Lupo Glori

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Articolo pubblicato il 11/12/2017