Olimpiadi 2026 a Torino?

Tra Appendino che non si pronuncia e Sala che vuole un pezzo a Milano, nasce il caso Olimpiadi

E’ notizia degli ultimi giorni che il Presidente del CONI Malagò, in trasferta in Corea del Sud per le Olimpiadi invernali in corso di svolgimento, sia intenzionato a riproporre i Giochi Invernali 2026 nel nostro paese e in particolare a Torino dove, per via di parte delle strutture già presenti, i costi sarebbero più bassi e di questi tempi anche una Olimpiade low cost potrebbe rivelarsi un’ottima proposta.

Come al solito, quando Torino si prepara a organizzare un evento, ecco che Milano si fa avanti, sempre in virtù di quel leit motiv della sinergia con Torino che favorirebbe la macroregione, quando, in realtà, è sempre il capoluogo meneghino a voler beneficiare di tutto (vedi Expo e Salone del libro).

A sentire molti manager, intellettuali, politici, la coesione tra i due capoluoghi del centro-nord è un qualcosa da promuovere, sostenere, poiché alla fine per un Milanese (ma vale anche per noi sabaudi) il tempo impiegato per andare a vedere un evento a Rho Fiera è grosso modo lo stesso che ci impiegherebbe per venire a Torino.

In questa visione, tuttavia, manca un piccolo grande particolare: il costo del biglietto di un bus per andare sino a Rho Fiera costa qualche euro, mentre quello di un Freccia Rossa per Torino di euro ne costa circa trenta!

L’idea, dunque, che per i turisti non faccia alcuna differenza recarsi a una mostra a Milano o a Torino oppure andare a 150 chilometri di distanza in poco meno di un’ora poiché venendo in Italia non è che starebbero a guardare i 60 euro in più o in meno per andata e ritorno col treno tra un capoluogo e l’altro è un’idea che non favorirebbe certo i cittadini delle due città, visti i consistenti costi dell’alta velocità.

Torniamo, però, alla faccenda Olimpiadi Invernali per il 2026. La scorsa settimana, Sala, sindaco di Milano, è venuto a presentare il proprio libro appena uscito presso il Circolo dei Lettori e in quell’occasione ha parlato di come per le Olimpiadi si potrebbe profilare una collaborazione tra la Valtellina e le montagne olimpiche torinesi.

Il prossimo comitato olimpico si darà appuntamento proprio a Milano per decidere la futura sede di svolgimento delle Olimpiadi 2026 e, da regolamento, la città ospite di un tale comitato non può presentarsi come sede di svolgimento della manifestazione.

Milano, tuttavia, proverà la strada dall’autocandidatura, quella stessa Milano che recentemente ha fatto pressione per non essersi vista assegnata la sede del Farmaco andata all’Olanda.

Milano, insomma, fagocita, o cerca di farlo, tutto ciò che è disponibile in termini di eventi, mostre, rischiando di far diventare l’Italia, da sempre più capace di altri Paesi di distribuire più equamente sul proprio territorio cultura, appuntamenti, storia, arte, una Nazione sempre più Milano-centrica come se, per via della solita alta velocità, gli Italiani potessero e volessero continuamente fare pellegrinaggi nella città meneghina per poter lavorare o partecipare a eventi.

Nella faccenda Olimpiadi, c’è purtroppo da aggiungere il solito scoglio dell’Amministrazione Comunale di Torino, dal momento che, anche su questa questione, il sindaco Appendino rimanda tutto al dopo elezioni, sempre per via del terrore di venire strumentalizzata nella campagna elettorale, ben sapendo che la scadenza per presentare il dossier di candidatura è il 31 marzo.

La campagna elettorale del M5S, dunque, fa fare un pit stop ad Appendino, mentre quella del PD non preoccupa Sala che corre lo stesso sul circuito delle opportunità, naturalmente per Milano.



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Articolo pubblicato il 16/02/2018