L'EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS - Massimo Calleri: Torino, attacco frontale alla qualità dell'aria

Circolazione sempre più difficile e caotica

Un tempo Torino veniva citata come città dalla circolazione rapida e senza intoppi di derivazione logistica e strutturale.

Costruita sul Castrum romano, l’Augusta Taurinorum aveva conservato la caratteristica antica strutturazione viaria che ne consentiva l’attraversamento per vie parallele o, se si preferisce, perpendicolari. Il che consentiva veloci spostamenti senza code chilometriche dovute ad intasamenti specie nelle ore di punta con conseguente "attacco frontale" alla qualità dell’aria.

Oggi, sostanzialmente, la vecchia rete si è arricchita di nuovi accorgimenti che vanno al passo con le altre città europee come le rotonde che di fatto creano più svantaggi che altro grazie anche alla cultura approssimativa degli utenti che sembrano entrare in competizione fra loro per affermare un tacito diritto.

Per non parlare dei percorsi misti, quelli cioè fatti per rendere più fluido il traffico dell’attraversamento favorendo, di conseguenza, quello locale. Esempi ce ne sono tanti, uno per tutti corso Principe Oddone che, di fatto, avrebbe dovuto consentire il rapido raggiungimento della zona autostrade nel proseguimento del corso Mediterraneo che si ferma, ahimè, nei pressi del Largo Orbassano.

Ma ciò che lascia perplessi è l’innumerevole serie di semafori che interrompono i flussi più che disciplinarli per effetto di una regolazione dei tempi da rivedere. Paradossalmente, i semafori sono in molti casi la salvezza per chi arriva dalle vie laterali, troppe in presenza del presunto alto scorrimento.

Ma così fu deciso e modificato in virtù della grande opera, di quello ormai storico passante ferroviario che in tempi biblici ha consentito ai treni di passare sotto il letto della Dora, unica soluzione rapida di transito che ha mietuto le sue vittime: la vecchia Stazione di Porta Susa ne è un esempio ed ancor oggi non si riesce a trovare una soluzione economico commerciale che dia nuovamente vita ad un tassello storico del mosaico cittadino.

Ma il nodo di tutta la vicenda è piazza Baldissera, erede del sovrappasso di corso Mortara, che costituisce il vero tappo alla circolazione anche perché lì si interrompono i lavori e nessuno sa dare una spiegazione ai cittadini residenti che da anni subiscono danni ambientali e di salute.  

La prosecuzione verso il corso Grosseto è pronta da tempo, ma i lavori sono fermi e non si giunge alla conclusione rapida auspicata ed ormai pretesa. Per non parlare della chiusura del sovrappasso di corso Grosseto, peraltro necessario, che ha contribuito al generale caos.

Un insieme di situazioni come sensi unici improvvisati che stanno esasperando chi in quella zona ci abita o ci lavora: a tal proposito sono in corso raccolte di firme per richiamare l’attenzione dell’amministrazione comunale per una presenza, almeno nei momenti critici, della polizia municipale dirottandola nei punti chiave della città.

E’ comunque impensabile che una città metropolitana, o come la si vuol appellare, non abbia ancora preso in mano una situazione che perdura nel tempo, anzi peggiora di giorno in giorno. I progetti sono una bella cosa, ma se poi i tempi di realizzazione sono, per vari motivi, improponibili è meglio produrre le modifiche una alla volta fino al completamento.

Ma forse il vero problema è l’accesso ai fondi europei: aprire il cantiere vuol dire ottenerli. Ma alla gente chi ci pensa?

Ho dedicato l’editoriale della domenica ad un argomento che ha ormai raggiunto il limite di sopportazione.

Caro Sindaco Appendino, perdon Sindaca, basta con il rifugiarsi suggerendo l’uso dei mezzi pubblici che peraltro inquinano e non hanno la frequenza necessaria e la capacità per ospitare chi, tutti i giorni, esce di casa per conservare la propria dignità con il lavoro.

 

       

       Civico20News

     Massimo Calleri

Direttore Responsabile

 

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Articolo pubblicato il 21/01/2018