Startup: un paradosso tutto italiano.

Una startup innovativa su due non ha un sito funzionante.

Un paradosso tutto italiano: soltanto una su due delle startup iscritte al Registro apposito ha un sito funzionante (il 49,7%), le restanti sono carenti. La ricerca del settembre scorso ad opera del Report Startup Seo 2017 suscita dei dubbi sul rapporto tra l’Italia e l’innovazione.

La situazione migliora sul fronte delle startup “facilitate”, ovvero quello che si avvalgono di un supporto professionale (investitori, incubatori, acceleratori): l’86,7% ha un portale ‘in salute’. Il primato sotto questo aspetto va a Torino dove 42 Accelerator vantava 8 startup su 10 con un sito web accettabile.

I dati qui sopra cozzano con la richiesta avanzata nello Startup Day del 5 febbraio scorso di chiamare lo Stato quale principale investitore in questo settore, che nel Bel Paese è privo di un pensiero atto a condurre i privati a scommettere su azienda innovativa.

Perché sembra che qualcosa manchi anche a chi ha l’idea, se metà delle startup iscritte nel registro di Stato è priva di un sito funzionante, quando quel termine anglofono indica proprio una società che si rivolge a un nuovo business e necessità di essere il più attrattiva possibile, quindi un ‘buon biglietto da visita’ come un sito dovrebbe essere la norma.

Come gruppo di imprenditori a nostra volta guardiamo questi dati con amarezza, perché rischiano di significare che qualcosa non va, se non addirittura che il nostro Paese sta mancando l’appuntamento con l’innovazione.

L.V.C.

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Articolo pubblicato il 12/02/2018