Riccardo Marchina e il suo nuovo libro "Quando la noia ci travolgeva"superba analisi della periferia di Torino e delle tematiche che le ruotano intorno.

fgbb"Nel suo nuovo libro "Quando la noia ci travolgeva" (Meligrana ed.) Riccardo Marchina, giornalista e brillante scrittore pinese, ci conduce nelle periferie dimenticate di Torino, una grande città dove, al pari di numerose altre simili,  la vita si svolge fra mille disagi e complicazioni che sembrerebbero in grado di impedire una esistenza priva di sentimenti positivi ed in grado di cancellare  quanto di buono vi può essere in un ambiente dall' apparenza ostile ed assai degradato. L'autore tratteggia un quadro reale della situazione in cui si trovano a vivere alcuni giovani, anzi giovanissimi, che avanzano nel loro vivere quotidiano fra mille difficoltà.

Marchina ci racconta della problematica adolescenza di Pino, il protagonista del romanzo conosciuto come "Sciagura", la cui vita si svolge nella periferia di Torino, dove trascorre le giornate a bighellonare lungo la ferrovia in compagnia di amici, camminando lungo i binari per ammazzare la noia delle grigie giornate invernali, in compagnia dei suoi amici con cui condivide quella vita randagia, in attesa di assaporare le reali ed importanti emozioni che la vita può offrire, surrogando la sua ricerca nel tentativo  di scansare, all'ultimo minuto, i treni che avanzano veloci verso di loro e che lui ed i suoi compagni vedono nella loro mente come squali feroci. Squali che metaforicamente rappresentano ai loro occhi la società da cui si sentono esclusi ed i pericoli che questa società riserva loro.

sscccDivertimento pericoloso e folle, ma praticato con  la mente ad un viaggio reale da poter compiere percorrendo quei sentieri ferrati di cui non si intravede la fine, ma al tempo stesso  di cui si è consapevoli che, seguendoli, si possono raggiungere altri luoghi dove forse la vita è migliore ed è possibile riscattare una grama esistenza a cui è destinato chi è costretto a vivere come lui.

E' innamorato di una ragazza, Luisa, anche lei schiacciata dalle problematiche di chi vive in perenne difficoltà, per di più con una madre che si prostituisce, causandole problemi a non finire e, come è possibile immaginare, una sofferenza infinita. Entrambi vivono la loro storia in una dimensione vagamente onirica, al pari di una sorta di fuga dal  quartiere in cui sono relegati, ma  di cui si sentono padroni.

Le difficoltà in cui Pino si dibatte lo porteranno a scelte drammatiche e pericolose, come l'entrare in una banda di malviventi quasi per caso, come per una scontata evoluzione del suo percorso di vita, alternativa che non potrà avere altra evoluzione che farlo finire in un carcere minorile in cui sarà costretto per un certo periodo al termine del quale, quando verrà liberato, avrà l'amara sorpresa di non ritrovare Luisa, la ragazza amata.   

Nel suo testo Marchina  affronta  con grande efficacia la preoccupazione maggiore del nostro tempo, ovvero la realtà e il timore delle violenze urbane, tema molto attuale, che si tiene assai discosto dalle problematiche  quotidiane, un argomento di cui si parla persino troppo poco, forse perchè mal conosciuto dal grande pubblico. Il libro ha il pregio di innalzare  il livello di conoscenza su di un argomento caratterizzato da un profondo carico emozionale e ideologico; lo fa  tramite il racconto della sofferenza dei protagonisti, che si muovono in un ambiente degradato, caratterizzato da  violenze urbane, tentativi di furti  cui il protagonista prenderà parte, fino a restare come detto, inevitabilmente  invischiato in una azione male organizzata, che pagherà con l'arresto e la successiva privazione della libertà nel carcere minorile Ferrante Aporti, al termine del quale, riacquistata la facoltà di muoversi liberamente, non troverà più la sua ragazza, fuggita chissà dove.

Il giovane delinquente viene visto da Marchina ora come un essere lacerato dall'ambiente critico in cui si trova costretto a muoversi, ora al contrario come un attore cosciente le cui azioni  non sono sempre comprese da quanti attorno a lui lo osservano e si trovano a giudicarlo, molte volte limitandosi alla sola osservazione superficiale delle sue azioni, senza comprendere appieno  quali possano essere le ragioni della sua sofferenza.

La sofferta ricerca della ragazza scomparsa è l'avvincente  racconto di eventi che catturano ilegfwerew lettore, costringendolo a proseguire nella lettura, conducendolo in periferie cittadine note per loro pericolossità in cui, forse, non si sognerebbe mai di inoltrarsi, ma che ora vengono portate alla luce dal brillante racconto di Marchina che, come giornalista, ha potuto sviscerare a fondo tale tematica, adattandola alla vita di personaggi fittizi. Questi, al pari di avatar, riflettono la vita di personaggi reali, costretti a vivere ogni giorno avventure simili a quelle che lo scrittore ci racconta.

Marchina ci offre dunque un racconto che sembra nascere dalle immagini di una telecamera puntata su un panorama di cui, molti di noi, hanno solo sentito parlare; è una relazione reale su quanto capita intorno a noi che continuiamo le nostre vite, solo  in apparenza sicure, a margine di un mondo descritto con sapienza dall'autore.  Questi, oltre al piacere della lettura, ci svela la realtà di situazioni che converrà esaminare a fondo, evitando di continuare ad ignorarle come avviene ancora oggi. Il racconto, oltre alla bellezza della storia, è dunque un invito a considerare, molto più seriamente di quanto in realtà non avvenga, come  i quartieri di confino siano il crogiolo di disagi in grado di rinforzarsi sempre più a livello locale, per diffondersi concentricamente  ad un contesto urbano che continua a vivere, giorno dopo giorno, senza tenere conto dei disagi in cui si trovano a vivere le periferie.

Trailer del libro su youtube al seguente link: https://www.youtube.com/watch?v=jl-Mfc8Xrsg

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Articolo pubblicato il 28/12/2017