Torino FC vs Genoa Cricket & Football Club 0-0

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: pareggio natalizio, perfettamente inutile, tra granata e rossoblu

Poco più di un mese di assenza, dal 26 Novembre ad oggi (motivi strettamente...matrimoniali), lontano, molto lontano da casa, e ritrovo il Toro, quello più forte degli ultimi trent’anni, esattamente dove l’ho lasciato: metà classifica, cinque partite e sei punti conquistati, frutto di tre pareggi, una vittoria e una sconfitta.

Senza infamia e senza lode. Purtroppo.

Unici veri lampi, a quanto ho potuto leggere e sentire, le vittorie a Roma, contro le due squadre capitoline, in campionato e Coppa Italia: pochino.

Oggi, ultima partita del girone di andata, inutile dirlo, serve una vittoria, franca e sincera, per tenere a galla la baracca, leggi eventuale qualificazione europea, sempre che davvero la società lo voglia.

Scelte obbligate per il Mister, tra infortuni e squalifiche, ovvero (4-3-3): Sirigu; De Silvestri, Burdisso, Nkoulou, Molinaro; Rincon, Valdifiori, Obi; Falque, Niang, Berenguer.

Primo tempo che comincia in perfetto stile natalizio, con le squadre che si studiano senza farsi male, poi dal quarto d’ora è il Toro a prendere le redini del gioco ed a creare qualche pericolo per Perin: Niang protagonista, prima come tiratore, poi come rifinitore; occasione per Burdisso sugli sviluppi di un corner e tiro di Berenguer dal limite, ma la palla non entra.

Occasione per il Genoa alla mezz’ora, con Sirigu che devia in corner un tiro dal limite di Pandev e controrisposta, qualche minuto dopo di Perin che nega la rete, con un gran volo, ancora a Berenguer.

Primo tempo tutto sommato piacevole, con il pareggio che va stretto al Toro: la squadra gioca bene fino alla tre-quarti, ma risente dell’assenza di Belotti e del vice-Belotti nel cuore dell’area di rigore.

Maxi intervallo (21 minuti) e si riparte.

Secondo tempo esatta fotocopia dei primi 45 minuti: inizio soporifero e Toro che dal quarto d’ora prende il sopravvento, ma senza pungere.

Ballardini manda in campo Lapadula e Giuseppe Rossi, applaudito dalla Maratona, e Mihajlovic Gustafson per Valdifiori.

Decisivo Izzo al ’25: salvataggio in tuffo a un metro dalla linea di porta, su pallonetto di Niang.

Alla mezz’ora entra Boyè per Berenguer, ed un minuto dopo ancora Perin nega la gioia del goal a Niang, deviando in corner un perfetto diagonale quasi da fondo campo.

Ben poco altro da segnalare e la partita finisce in pareggio.

Un pareggio che, ripeto, sta stretto al Toro, ma che è specchio fedele di questo girone di andata, mai così avaro di soddisfazioni casalinghe: difesa centrale tutto sommato ben quadrata, N’koulou e Burdisso sono ormai una sicurezza, ma debole sulle fasce, centrocampo che corre ma crea poco gioco, tridente d’attacco che, nonostante il turn-over quasi continuo, non trova sbocchi in area.

Risultato: due mesi senza vittorie allo Stadio Grande Torino.

Quando Belotti non è in campo si sente, sia che giochi al top della forma, che mezzo rotto: il sostituto non c’è e probabilmente non ci sarà, come non ci saranno gli altri innesti, sempre e solo sbandierati.

Quindi dovremo accontantarci di Niang come vice-Belotti: oggi il ragazzo franco-senegalese, ha giocato a sprazzi, molto a sprazzi, anche se mi è parso leggermente più convinto e determinato, rispetto ad un mese fa; ma quando tira mi ricorda Rachid Arma (sigh!), sempre e solo “piattella” e mai collo del piede, ovvero, il goal rimane una chimera.


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Articolo pubblicato il 30/12/2017