Da cinecittà a capo di 137 (centotrentasette) ambasciate nel mondo.
Federica Mogherini

E’ uno dei capolavori dello statista di Rignano sull’Arno.

 

Si aggira tra Bruxelles e Strasburgo, seguita da un Tir che porta le sue carte ed i suoi documenti,  la ministra dell’UE, detta Alto Rappresentante per la politica estera europea, o anche lady PESC.

 

E’ Federica Mogherini che più che lady PESC dovrebbe essere chiamata “sora” PESC, visto che viene dagli ambienti di Cinecittà a Roma. 

 

E’ un’amica di Matteo Renzi, che da capo del governo, è riuscito ad introdurla, sia pure con molta fatica, nel sinedrio dei 28 euroburocrati che ritengono di dettare legge a tutto il mondo. E questa Mogherini, scialba creatura poco femminile, (come si adduce ad una vera militante del PD) dal volto algido ed inespressivo, non poteva certo fare eccezione.

 

Insediata negli organismi dell’UE, si è subito occupata, da buona parvenu, del prestigio gastronomico dell’ente ed ha acquistato stoviglie ed argenteria per quasi tre milioni di euro.

 

Ha dovuto gestire l’eredità di chi la aveva preceduta nella carica, curando, con i fondi che le succubi nazioni del continente versavano all’UE per scopi ben diversi, centotrentasette ambasciate, infarcite di 8 mila dipendenti, che costano la cifra di tre miliardi l’anno.

 

Da rilevare che tra le ambasciate gestite oggi dalla Mogherini, c’è quella delle Barbados, che impegna 44 dipendenti, con un costo annuale di sei milioni di euro, e non basta, perché nel centro di Bruxelles, che è la mangiatoia per eccellenza, a pochi passi dal palazzo del parlamento europeo, c’è la sede dell’ambasciata europea, che, con un ambasciatore e venti dipendenti, ha il compito di rappresentare l’europa nel cuore dell’europa.

 

E’ pertanto comprensibile che Matteo Renzi non abbia piacere che questi fatti vengano risaputi e faccia anzi tutto il possibile per nascondere queste lucrose attività della sua protetta.

 

La gestione del patrimonio miliardario inerente alle attività diplomatiche dell’UE, non ha saziato la sete di potere dell’ “Alto Rappresentante per la politica estera europea”, che, indossata una pesante corazza, e prese le sembianze di una tigre feroce, ha dichiarato guerra al mondo.

 

Forte di un esercito composto da 28 bellicosi euroburocrati , ha aperto le ostilità verso la Russia di Vladimir Putin, che era in guerra con l’Ucraina, dichiarando pesanti sanzioni economiche, che hanno danneggiato l’export di quelle aziende italiane (per fortuna non tutte) che  hanno obbedito ai suoi ordini, ma che non hanno avuto  il minimo impatto sull’economia della Russia, che si è subito rivolta  alle nazioni vicine.

 

Afflitta da una grandeur di stile renziano, si è poi travestita da tigre e come Fedry Mogrhy ha poi mostrato i denti, indicendo esercitazioni e manovre delle forze NATO sui confini della Russia.

 

Delusa da Vladimir Putin, che si ostinava a considerarla poco più di un insetto fastidioso, la Mogherini ha dovuto poi ripiegare nel medio oriente dove, in nome della UE, ha contribuito ad aumentare la confusione che già regnava tra Israele, Gaza, Egitto, Giordania, Libano, Siria ed Arabia Saudita.

 

Ha trovato modo di presenziare in Iran alla cerimonia di insediamento di Hassan Rohani. Ma si è presentata nei palazzi di Teheran con la testa fasciata all’uso arabo, suscitando proteste in tutta Europa.

 

Infine lady pesc, dopo un periodo di oscuramento mediatico, si è subito gettata con foga sulla decisione di Donald Trump di trasferire l’ambasciata USA da Tel Aviv a Gerusalemme e si è messa in guerra, seguita dai suoi 28 lanzichenecchi, contro l’America.

 

E’ stata seguita da alcuni stati della UE, tra cui l’Italia del Gentiloni, che contavano di riacquisire con lei qualche briciola di prestigio nel mondo.       

 

Per la prima volta nella storia del genere umano, una donna, asportata da studi cinematografici della periferia di Roma da un povero statista della provincia toscana, ha trovato l’ardire, o la spocchia, di schierare tutto il potenziale offensivo dell’Europa (sic), contemporaneamente contro l’oriente e l’occidente.

 

Nientemeno che contro Vladimir Putin e Donald Trump.

 

La renziana Federica Mogherini, Alto Rappresentante per la politica estera europea, detta anche  “sora”Pesc, può vantare un solo grande merito. Quello di avere tagliato la strada per l’Europa ad Emma Bonino.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 16/12/2017