Piemonte. Finalmente disponibile una guida Lonely Planet.

Il Circolo dei Lettori di Torino ha da poco ospitato la presentazione del volume.

Su le dentate scintillanti vette salta il camoscio, tuona la valanga da’ ghiacci immani rotolando per le selve croscianti: ma da i silenzi de l’effuso azzurro esce nel sole l’aquila, e distende in tarde ruote digradanti il nero volo solenne. Salve, Piemonte”! Nel 1898, così principiava Giosuè Carducci la sua lirica intitolata Piemonte.

A distanza di 120 anni EDT, editore italiano (ormai giunto a traguardare il ventiseiesimo anno di attività) delle celeberrime guide Lonely Planet, pubblica un dettagliato volume di ben 400 pagine, efficacemente celebrativo della regione nella sua variegata, prolifica e sorprendente interezza.

Infatti, oltre agli itinerari di maggior riverbero nazionale e internazionale (Torino e i quattro circuitiresidenze sabaude, Sacri Monti, insediamenti palafittici lungo il Lago di Viverone e paesaggi vitivinicoli di Monferrato-Langhe e Roeroclassati Patrimonio mondiale dall’UNESCO), la guida compendia anche siti meno noti, minori forse per le cronache ma, di certo, non in quanto a fascino e autenticità.

In questo senso, parafrasando il titolo di un noto romanzo scritto dal langarolo Giuseppe Fenoglio (1922-1963), essa permette la sperimentazione di una continua Primavera di bellezza, dove le scoperte inattese possono sbocciare sulla sommità di ogni collina, così come dischiudersi dietro la porta di qualunque pieve…

La guida, disponibile in libreria dal mese di Gennaio 2018 e in edicola a partire da Marzo, è stata recentemente presentata presso il Circolo dei Lettori di Torino (Palazzo Graneri della Roccia, Via Bogino 9) nell’ambito di un convegno che, oltre a 3 dei 5 autori, ha visto protagonisti il Direttore di Lonely Planet Italia, Angelo Pittro, nonché l’Assessore regionale alla Cultura e al Turismo Antonella Parigi. Il dibattito è stato moderato per l’occasione da Gian Luca Favetto.

In generale, Pittro osserva subito come pubblicare una guida sia “una scommessa che si cerca di fare in modo ponderato”, consapevoli del profondo mutamento subìto nel corso degli anni dal Lettore, oggi “divenuto sempre più trasversale” nonché lontano dal facile e poco esigente modello bedbaker. Parallelamente, oltre al contenuto, pure la forma deve essere proposta in modo adeguato alla contemporaneità: ciò implica il proliferare di spazi cosiddetti di spalla, contenenti quelle informazioni veloci tipiche della comunicazione digitale. Infatti, prosegue ancora il Direttore di Lonely Planet Italia, “oggi la guida è un ipertesto che ti consente di proseguire la lettura per cercare altrove contenuti di natura interdisciplinare”.

Di interdisciplinarietà parla anche l’Assessore Parigi, secondo il quale la promozione e lo sviluppo del Turismo rappresentano per il Piemonte quella spinta propulsiva di cui abbisognano almeno altri sei settori strategici: Cultura, Agricoltura (visto altresì il massiccio ritorno alla terra da parte delle giovani generazioni), Enogastronomia, Artigianato dell’Unicità e del Saper Fare, Cultura del Paesaggio e Recupero del Paesaggio. “Il Turismo è un settore industriale” – continua l’Assessore – “e senza investimenti non cresce. Prima però occorre che questa visione programmatica, legata a un Turismo di qualità, rispettoso e sostenibile, diventi patrimonio collettivo e condiviso”.

Giacomo Bassi è il primo, fra gli autori presenti, a intervenire. Di stanza per quattro settimane fra Canavese, Biellese e Gran Paradiso, egli sottolinea come la fase documentaria abbia richiesto “pianificazione rigorosa ma anche improvvisazione”, specie nei casi per cui, a fronte di reticenze e di “molti lucchetti che chiudono moltissime porte”, si sia reso necessario “insistere e disturbare altre persone”. Bassi lamenta inoltre lo stato di abbandono culturale e paesaggistico in cui a detta sua versa il Canavese: “un grande buco nero, con emergenze notevoli” ma ricco di zone che, se valorizzate, “possono sorprendere”.

Fra i cinque autori della guida sul Piemonte, Sara Viola Cabras è la curatrice della sezione dedicata alla città capoluogo. Torino: etichettata come “cattiva perché propone una quantità esagerata di cose da fare in qualunque mese dell’anno”, specie per chi la ammira con uno sguardo foresto desideroso di farsi sorprendere.

Sempre per utilizzare noi il titolo di un’altra opera a firma Giuseppe Fenoglio, Sara Viola Cabras (autrice per Lonely Planet anche della guida Torino Pocket) rimarca altresì come la fase di scrittura del testo sia sempre Una questione privata, sensibile al presente e all’anima di chi scrive e dunque, nel caso della guida, indirettamente capace di orientare i gusti e le scelte del fruitore.

Anita Franzon si è invece occupata dei territori di Langhe e Roero, oltre a redigere una succulenta appendice dal titolo Piemonte a tavola (sottinteso…, nel piatto e nel bicchiere). Per cercare di restituire in modo efficace ai Lettori tutto l’entusiasmo colto nei trascinanti aneddoti raccontati dall’autrice (indizi di una terra amena e distesa così come distesi sono i suoi soavi vigneti), abbiamo deciso di lasciare la parola a tre autorevolissimi autoctoni, certi che le loro plastiche descrizioni sapranno, meglio di qualsivoglia altra formula, restituire appieno la genuina grandezza culturale e paesaggistica di luoghi preziosi…, che “non si perdono”…

 

Pioveva su tutte le Langhe, lassù a San Benedetto mio padre si pigliava la sua prima acqua sotto terra”.

[Giuseppe Fenoglio, dal romanzo La malora, 1954]

 


Sapevo di sognare. La salita era ripida, il sentiero appena tracciato tra le erbe andava su con brusche curve, ogni tanto rabbuiandosi tra le acacie che si sporgevano a grappoli, a ombrello. Tutto pareva felice intorno, in un ordine e silenzio assoluti. Sul sentiero, isolate o a mucchi, secche nel fango, erano le forme biforcute e larghe dei buoi, e altre, appena accennate, minuscole, forse di cani, di volpi. E ogni tanto, tra i fili d’erba asciutta, apparivano i coni leggeri, granulosi dei formicai. La luce era ancora alta, morbida come il pelo di un coniglio, ben tesa nella sua celeste uniformità di dopo il tramonto”.

[Giovanni Arpino, dal romanzo L’ombra delle colline, 1964]

 


La vita va vissuta

lontano dal paese: si profitta e si gode

e poi, quando si torna, come me a quarant’anni

si trova tutto nuovo. Le Langhe non si perdono”.

[Cesare Pavese, dalla raccolta di poesie Lavorare stanca, 1936]

 

 

Di seguito vengono riportati gli estremi dell’opera in oggetto.

Piemonte – Guida Lonely Planet
1ª edizione, EDT
400 pp. l 48 pp. a colori
ISBN 978-88-5923-951-2
Prezzo: 23.50 euro

 

 

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Articolo pubblicato il 14/02/2018