Centrosinistra bruciato - Pisapia e Alfano, ovvero i fantomatici alleati di Renzi fatti fuori dal renzismo.

Civico20” ospita un articolo di Carlo Mascio.

E così la fantomatica coalizione di centrosinistra voluta (davvero?) da Renzi è morta prima ancora di nascere. A decretarne la fine ci hanno pensato i due principali interlocutori ai quali il Pd guardava per la costruzione di un “centrosinistra largo”, ovvero Giuliano Pisapia e Angelino Alfano che, per puro caso, hanno annunciato nello stesso giorno il loro passo indietro. Ma c’è di più. Giuliano e Angelino non solo non stringeranno alleanza con il Pd ma addirittura non parteciperanno alle elezioni politiche del 2018.

Per Pisapia, almeno a parole, è stata “fatale” la decisione del Pd di relegare lo ius soli all’ultimo posto dell’agenda parlamentare che, di fatto, al netto delle smentite piddine, equivale ad un “bye bye” certo al provvedimento. Invece, c’è chi dice che l’accelerazione Dem sul biotestamento abbia contribuito alla scelta di Angelino.

Anche se il ministro degli Esteri non fa alcun accenno alla questione quando spiega le ragioni della sua scelta: "Ho scelto di non ricandidarmi alle prossime elezioni e voglio compiere questo gesto perché quello che ho fatto in questi anni è stato dettato da una sincera passione per l'Italia, quando il paese rischiava di andare giù per un precipizio”. Sarà, ma dire di andare via perché “ho salvato l’Italia”, suona un po’ come un controsenso.

Ragionamenti di facciata a parte, la realtà, per entrambi, è un’altra: in un modo o nell’altro,“fatale” sia per Pisapia che per Alfano è stato proprio Renzi. Altro che ius soli o biotestamenti vari.

Secondo i progetti iniziali dell’ex premier, Pisapia avrebbe dovuto “coprirlo a sinistra”, prendendo consensi che non sarebbero mai arrivati direttamente al Pd. In pratica, riprodurre su scala nazionale l’"operazione Sala" fatta a Milano. Peccato però che l’ex premier abbia avviato la battaglia all’ultimo sangue con bersaniani e dalemiani che poi ha portato alla nascita di Mdp, facendo sì che il povero Giuliano rimanesse a lungo bloccato tre le grinfie degli scissionisti Dem.

Cosa che, al netto dei mille tentennamenti, ha bruciato praticamente sul nascere la “novità” della sua proposta. Tanto che ora Pisapia è arrivato a dire di essere stanco delle continue tensioni. 

Discorso diverso per Alfano che, pur di continuare la sua opera di “salvezza per l’Italia” (e per se stesso), non ha mai abbandonato il renzismo anche quando si è trattato di approvare provvedimenti (le unioni civili, ad esempio) del tutto contrari alla sua cultura politica. Risultato: appiattimento totale con tanto di sberleffi vari da parte del bullo di Rignano (della serie: “hai fatto il ministro di tutto e non riesci a prendere il 5%”).

Tanto che, a quanto si apprende, ora sarebbe stato proprio Renzi a chiedergli un passo indietro per evitare che il suo volto affiancato al Pd facesse perdere consensi a sinistra.

Risultato: alleati (o presunti tali) esasperati dal renzismo e Pd senza coalizione. E questo conferma quello che già sapevamo: Renzi non è “alleabile”. Ecco perchè, a questo punto, un dubbio sorge spontaneo: non è che l“apertura” alle coalizioni, in fin dei conti, era solo l’ennesima farsa mediatica, magari per mettere a tacere solo qualche fazione interna al Pd? Della serie: apro alle coalizioni, faccio fuori gli alleati (oppure li indebolisco), e poi rimango solo.

Se così fosse, ci sarebbe poco di cui stupirsi. 

loccidentale.it

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Articolo pubblicato il 12/12/2017