La peggior campagna elettorale mai fatta.

Ecco perché siamo di fronte a uno spettacolo indecente.

Il dubbio nasce spontaneo, e si concretizza giorno dopo giorno.
Una certezza sembra formarsi nella mente del telespettatore che, inerme, si informa quotidianamente sull’avanzare della vita politica. Giornali, programmi radio, interviste, talk, dibattiti, tutto sembra indirizzare il nostro a porsi una domanda lecita : non è che si tratti della peggiore campagna elettorale mai fatta?
Eppure l’elettore italico dovrebbe essere avvezzo a certi spettacolini mediocri, ma qui, penserà tirando giù l’ennesimo sorso di birra mentre dallo schermo che gli illumina il volto la figura della Boldrini inveisce contro il leader della Lega, si sta decisamene toccando il fondo.
E riordinando i pensieri cercherà di dare una spiegazione a ciò:

1) Balle, cazzate, favole, frottole, iperboli, panzane.
Le promesse che si sono accavallate in queste ore rasentano il ridicolo, non tengono in considerazione la crescita del Paese, né di cosa realmente necessità, ma sono buttate lì per soddisfare gli istinti degli italiani. Uno propone il reddito di cittadinanza? L’altro scopiazza un reddito di dignità aggiungendo soldi per tutti. La Fornero? La si cancella! Il canone Rai? Pure. Giù Ires, Irap annuncia uno, condoni edilizi e pace esattoriale propone l’altro. La gara a chi la spara più grossa sembra non aver fine, specie se tanto ci si nasconderà dietro il solito “non l’abbiamo fatto perche privi di maggioranza”. E il bello è che mancano ancora due settimane al voto.
Una vita in vacanza è il titolo di una canzone o il nome della prossima proposta?

2) Accuse personali et bassezze.
Per carità, in politica tutto è lecito, e l’affermazione di una parte può anche passare attraverso l’accusa dell’altra. Basta non esagerare, ed è quello che sta capitando in questi giorni: un tutti contro tutti in cui ogni indagine, spiffero, accusa viene utilizzata per gettare fango sugli avversari. Il figlio di De Luca viene usato dal M5s come piede di porco per sventrare la già debole cassaforte Pd, il quale risponde attraverso Rimborsopoli e la mancata restituzione di alcuni stipendi grillini.
Nelle ultime ore è saltato fuor che il Capitano De Falcocandidato M5S- avrebbe (il condizionale è d’obbligo) picchiato la moglie. Apriti cielo!
Se poi è tutto falso o meno è un dettaglio secondario di relativa importanza.
Offese, insulti, e violenze verbali non mancano nemmeno sul web, dove circolano quotidianamente bufale, e ripensar alle parole di Eco vien quasi naturale: Internet ha dato diritto di parola a legioni di imbecilli…

3) Anche i morti entrano in campagna elettorale.
E qui il riferimento è ai fatti di Macerata e alla povera Pamela, che invece di essere lasciata in pace viene continuamente tirata per la giacchetta, con la sinistra “bene” che accusa Salvini d’aver armato la mano di Traini, autore della folle sparatoria verso sei migranti, mentre lo stesso leader leghista non perde occasione  di accusare tutto il partito di governo d’aver permesso la morte della ragazza.
Lo stesso, squallido, giochino lo si assiste ogni volta che un barcone si rovescia in mare.
Colpa tua, no colpa tua, e intanto siamo riusciti a ricreare rossi contro neri nel 2018, miracolo all’italiana.

4) Assenza di un dibattito.
In un paese serio, in una serata di campagna elettorale, si sarebbe preso un giornalista considerato dai più imparziale e si sarebbe disputato un dibattito con i leader coinvolti. Perché no, sulla Rete Nazionale.
Un bel face-to-face che magari non sarebbe servito a nulla dal punto di vista dei voti spostati, ma almeno avrebbe assicurato competizione sui temi, e un briciolo di sportività. E invece gli sfidanti preferiscono lanciarsi frecciatine senza mai incrociarsi a duello. Ma forse l’errore sta nell’incipit: in un Paese serio …

5)  Legge elettorale astrusa.
Dunque si tratta di un proporzionale corretto al maggioritario, una specie di ibrido che favorisce le coalizioni visto lo sbarramento del 5%, con listoni bloccati, seggi sono uninominali dove se un candidato arriva primo in due seggi allora lascia il posto libero al secondo, poi per non restare fuori dal Parlamento si sono inventati i seggi plurinominali in cui son presenti i big, ma attenzione che le quote femminili fortemente volute sono sfasate in quanto grazie a questo meccanismo se uno avanza poi può …. ok mi sono perso, ma forse l’importante è il punto successivo.

6) Certezza del non vincitore.
Ossia al 90% la mattina del 5 marzo ci sveglieremo senza che una coalizione – partito - movimento possa avere il numero di deputati minimo per eleggersi un governo. Soluzione? O si andrà a rivotare (con la stessa legge elettorale, avendo con ogni probabilità risultati uguali a quelli ottenuti in precedenza), o si avrà la famosa coalizione nazionale, il Renzusconi da tanti evocato. Per questo motivo movimenti come Lega e Fratelli d’Italia si stanno muovendo impegnandosi per evitare alleanze trasversali post-voto.
Di Maio sabato sera da Torino ha aperto una terza strada, la sua, quella per cui se il M5S dovesse arrivare primo- e ci arriverà- proporrà di governare con una propria squadra di ministri guidati ovviamente da lui, chiedendo alle altre forze politiche di appoggiarlo e sostenerlo. A me, detta in tutta onestà, mi pare fantascienza.

Allora, ce l’ha fatta il telespettatore a convincervi si tratti della peggior campagna elettorale mai fatta?

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Articolo pubblicato il 20/02/2018