Juventus FC vs Torino FC 2-0 (Coppa Italia)

ESSER GRANATA VUOL DIRE FEDE E AMORE: all'Allianz stadium i bianconeri battono i granata e passano in semifinale

Il Toro più forte da quando è stata inventata la Coppa Italia, è chiamato stasera, nei quarti di finale del medesimo torneo, sostanzialmente a non comportarsi da “cairese”: ovvero evitare il “cappotto”, nonostante il freddo, tirando fuori i cojones; ma soprattutto, riferito a chi indossa la maglia granata nello specifico, ad evitare di sorridere, fare selfie ed abbracciare i rivali strisciati dopo la (probabile) sconfitta.

Il ricordo del derby del 2015 è ancora parecchio vivido e francamente un replay non è affatto gradito.

Arbitra il Sig. Doveri e questo non è bello, mi limito a dire.

 

Ho scritto ”probabile” sconfitta, perchè sinceramente non vedo grosse possibilità di vittoria: che piaccia o meno, il divario è incolmabile, anche se gli altri schierassero le seconde linee.

Certo, nel calcio tutto è possibile, anche che segni Niang come prima punta, e sarebbe anche bello se succedesse, per carità, ma, ripeto, arbitra il Sig. Doveri e questo non è bello.

 

Nota di redazione: i colleghi telecronisti RAI sono in sciopero e questo, per una volta ci permetterà di non ascoltare le solite minchiate da prezzolati. Questo è bello.

Nota di redazione #2: il silenzio dei telecronisti, permette di ascoltare le minchiate che sparano i gobbi dagli spalti. Questo è patetico.

 

Comunque, vada come vada, il Mister schiera (4-3-3): Milinkovic-Savic; De Silvestri, N’koulou, Burdisso, Molinaro; Acquah, Rincon, Baselli; Iago Falque, Niang, Berenguer.

Scelte quasi obbligate per Sinisa Mihajlovic, risponde Massimiliano Allegri, con una formazione semi-titolare (el gordo in panchina), con i top-player, o presunti tali, pronti ad entrare se necessario.

 

Quindici minuti di nulla totale da parte di entrambe le squadre e al quarto d’ora esatto i bianconeri si portano in vantaggio: un rimpallo (ma guarda che combinazione), al limite dell’area si tramuta in un perfetto assist per Douglas Costa che al volo, trafigge Milinkovic-Savic.

La restante mezz’ora non dice molto altro: i nostri avversari danno l’impressione di poter segnare quando vogliono, i nostri si arrabattano, senza mai riuscire a proporre tre passaggi di fila, non tragga in inganno il palo di Niang, e non si rendono mai veramente pericolosi.

Due sole piccole occasioni, dovute a svarioni difensivi dei bianconeri, che Berenguer e Baselli riescono a non sfruttare, in maniera quasi ridicola.

Solo Burdisso e Rincon mordono sulle caviglie avversarie. Troppo poco.

 

La ripresa propone simpatia Lichsteiner al posto di Sturaro.

Grande occasione per gli avversari dopo sette minuti, ma Manzukic grazia il Toro.

I bianconeri sono padroni del campo e al ’21 raddoppiano, con la complicità del Sig. Doveri: l’arbitro non fischia un fallo su Acquah, i nostri si fermano per protestare, la sfera arriva a Manzukic grazie ad un rimpallo (nuovamente), e l’attaccante croato, solo soletto in area raddoppia.

Nonostante il (la) VAR la rete viene convalidata e Mihajlovic furente, viene espulso dal terreno di gioco.

In altre epoche sarebbero volati menischi e caviglie, ma i tempi sono cambiati, il Toro è diventato la “Cairese” e tale rimarrà finche avremo questo presidente.

 

Per una volta sconfino un pò (non vogliatemene) ma sento il bisogno di citare il mio amìco di Twitter, Richie Spice, a cui rispondo: #ECCIARAGGIONE!!!, come del resto oggi sostengo ogni parola degli altri  amici di Twitter.

Di fatto, i “granata” aspettano quasi con rassegnazione la fine dell’incontro, cercando di non peggiorare lo score e senza mai tirare in porta, per tutti i quarantacinque minuti più recupero.

 

Non traggano in inganno le reti avversarie arrivate grazie a dei rimpalli e ad un clamoroso errore arbitrale: il “Toro” è ben poca cosa, e questa ne è l’ennesima conferma.

Gli avversari hanno dominato il campo e il possesso palla, noi sempre a difendere e a cercare il contropiede, ma senza risultato, grazie all’evanescenza sulla fasce, al centrocampo poco propositivo e ad un giocatore (giocatore?) che là davanti si è rivelato un ectoplasma.

 

Insomma, siamo alle solite, col tesoretto sempre ben custodito nella cassaforte di Masio  (Al).

 


 

 

 

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Articolo pubblicato il 03/01/2018