Torino - La storia di una paziente trapiantata nel giorno di Natale
Foto di repertorio

Liliana Carbone per Civico20News

Aveva solo ventuno anni quando ha affrontato il primo trapianto di rene e a donarglielo era stato il suo papà. Sono poi seguiti 10 anni di dialisi durante i quali Paola (nome di fantasia), genovese ma a Torino da 8 anni, è riuscita a conquistarsi un dottorato di ricerca, nonostante le grandi difficoltà che un rene artificiale comporta.

 

Poi è stato necessario un secondo trapianto durato dieci anni, dal 2005 al 2015, seguito a sua volta da tre anni di dialisi, ancora lei. Poi alla Vigilia di Natale c’è stata la terza svolta della vita, arrivata tramite una telefonata che non si sarebbe di certo aspettata durante il brindisi, con un prosecco, insieme a suo marito e a casa di una sua carissima amica.

 

“Signora deve venire in ospedale, il rene che aspettava è arrivato, deve prepararsi per il trapianto”

 

diceva la voce dall’altra parte della cornetta. Poi un silenzio assordante, un respiro trattenuto e infine l’urlo liberatorio di gioia. Il giorno che Paola stava aspettando da tre anni era finalmente arrivato. spiega oggi la donna dal letto della terapia intensiva dei trapianti renali, al secondo piano delle Molinette.

 

<“Stai tranquilla, andrà tutto bene” mi diceva la mia amica mentre le tremavano le mani dall’emozione. E io sì, ero convinta che ce l’avrei fatta anche questa volta>.

 

La malattia che affliggeva Paola da quando era ragazza non aveva avuto pietà di lei: si chiama glomerosclerosi e consiste nella presenza di lesioni e indurimenti a carico dei glomeruli, le unità funzionali di base dei reni deputate alla filtrazione dell'urina dal sangue.

 

Per tutta la notte della Vigilia Paola è stata sottoposta agli esami e ai controlli del caso e a Natale è avvenuto l’intervento.

 

Alle Molinette ogni anno si contano circa 130 trapianti di rene, dal 1981 ad oggi il centro è arrivato a quota 3.300.

 

Liliana Carbone

 

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Articolo pubblicato il 01/01/2018