Silvio smentisce Salvini e ammicca al Matteo sbagliato.

Durante la trasmissione di Porta a Porta sono emerse le grandi differenze tra i due.

Mayday mayday, Houston abbiamo un problema, e il problema più grosso è che la spedizione non è nemmeno partita. La Santa Alleanza che sotto l’egida del Cavalier Berlusconi punta ad annientare quei riottosi dei cinque stelle e a far dei tafazziani renziani un boccon solo inizia a traballare. E non per cause esterne.
Si tratta della tenuta, che non pare solidissima.

Come segno d’intesa, i tre generali verde-azzurri, hanno sottoscritto un documento di due paginette in cui sono sanciti i cardini e i propositi dell’unione, senza che però essi siano approfonditi. Non si tratta, infatti, di un programma comune e condiviso ma di alcuni fogli di comune intesa su cui le rispettive delegazioni dovranno lavorare.
Il patto di Arcore, firmato il 7 gennaio, è un sottilissimo nastro che lega flebilmente i tre contraenti, senza però che esso sia in grado di smussare le divergenze presenti in quantità.

Silvio propone da Facebook, Salvini qualche ora dopo smentisce da Floris.
Matteo annuncia su twitter e Forza Italia storce il naso correggendo il tiro.
Da qualche giorno il copione si ripete in maniera costante.
Ieri, durante la trasmissione di Porta a Porta, se n’è avuta una chiara dimostrazione:

- la Legge Fornero: Salvini sul punto è risoluto, vuole abolirla. Rimuoverla, cancellarla dalla faccia della Terra. Su questo si sta giocando gran parte della campagna elettorale (e della reputazione).
Berlusconi ieri a Porta a Porta è stato molto più diplomatico, parlando di modifiche e mai di abrogazione. "Salvini ha chiesto di abolire la legge Fornero, ne abbiamo parlato con alcuni economisti e approfondito certi aspetti. Credo, dunque, che alcune cose della legge Fornero vanno conservate". E ancora. "L'età media  oggi continua a salire e quindi crediamo giustamente e correttamente che salga anche l'età in cui una persona puo' andare in pensione".

Lo stesso leader di Forza Italia poi ha tracciato una possibile via di fuga, ipotizzando la facoltà per chi volesse andare in pensione prima, di poterlo fare recependo in base a quanto versato.
Una specie di Ape, che già esiste.

- la Flat Tax: Salvini è stato chiaro, va posta al 15%. Berlusconi da Vespa ha parlato di un 23% che potrebbe scendere al 20% qualora tutti gli aspetti economici continuassero ad andare nel verso giusto.
Una proposta, quella dell’ex Cavaliere, sicuramente meno shoccante ma più di buon senso.

- L’Obbligo Vaccini. Salvini si è sempre detto per la rimozione di tale imposizione, e solo pochi giorni fa ha twittato “cancelleremo le norme del decreto Lorenzin. Vaccini si . Obbligo no.”
Peccato non siano dello stesso avviso i colleghi di Forza Italia che tramite l’Onorevole Romani hanno affermato “Sono favorevole alla obbligatorietà dei vaccini. Non penso proprio che l'abolizione dell'obbligo entri nel programma del centrodestra. Noi lo abbiamo votato convintamente».

E persino Berlusconi sulla questione si è schierato con l’ex Governo “Se un provvedimento è giusto e va nell’interesse degli italiani noi siamo disposti a sostenerlo, qualunque governo lo proponga. In questo caso, si tratta di una misura di civiltà, voluta dalla comunità scientifica e nel primario interesse dei minori: nessun significato politico dunque a un voto che è una semplice espressione di buon senso”.

- Il caso Maroni. Dopo aver annunciato di non volersi ricandidare per la Presidenza alla Regione Lombardia, il segretario della Lega ha chiuso la porta a un possibile Ministero targato Bobo. Che, di contro, ha definito “stalinista “il modo di fare di Salvini. Una rottura totale, e in molti ipotizzavano che Berlusconi avesse già preparato una cadrega a Roma per Maroni.

- Il rapporto con gli avversari. Berlusconi non può vedere i 5 Stelle, mentre per Salvini gli amici giurati sono quelli del Pd, oltre che la sinistra “boldriniana”.
Per molto tempo si è paventato di un ammiccamento tra grillini e leghisti, e il famoso inciucio su cui si basò il “Patto del Nazareno” è storia.

Berlusconi critica spesso Renzi, ma a volte sembra farlo più da contratto: anche ieri sera si è espresso positivamente sul Jobs Act e non vede l’ipotesi di grosse coalizioni come il peggiore dei mali.
Insomma, i due hanno nemici diversi.

- L’Europa. Qui ci sarebbe da scrivere u capitolo a parte. Tuttavia vale la pena ricordare come Berlusconi sia un sostenitore convinto del Partito Popolare Europeo e non abbia mai messo in dubbio la permanenza dell’Italia in Europa, cosa che non si può dire del suo collega leghista il quale siede tra i banchi de “L’Europa delle Nazioni e delle Libertà” e ha più volte mostrato l’interesse di ridiscutere tutto, se non di uscirne.

Matteo e Silvio, uno con il doppio dell’età dell’altro, entrambi milanesi ma con caratteri totalmente diversi, spiccio e bizzoso uno, pacato e conciliante l’altro. Ironici ma dotati di una comicità diversa, più tendente al sarcasmo quella del leghista, più aperta e guascona quella dell’altro. Uno è laureato l’altro no, uno indossa sempre felpe o polo, l’altro è difficile vederlo senza abito. Uno spesso e volentieri agita fogli in mano, l’altro smanetta con il tablet. Segno di appartenenza a due generazioni diverse.
Due personalità totalmente differenti, e forse per capire le divergenze bisognerebbe partire proprio da qui.

 

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Articolo pubblicato il 12/01/2018