Roma - Legge sui piccoli comuni: un nuovo modello di sviluppo
Enrico Borghi, Presidente nazionale UNCEM

Emerge dalla presentazione del rapporto sullo studio Coldiretti-Symbola

Il 92% delle produzioni tipiche nazionali nasce nei comuni italiani con meno di cinquemila abitanti. È quanto emerge dallo studio Coldiretti-Symbola su "Piccoli comuni e tipicità" (scaricabile qui: http://www.symbola.net/html/article/ricercapiccolicomuni_tipicita) presentato dalla Coldiretti e dalla Fondazione Symbola stamani a Roma, a Palazzo Rospigliosi, in occasione dell’apertura dell’Anno nazionale del cibo italiano nel mondo.

Il rapporto vuole raccontare un patrimonio enogastronomico del Paese custodito fuori dai tradizionali circuiti turistici, che potrà ora essere finalmente valorizzato e promosso grazie alla nuova legge Realacci-Borghi sui piccoli comuni approvata di recente dal Parlamento.

"La legge sui Piccoli Comuni è stata un'importante conquista - ha detto Enrico Borghi, presidente Uncem intervenendo ai lavori - adesso dobbiamo accompagnarla nella sua piena realizzazione, insieme ai territori e alle comunità. Possiamo definirla una legge storica perché dà un'alternativa alla resa, attraverso la proposta di un nuovo modello di sviluppo socioeconomico. Anche il Papa ha colto il legame tra le risorse dei territori e le comunità, ed è quello l’equilibrio che i cittadini ci chiedono di trovare".  

Borghi ha ripreso una frase di Kennedy: "Di fronte a quelli che chiedono il perché delle cose che sono, io voglio immaginare cose che non ci sono mai state e chiedere perché no".

"Da questi territori - ha proseguito il presidente Uncem - può nascere l'Italia di domani ed è questo il significato della fascia tricolore che abbiamo sulla spalla. Siamo un pezzo essenziale dell'identità del nostro Paese e con questa legge lo Stato torna a farsi garante dei diritti di cittadinanza di questi territori e a proporre un altro modello, un'alternativa tra la tecnocrazia basata sui numeri e la logica della chiusura. Con una parola, la via italiana alla coesione territoriale e alla identità".

Dallo studio, emerge che il Piemonte è la regione con il maggior numero di Piccoli Comuni (1067) e custodisce un patrimonio di 23 specialità enogastronomiche Dop e Igp di cui due, in particolare, nascono esclusivamente in realtà locali, montane, con meno di cinquemila abitanti: il formaggio Dop Castelmagno e la Robiola di Roccaverano. Un tesoro prezioso che garantisce occupazione e gettito economico, oltre che sociale.

 

 

 

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Articolo pubblicato il 13/01/2018