Cronache criminali del passato.

La fine di un lungo supplizio, a Casalnuovo provincia di Napoli (1910).

Prosegue la nostra ricognizione fra le copertine del giornale parigino “L’Oeil de la Police” dedicate a episodi di cronaca nera avvenuto in Italia.

Nel numero 82 del 1910, sotto il titolo “La fine di un lungo supplizio”, è narrato il caso di follia di un uomo che, in provincia di Napoli, ha sequestrato in casa i suoi familiari, evento che al tempo trova riscontro con un analogo episodio avvenuto a Parigi, nel quartiere di Vaugirard, e che ha avuto come protagonista il farmacista Jean Parat, sposato da dieci anni e padre di cinque figli, geloso della moglie in modo patologico.

Ecco il testo che accompagna la copertina: «Si ricorda l’emozione causata nell’intera Francia per la scoperta del lungo martirio fatto subire alla moglie dal farmacista Parat, oggi internato.

Un fatto più pauroso ancora è stato rivelato in questi giorni.

Un uomo sequestrava da cinque anni sua moglie e i suoi undici figli. Questo torturatore, colpito da tempo da una pazzia pericolosa, è un ricco negoziante di Casalnuovo in provincia di Napoli.

Aveva fatto murare tutte le finestre della sua abitazione, lasciando soltanto un passaggio munito di inferriata aperto nella parte superiore.

Incatenati in una camera scura, custoditi da cani feroci, i disgraziati avevano per solo nutrimento poco pane con uova, di tempo in tempo, e per bevanda unicamente acqua. Il padre senza risparmiarsi, vegliava notte e giorno sui suoi prigionieri e, al minimo rumore, minacciava di morte gli infelici detenuti.

Tuttavia, uno dei figli, di 22 anni, riuscì negli ultimi tempi a blandire il padre e a uscire alla sera dalla casa nel giardino che la circonda. Ne approfittò per far avvertire i Carabinieri. Questi cominciarono immediatamente l’assedio della villa e, malgrado i cani che si dovettero abbattere prima di arrivare fino al torturatore, questo fu catturato, dopo una terribile lotta.

Si poté così liberare i figli e la madre, che portavano i segni delle privazioni sofferte. I loro vestiti erano solo più degli stracci.

Il padre è stato portato all’ospizio degli alienati».

Non saprei cosa aggiungere a questa notizia che di tanto in tanto conosce ulteriori manifestazioni, sia pure con qualche variante.

Preferisco commentare la figura della copertina, opera di un valente, anche se sconosciuto, disegnatore che ha saputo condensarvi sapientemente l’intera scena: al centro il carabiniere che lotta col padre torturatore, sulla destra e in primo piano i feroci cani, uno abbattuto e l’altro che tenta di aggredire un militare che si difende sparando, a sinistra il coro dolente dei sequestrati con la ciotola del magro cibo. Tutto questo conferisce alla scena una teatralità affascinante anche se probabilmente lontana dal vero.

Unico difetto: i copricapi dei Carabinieri, le lucerne, non sono disegnate in modo corretto, perché appaiono piuttosto piccole e molto simili ai bicorni dei soldati francesi!

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Articolo pubblicato il 24/02/2018