World Economic forum Davos 2018

Grande attesa sull’intervento di Donald Trump.

Davos , cittadina della Svizzera, ospita  la 48a edizione del World Economic Forum (WEF), il più importante evento politico-economico a livello mondiale, con 3.000 invitati tra leader politici, dirigenti delle principali Compagnie Internazionali, gli Hedge Fund, le Banche, la tecnologia e le grandi Case Farmaceutiche, oltre ai principali studiosi e politici.

La presenza italiana è molto corposa e di alto livello: il Premier Paolo Gentiloni, il ministro dell’economia Pier Carlo Padoan, Emma Marcegaglia presidente dell’ENI, con Claudio Descalzi ad. ENI, Alberto Nagel ad Mediobanca, Carlo Messina, ad. di IntesaSanPaolo  e molti altri.

Gli obiettivi del Forum sono storicamente , le principali sfide mondiali, come gestirle e come vincerle; in questa edizione, la sfida più importante  è” Come creare un futuro condiviso in un mondo frammentato”. Ma son ben 400 le sfide sui tavoli di lavoro, dalla economia alla cybersecurity, fino all’accordo nord-americano di libero scambio tra Stati Uniti, Canada e Messico. In tale contesto è molto attesa la presenza del Presidente degli Stati Uniti e soprattutto il suo intervento  di giovedì 25.

Come sempre, l’evento è blindato sotto tutti gli aspetti, dalla sicurezza alle indiscrezioni sull’andamento dei lavori che sono a porte chiuse dal 23 al 26 gennaio.

In anteprima in data di ieri, il WEF ha presentato il suo “GLOBAL RISKS REPORT 2018: per il 59 % dei mille esperti e leader di tutto il mondo che sono stati intervistati, il 2018 vedrà un aumento dei rischi, in particolare a causa delle tensioni geo-politiche sia in Medio Oriente che a causa della Corea del Nord. Il 93 % di questi soggetti si aspetta anche un inasprimento nel confronto economico/politico fra le principali potenze mondiali.

Tra gli altri rischi, i più temuti sono quelli correlati all’ambiente quali eventi climatici estremi e disastri naturali. A questi si aggiungono gli attacchi Cyber, frodi e furti di dati, armi di distruzione di massa, crisi idriche. Si temono anche nuove crisi finanziarie dovute ai prezzi alti degli asset, e dell’indebitamento a livello globale, a  cui si aggiungono una minore capacità di intervento della politica e un sistema finanziario che permane debole.

Dal punto di vista italiano, oltre a molti settori, siamo particolarmente interessati alla disamina sulle decisioni dei tassi di interesse nell’Eurozona.

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Articolo pubblicato il 23/01/2018