Le discutibili strumentalizzazioni subite dai 5 Stelle

L’andamento delle Amministrazioni di Roma e Torino deve o non deve valere come test elettorale?

In questi giorni a Torino, si parla di come diverse Circoscrizioni siano rimaste deluse nel vedersi posticipare a data da definirsi alcuni incontri con il sindaco Appendino.

Tra queste, ci sono la Torino Centro, dove un centinaio di persone hanno atteso invano l’arrivo del primo cittadino che si era già preso l’impegno di partecipare, la Otto e la Cinque, di Madonna di Campagna, con gli incontri di fine gennaio e metà febbraio già programmati ma rimandati.

La motivazione è che, per evitare strumentalizzazioni prima del voto nazionale del 4 marzo, è meglio non presentarsi così da non dover far evidentemente subire al Movimento 5 Stelle scossoni preelettorali.

La scorsa settimana, proprio sul suo profilo facebook, Chiara Appendino aveva redarguito Matteo Renzi per aver voluto fare da giudice alla vicende legate al bilancio comunale di Torino, anche qui con lo scopo di strumentalizzare fatti locali per colpire i pentastellati a livello nazionale.

E’ opportuno, tuttavia, fare due brevi considerazioni sul concetto di strumentalizzazione durante la campagna elettorale.

Innanzi tutto, al di là del fatto che il segretario del Pd abbia voluto per così dire strumentalizzare i panni sporchi di Torino, è risaputo che sia la giustizia ordinaria del capoluogo piemontese, attraverso le indagini in corso sui falsi in bilancio, sia i revisori dei conti, con le loro dimissioni, avevano evidenziato problemi piuttosto grossi per quel che riguarda il bilancio preventivo dell’Amministrazione pentastellata.

In secondo luogo, dal momento che sul Movimento 5 Stelle nessuno ha dati pregressi di governo su cui valutarli, è più che plausibile che l’esito di due Amministrazioni comunali di due centri, e non proprio due paesini, quali sono Roma e Torino diventino un terreno per valutare la capacità di governare dei grillini.

Il fatto di non presentarsi agli incontri previsti presso le Circoscrizioni, poiché eventuali e assai probabili proteste da parte dei partecipanti nei confronti del sindaco Appendino avrebbero potuto nuocere all’immagine del M5S, è atteggiamento incomprensibile: dobbiamo aspettarci che i sindaci di Torino e Roma non si facciano più vedere in giro prima del 4 marzo per non essere strumentalizzati?

Sarebbe come dire che il ministro Boschi non debba più rilasciare alcun tipo di intervista dopo i fatti di Banca Etruria poiché rischierebbe di danneggiare il Pd oppure che Fontana, il candidato del centrodestra alla Regione Lombardia, non si faccia più vedere poiché dopo la contestata sparata sulla razza bianca potrebbe far male all’immagine della Lega.

In politica, la presunta o reale strumentalizzazione fa parte del gioco e per tanto si viene giustamente valutati anche per quello che si è fatto nel recente passato e non solo per quello che si intende fare in futuro: è vero che gli Italiani hanno la memoria corta, ma pretendere che gli venga azzerata del tutto durante la campagna elettorale è forse un po’ troppo.



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Articolo pubblicato il 20/01/2018