Tunisia - Primavera araba o baratro?

Di certo dopo la caduta di Bel Ali, 14 Gennaio 2011, il paese è precipitato nel caos e nel fondamentalismo.

Ieri: Ben Ali, soprannominato “Ben a vie” (Ben a vita) rappresentò una forma di dittatura che potremmo definire “morbida”. La repressione contro gli islamici di Ennadha, fu senza appello tanto che la Tunisia, oltre che stabile, sembrava divenuta laica.

Condusse la Tunisia nel gruppo dei Paesi arabi moderati, assicurando all’occidente la propria piena collaborazione nella lotta al terrorismo.

Tra i suoi meriti, l’aver aperto l’economia tunisina agli investimenti stranieri e il miglioramento della condizione della donna.

Oggi: La Tunisia ha visto fatti di sangue di inaudita violenza di matrice terroristica, citiamo i più eclatanti: l’attentato del museo del Bardo e quello di Sousse, e non è riuscita a contenere l’ondata terroristica esterna ai propri confini tanto che risulta essere il paese islamico che più ha foraggiato con i suoi 6mila foreign fighters il fondamentalismo in Siria, Iraq e Libia.

L’avvicendarsi di due governi dopo la destituzione di Bel Ali, il primo a guida Ennadha, chiaramente filo islamico, la Tunisia diviene infatti una repubblica islamica (legata ai fratelli musulmani) ed il secondo, quello attuale che vede comunque Ennadha al potere, hanno portato il Paese ad un tracollo dell’economia e conseguente svalutazione del dinaro tunisino crollato in pochi anni del 40%.

Abbiamo ripetutamente visitato questo paese e ne abbiamo tratto una percezione di costante decadimento sotto ogni profilo, non ultimo il senso di protezione che avverte il turista. Un tempo la polizia era estremamente protettiva nei confronti del turista, oggi è “distratta”; in virtù di incomprensibili scellerate decisioni, lo ignora o ancor peggio. Ci è accaduto di recente di ricevere la richiesta, da una agente di polizia controllo passaporti, di un “cadeau”.

Vi è un aspetto legato all'economia che i media non conoscono o volutamente tacciono: la presenza dei libici.  

L’oltre milione di libici, fuggiti dalla guerra, che ha trovato ospitalità in Tunisia, ha trasferito ingenti ricchezze in valuta e non solo. Questa immensa disponibilità finanziaria ne ha fatto una classe ricca e privilegiata a scapito di quella modesta del cittadino tunisino. Citiamo ad esempio l’affitto degli immobili, oggi è divenuto proibitivo per un tunisino affittare una alloggio nel centro di Tunisi, i prezzi sono raddoppiati se non triplicati, l’unica risorsa rimangono le periferie dove, a detta di chi le ha visitate, la delinquenza la fa da padrone e dove neppure le forze dell’ordine entrano di buon grado.

Un ultimo dettaglio che deve far riflettere è la presenza nel paese di un altissimo numero di alcolizzati; frequentate il centro di Tunisi, vi imbatterete in centinaia di bar dove la birra scorre a fiumi e la violenza in parallelo.

 

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Articolo pubblicato il 17/01/2018