Il viaggio di F. I. verso le elezioni.

Poche idee ma confuse.

Pur seguendo con attenzione i proclami televisivi che Silvio Berlusconi invia a tutti gli italiani, è molto difficile comprendere la strategia che il suo partito adotterà in vista delle elezioni.

 

I dirigenti di Forza Italia, sempre muti e silenziosi su ogni questione, hanno tirato solo di recente un respiro di sollievo. Il continuo calo delle percentuali che ha colpito e continua a colpire ll partito di Renzi, rende sempre più improbabile oggi un’alleanza tra PD e FI da mettere in atto, in certe circostanze, all’indomani delle elezioni.

 

Il cav. ha smentito più volte questa eventualità ma è noto da tempo il legame di empatia che avvicina il vecchio Silvio al giovane Matteo.

 

La base del partito come sempre è silente ed aspetta direttive. E’ impegnata in questi giorni ad organizzare cene natalizie, ma non dissimula la sua preoccupazione sull’assalto che vecchi politicanti, una volta  organici al partito e poi partiti per altri lidi, stanno dando al barcone.  

 

Teme pertanto di essere trattata come zavorra e gettata a mare con le prossime elezioni.

 

E’ nota infatti la sindrome nostalgica da ritorno del figliol prodigo, cha attanaglia il vecchio Silvio e che lo porta a reimbarcare in una gremita formazione, che lui definisce “quarta gamba moderata” ogni genere di irriducibili saltimbanchi.

 

Sono assiepati davanti alla porta di Forza Italia, in attesa di essere ricevuti dal cav., politicanti del calibro di Quagliariello, Rotondi, Fitto, Costa, Zanetti e dell’ex sindaco Tosi, con la sua compagna di letto e di politica Bisinello.

 

I parlamentari del partito per ora non manifestano il loro pensiero, perché sanno che coloro, che si opporrano all’accoglienza dei trasformisti, verranno emarginati e sostituiti per primi con i nuovi arrivati.

 

Sono purtroppo a conoscenza della sete di poltrone e di cariche che, approfittando dell’afflato nostalgico di Berlusconi, i ritornati all’ovile si porteranno con loro.

 

Attendono pertanto con ansia quella selezione che verrà decisa dalla triade di Arcore, composta da Berlusconi, Letta e Confalonieri.

 

Sanno che per le candidature dovranno affrontare una lotta a coltello tra tre diverse fazioni. Quella degli attuali esponenti di F.I., quella dei trasformisti di ritorno e quella dei nuovi arrivi che, secondo Berlusconi, avrebbero il compito di rappresentare i giovani, gli anziani e la cosiddetta società civile.

 

Anche il progetto delineato dal buon Silvio per il dopo elezioni suscita molte perplessità.

 

Nel caso non si possa comporre una maggioranza idonea a governare, Berlusconi propone, ed in questo sembra concordare con Mattarella, di mantenere in vita il governo Gentiloni, fino a  nuove elezioni, da tenersi dopo uno stallo di tre mesi .

 

E’ un progetto molto nebuloso che non chiarisce se, insieme al Gentiloni, verrà mantenuta al governo anche l’attale compagine governativa, con la signorina Boschi  (che il cav. evita sempre, chissà perché, di nominare) ed altre auguste  eccellenze quali la ministra Fedeli, la Madia, il Poletti, il Delrio, il Martina, Il riccioluto Lotti, il Minniti ecc.ecc…

 

Sono di nuovo tesi nel centro destra i rapporti tra Berlusconi e Salvini, dopo che il primo ha dichiarato che Salvini “fa solo capricci, ma poi ragiona e si allinea”, ma  soprattutto a causa dell’affossamento da parte di Forza Italia, della legge del leghista Molteni, che voleva escludere il rito abbreviato e tutto il corteo delle altre indulgenze a chi è condannato per gravi e sanguinosi reati.

 

E’difficile comprendere perché Berlusconi ed il suo partito abbiano deciso di cassare questo giusto provvedimento di legge.

 

Anche se molti osservatori sostengono che questa decisione sia stata adottata al solo scopo di non concedere nessun vantaggio alla Lega, nella corsa alla supremazia all’interno della coalizione di centro destra.

 

A gettare benzina sul fuoco è stata inoltre la richiesta, molto intelligente ed interessata, da parte del noto assassino Igor Vaclavic, arrestato in Spagna,  di venire estradato, processato ed incarcerato in Italia.

 

Dove la mentalità dei giudicanti, le condizioni di detenzione, gli sconti di pena e l’empatia dimostrata da associazioni del tipo “nessuno tocchi caino,” creano un’aura favorevole a chi delinque ed uccide.

 

 

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Articolo pubblicato il 20/12/2017