Il super-ego di Berlusconi

Dalla riforma liberale alla “dittatura” interna al centrodestra: il vecchio che avanza

Dopo aver sostenuto per anni che chi votava comunista era poco intelligente (lui utilizzò un aggettivo molto più sgarbato), oggi che i comunisti non ci sono più l’obiettivo diventano i 5 Stelle.

Durante questa campagna elettorale, Silvio Berlusconi ha più volte sottolineato che il M5S non sia altro che una setta che dipende dal volere di un vecchio comico.

Senza entrare nel merito se il movimento di Di Maio sia una setta pericolosa per l’Italia, ci sono da fare alcune considerazioni sull’uomo che darebbe al nostro paese quella riforma liberale che non era però riuscito a darle quasi vent’anni fa.

Se il M5S è nella mani di un solo grande burattinaio, che dovrebbe essere Grillo, bisognerebbe domandarsi perché questa accusa venga da un uomo come Berlusconi che per primo è anch’egli il gran burattinaio del centrodestra.

Prendiamo i candidati Premier dei vari schieramenti. Il M5S propone Di Maio, il Pd Renzi e Liberi e Uguali Grasso. Nel caso del centrodestra, pur rimanendo a disposizione diverse personalità come Salvini e Meloni, ad oggi sappiamo che è l’unico schieramento a non avere un papabile Premier, poiché Berlusconi attende le decisioni di Strasburgo sulla sua candidabilità; non solo, ma lo stesso Berlusconi ha liquidato la candidatura di Salvini poiché lui “è un centroavanti di sfondamento e lo vedrei bene al Viminale” mentre il Premier potrebbe farlo un uomo misterioso che ha in testa il Cavaliere ma il cui nome nessuno deve sapere.

In un partito come Forza Italia che non è riuscito a rinnovare la leadership in vent’anni, in un centrodestra che ha sempre sbandierato che sono gli elettori a decidere il Premier ma che non ne ha ancora presentato uno, in uno schieramento nel quale Berlusconi è strasicuro di vincere e si permette dunque di non prendere nemmeno in considerazione la candidablità di due giovani politici come Salvini e Meloni, c’è veramente da domandarsi da quale pulpito arrivino lezioni di libertà e democrazia verso il M5S.

La classe politica di questo nostro paese è riuscita, nel bene e nel male, a rinnovarsi, tanto che oggi sulla scena vi sono nomi come quello di Renzi, Di Maio, Lorenzin, Boschi, Salvini, Meloni, Fitto, che vent’anni fa non c’erano, quando invece erano in circolazione i vari Rutelli, Prodi, D’Alema, Cossutta, Diliberto, Bertinotti, Bossi, …

L’unica persona presente nelle due ere geologiche è Silvio Berlusconi, capace di far fuori politicamente i suoi “delfini” (vedi Fini e Alfano scomparsi dalla scena), capace di imporre il proprio ego all’interno del centrodestra (mentre il Pd ha avuto le primarie e il M5S le parlamentarie), capace insomma di farci credere che la riforma liberale può e dev’essere fatta solo da una stessa persona, senza deleghe, senza compromessi, senza passaggi di consegna: la riforma liberale e democratica, nel centrodestra, dovrebbe innanzitutto passare al proprio interno prima di poter essere propinata credibilmente agli Italiani.



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Articolo pubblicato il 26/01/2018