Torino. Sanità, il bicchiere resta sempre mezzo vuoto

Stanziamenti, riduzione di posti letto ad Orbassano e richiesta di stabilizzazione per i medici del 118, gli argomenti contesi

Ultime sedute prima della pausa elettorale, con il venticello complice della propaganda che in qualche modo condiziona gli annunci della giunta.

L’assessore Saitta ha così buon gioco, dopo che Roma ha allargato i cordoni della borsa, ad annunciare la delibera sulla rimodulazione del programma di edilizia sanitaria con nuovi interventi sugli ospedali e sui poliambulatori torinesi e un primo stanziamento pubblico per l’ospedale unico dell’Asl To5, per un totale di 72,5 milioni di euro.

“Il programma - ha spiegato l’assessore alla Sanità illustrando il documento - utilizza una parte dei fondi stanziati dallo Stato alla Regione Piemonte nel 2001, attraverso la legge 448 del 1998, un piano da 129 milioni di euro tra risorse statali e regionali, mai completamente impiegate”.

Attendiamo fiduciosi i risultati, burocrazia e volontà politica permettendo.

Ma nel day by day ospedaliero di criticità ce ne sono ancora molte.

Così Daniela Ruffino, vicepresidente del consiglio regionale, punta il dito sulle affermazioni pronunciate dell’assessore Saitta, durante l’inaugurazione del pronto soccorso del San Luigi di Orbassano.

Spiace constatare che il centrosinistra continui a propagandare fake news in sedi istituzionali sull'Ospedale San Luigi di Orbassano. Le riduzioni di posti letto vengono rinominate trasformazioni e riconversioni all'interno delle aree omogenee, si tirano fuori gli andamenti epidemiologici e la mancanza di linee sulla continuità assistenziale. Tante belle parole, prosegue Daniela Ruffino, che però non fanno che confermare che l'Ospedale San Luigi ha visto la riduzione delle sedute delle camere operatorie e che ad oggi al Pronto Soccorso lavorano in sotto organico".

"Con grande fretta, precisa Ruffino la Regione Piemonte ha inaugurato il nuovo pronto soccorso del nosocomio di Orbassano, palesemente per fini elettorali. I problemi di personale restano però irrisolti e continuano a creare enormi disagi tra i pazienti. Con l'apertura del nuovo Pronto soccorso infatti la Direzione dell'Ospedale avrebbe deciso di ovviare ai problemi di personale destinando 14 posti letto all'interno della Week Surgery per i pazienti di competenza medica provenienti dal Pronto Soccorso stesso. E' evidente che questa scelta ha comportato lo spostamento di personale infermieristico delle sale operatorie, causando una riduzione dell'attività chirurgica. Si pensi che ad oggi nel Pronto Soccorso operano 38 infermieri professionali e 14 Oss quando ne servirebbero rispettivamente 43 e 16. E' evidente l'incapacità della Giunta di rispondere alle esigenze provenienti dal mondo sanitario".

Conclude Ruffino: "Trovo incredibile infine che l'assessore alla Sanità rivendichi un presunto incremento dell'attività delle sale operatorie nel 2016 e 2017.  Certamente se chiudi le sale operatorie di altri nosocomi presenti nella provincia, accentri qualche intervento in più. Il saldo però degli interventi persi da un ospedale e aggiunti dall'altro è negativo: in Piemonte si è abbassato il livello di produttività e lo si evincere dai numeri della mobilità verso altre regioni italiani dei nostri malati. Una vera emorragia che ha un costo economico salato per la Regione".

Le fa eco Stefania Batzella (MLI) che denuncia la mancata stabilizzazione dei medici precari che lavorano nel sistema d’urgenza del 118, quelli che, per intenderci intervengono nelle emergenze, a sostegno e soccorso dei cittadini .

A oggi, sostiene Batzella, nell’interrogazione rivolta all’assessore Saitta, risulta che molti medici che lavorano nell’emergenza sanitaria territoriale operino con contratto a tempo determinato, oggetto di rinnovo annuale.

I requisiti richiesti per l’assunzione a tempo indeterminato sono, oltre alla laurea in medicina, il possesso del diploma di formazione specifica in medicina generale e il corso regionale per l’emergenza.

Considerata la difficoltà a reperire personale medico in possesso dei requisiti richiesti e la cronica mancanza di personale dedicato, nel corso degli anni le Aziende sanitarie hanno conferito numerosi incarichi a medici che non hanno svolto il corso triennale di medicina generale, ma sono specializzati in altre branche della medicina e hanno effettuato il corso regionale. Molti dei medici lavorano anche da 6-7 anni con contratti a tempo determinato.

Negli anni, la Regione Piemonte è intervenuta a più riprese con apposite Delibere di Giunta (a partire dal 2006 fino al 2011) per la trasformazione dei contratti in convenzione a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Tuttavia, dal 2011 la Regione non ha più avviato alcuna pratica per la stabilizzazione dei medici precari, che a oggi risultano essere 68”.

L’Assessore Saitta ha risposto che la regione Piemonte si impegnerà affinché il problema sia risolto con l’applicazione del nuovo contratto collettivo nazionale dei medici di medicina generale (Acn).

E’ paradossale, conclude Batzella, che la Regione, la quale ha potere di legiferare e ha competenza diretta sulla sanità regionale, continui a tergiversare, invece che intervenire con una sanatoria per la stabilizzazione dei medici precari del 118, che da anni fanno fronte con professionalità e competenza a tutte le emergenze sanitarie territoriali

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Articolo pubblicato il 01/02/2018