Ivan il russo: Budrio (BO) - Solo una notte tranquilla per gli abitanti

Poi subito la ferale notizia….

La cattura in Spagna del criminale serbo Igor Vlaclavic ha consentito agli abitanti dei paesi intorno a Budrio di trascorrere una notte tranquilla. Non più elicotteri in volo, non più poliziotti e carabinieri armati fino ai denti in circolazione sul terreno paludoso circostante, non più promesse inutili del ministro degli interni Marco Minniti.

 

Finalmente si poteva, dopo tanti mesi trascorsi nell’ansia, dormire in pace.

 

La tranquillità di quei poveri abitanti però è durata una sola notte, perché già al mattino dopo sono stati raggiunti da una ferale notizia.

 

Il procuratore capo di Bologna Giuseppe Amato, ha annunciato in televisione, in preda ad una notevole eccitazione, che l’Italia ha in corso un mandato di arresto europeo e vuole chiedere l’estradizione della belva umana.

 

La notizia ha rigettato nel più profondo terrore, sia i parenti delle vittime del mostro, che gli abitanti del circondario. Tutti erano sicuri che Ivan il Russo dopo essere stato processato in Spagna, avrebbe scontato laggiù la giusta pena che si era meritato, con l’assassinio di due poliziotti e di un povero contadino.

 

L’estradizione nel nostro paese demolirebbe ogni certezza.

 

A parte la possibilità di fuga dalle carceri italiane, depongono i trascorsi italici del criminale.

 

In Italia da 17 anni, Igor il russo, alias Ezechiele Fehler il serbo, viene arrestato nel 2007 per rapina a mano armata. Condannato a due anni di carcere, viene poi munito di foglio di espulsione ma, come in migliaia di altri casi, non lascia l’Italia e continua il suo “lavoro”.

 

Viene di nuovo arrestato, sempre per rapine multiple e condannato ad altri cinque anni e mezzo di carcere.

 

Riceve come al solito il decreto di espulsione numero due ma se ne frega alla grande e continua la sua attività delinquenziale nel nostro paese.

 

I buoni giudici democratici lo scagionano nel 2015 dall’accusa di rapimento, seguito dalla morte di Pier Luigi Tartari. Nonostante i suoi precedenti, non viene neppure affidato a qualcuno di quegli istituti che, gestiti da immondi preti massmediatici, si propongono di rieducarlo.

 

Nel 2015 compie altre rapine senza che le forze dell’ordine, gestite prima da Alfano e poi da Minniti, siano capaci di acciuffarlo.

 

Sale infine alla ribalta a Budrio, dove compie due omicidi (presunti, precisa La Stampa ) che gettano nel terrore mezza Italia e dimostrano l’inaffidabilità delle forze dell’ordine e dei politicanti che le comandano.

 

Questo suo passato sanguinario è tale da sconsigliare l’estradizione nel nostro paese.

 

L’Ezechiele, appena giunto, verrebbe processato con quel rito abbreviato che, mantenuto in vigore dai gruppi parlamentari di Forza Italia, prevede subito, lo sconto di un terzo della pena.

 

Per compiacere l’opinione pubblica, verrebbe condannato all’ergastolo, il che corrisponde, grazie alla Opera Pia del guru Pannella e della sua allieva Emma Bonino, ad una carcerazione di soli trenta anni.

 

Che poi a loro volta verranno mitigati da una ulteriore riduzione di tre mesi, che scatta ogni anno.

 

Nel nostro paese, l’Ezechiele si farebbe non più di sette-otto anni di carcere, trascorsi i quali, riceverà  il suo terzo decreto di espulsione e, qualora la Serbia si rifiuti di riceverlo, potrà essere messo, visto che le carceri sono gremite, agli arresti domiciliari, munito di quegli inutili aggeggi chiamati braccialetti elettronici.

 

Ci resta solo da sperare che rimanga per sempre in un paese serio come la Spagna.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 19/12/2017