Regione Piemonte. Non funziona il numero unico europeo dell’emergenza 112

Batzella (MLI) “A Distanza di un anno i problemi non sono ancora risolti. Richiesta audizione in Commissione Sanità”

Avrebbe potuto assurgere a fiore all’occhiello del nostro sistema sanitario e di ogni intervento d’emergenza richiesto, l’introduzione del numero Unico d’emergenza d’emanazione europea, 112.

Invece dopo un anno, continua ad rappresentare una zavorra controproducente.

Avevamo raccolto a fine estate le doglianza della consigliera regionale Stefania Balzella e di un capogruppo di maggioranza.

Si erano fatti portatori delle proteste delle categorie interessate, dai medici, agli infermieri, sino ai Vigili del Fuoco, Forze dell’Ordine e addetti all’intervento per altre emergenze. Tutti concordi nel denunciare gli errori d’impostazione, dovuti alla grande superficialità di coloro che seguono l’iter del dispositivo di emergenza.

Da quando è entrato in funzione il 112, Numero Unico Europeo (NUE) dell’Emergenza, ci precisa la consigliera Stefania Batzella (MLI), gli standard di attivazione dei soccorsi sono notevolmente peggiorati. Tempi di risposta molto lunghi, localizzazioni errate, mancati allertamenti, inoltro di chiamate ai servizi sbagliati e ritardi nelle attivazioni sono soltanto alcuni dei tanti disagi che si verificano in continuazione”.

Si producono disagi che vanno ad aggiungersi alla mancata informazione alla popolazione sull’esistenza stessa del servizio e alla scarsa comunicazione tra gli operatori dei diversi enti del soccorso. Infatti, a fare le spese del disservizio è come al solito il cittadino-utente, che in caso di bisogno rischia di attendere invano il soccorso richiesto.

Il “112”, prosegue Batzella, è stato attivato da più di un anno e dovrebbe consentire, con la geolocalizzazione, di mettere rapidamente in contatto i cittadini con gli operatori o con le forze dell’ordine, a seconda della tipologia di chiamata. Ma in realtà il servizio di geolocalizzazione non funziona correttamente, provocando ritardi e addirittura mancati allertamenti. Inoltre la Centrale Unica di Risposta del servizio non dispone di connessione internet ed è isolata dagli altri operatori del settore”.

Nei giorni scorsi le rappresentanze dei lavoratori delle sale operative e le sigle sindacali della Sanità, della Polizia di Stato e dei Vigili del Fuoco, hanno inviato alla Commissione Sanità della Regione un documento contenente i criteri per attuare sul territorio soluzioni interforze, sollecitando un’audizione congiunta già richiesta alla Commissione nei mesi scorsi ma ancora non calendarizzata.

Sarebbe davvero ora, commenta Stefania Batzella, che l’assessore si decidesse a prendere in esame il problema e si adoperasse per creare sinergie in grado di ottimizzare i tempi e offrire un servizio di qualità alla popolazione”

Cosa propone, consigliera, in relazione alla presa di posizione delle categorie interessate?

Urge creare sale unificate in modo da coinvolgere tutti gli enti preposti al fine di lavorare in sinergia e a stretto contatto. Coò produrrebbe anche un significativo risparmio di denaro pubblico come ad esempio è stato messo in atto dalla città di Madrid”

A margine delle precedenti denunce, era emerso che alla base del cattivo funzionamento del nuovo sistema d’emergenza, s’intravedeva la caparbietà di qualche oscuro burocrate refrattario a prendere in considerazione ogni consiglio.

Se, a quanto pare non sono stati adottati i provvedimenti del caso, ci permettiamo di rammentare all’Assessore il dovere in capo alle autorità preposte a tutelare la salute e la sicurezza dei cittadini, invece di mantenere in servizio dipendenti incapaci che, a quanto si dice, sono anche presuntuosi.

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Articolo pubblicato il 20/02/2018