Caf presi d'assalto per il reddito di cittadinanza, ma il problema non è dei 5 stelle.

La mezza bufala gira in rete, ma solo uno sciocco può sottovalutarne l’entità.

 

C’e una notizia che da qualche giorno circola in internet e di cui se n’è occupata anche la stampa Nazionale.
Alcuni Caf sarebbero stati presi d’assalto da cittadini che, vista la vittoria del M5S e la relativa proposta, pretenderebbero il reddito di cittadinanza.
I Centri d’assistenza fiscale interessati sarebbero quelli del Mezzogiorno (specie quello di Porta Futura a Bari), così da indurre il lettore medio a ironizzare su quanto sia scansafatiche l’elettore meridionale di turno. E a gettare discredito sul Movimento 5 stelle che avrebbe approfittato di questa voglia di assistenzialismo per fare bottino pieno tra le regioni del Centro Sud.

La notizia, ripresa con grande enfasi anche da Gramellini nel suo “caffè” sul Corriere della Sera, e dalla Repubblica per mezzo della sua versione online, serve a irridere il popolino stolto, quasi a creare un solco tra l’elettore del centrosinistra illuminato e pronto a votare su nobili interessi, quello leghista/ berlusconiano dedito al lavoro e produttivo rispetto a quello grillino volenteroso di assicurarsi il compenso standosene con le mani in mano. Lo stereotipo atavico del terrone parassita sembra non volersene andare via dall’immaginario di molti, anzi continua a regalare grasse risate, anche vista la piega che la notizia ha preso su facebook and Co.

Andando però a scavare nella notizia, ci si accorge che non c’è stata alcuna fila da nessuna parte.
C’e stata, semmai, una legittima richiesta di informazioni da parte di qualche decina di persone a Bari, nulla di più.
E’ abbastanza pacifico che un individuo, certamente poco informato, sentendo si parli di una cosa che potrebbe interessargli da vicino, si rechi al Caf per fare due domande. E comunque si è trattato di casi isolati, ben lontani dalle masse oceaniche descritte da qualche testata.
In un Paese di 60 milioni di persone capita di trovare quello un pò "grullo", ignorante del fatto che una legge prima di essere introdotta deve essere come minimo proposta, discussa e approvata dal Parlamento: ad oggi un processo lunghissimo poichè persino privi di un Governo.

La fake news, però, oltre a far sorridere, dovrebbe anche far riflettere una certa sinistra sul ruolo che ha (o che non ha) all’interno del popolo. Magari dovrebbe aprirle gli occhi, evidenziando come sia ormai incapace di comunicare con le masse deboli e povere del Paese, e preferisca farsene gioco con malcelata superiorità.
I partiti che storicamente si facevano garanti dei lavoratori, ora sono èlitari, piacciono ai ricchi (vedasi il voto schiacciante che il Pd ha ottenuto alla crocetta di Torino, per esempio, o gli endorsement ricevuti dal mondo industriale-finanziario), mentre i disoccupati sono ignorati se non derisi.

Non è sciocco sostenere che i Movimento 5 stelle abbia sostituito, almeno in parte, la sinistra, icarnandone sogni e desideri: proporre un redito di cittadinanza diretto ai disoccupati è una misura che assicura una valanga di voti in un paese in cui a lavorare sono sempre meno. Quali sono state le proposte provenienti da LeU/ Pd volte a tutelare chi un lavoro non ce l’ha da anni?
Uno studio condotto dall’istituto Swg ha rilevato che il 35% di chi votava il Pci nel 1987 oggi vota il Movimento di Di Maio, confermando questa sensazione: il travaso di voti, da rossi a gialli continua da anni, senza che nessun dirigente dem abbia mai provato a arginare ciò.

 A certa sinistra sono rimaste le discussioni sullo Ius soli, la Leopolda, l’infinita propaganda antifascista, qualche intellettuale impegnato e un certo atteggiamento di superiorità.
Ma per tornare  essere credibili e votati bisognerà scendere dal piedistallo e cercare di prestare orecchio a chi per anni è stato inascoltato. A chi oggi vede come unico interlocutore il M5S.

 

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Articolo pubblicato il 10/03/2018