L’EDITORIALE della DOMENICA di CIVICO20NEWS – Enrico S. Laterza : Avrà i Grillini in Capo?…

Oppure Salvini? Quel Mattarello del Presidente che magica soluzione tirerà fuori dal cilindro quirinalizio per dare un governo agli ingovernabili italioti?

The unspeakable in full pursuit of the uneatable” (“l’indicibile all’incalzamento dell’immangiabile”), nella famosa salace definizione che Oscar Wilde affibbiò al gentiluomo-di-campagna inglese al galoppo sul proprio corsiero purosangue per una battuta di caccia-alla-volpe, sarebbe da tradurre, nel caso di noi italioti reduci dalle indigeribili elezioni di domenica passata, il fatidico 4 marzo 2018, in “gli ingovernabili alla disperata ricerca d’un governicolo” (in ossequio all’altrettanto celebre aforisma “inutilitarista” del Mascellone, o di Giolitti o Churchill o chissachì). Insomma, il popolino-bovino va in vacca.

 

Sic transitat vanagloria immundi: frequentemente assistiamo con gioiosa meraviglia alla rapida ripida parabola dei partitini e partitoni contemporanei (estemporanei?), l’irresistibile ascesa e discesa, fioritura e sfioritura precoce del Giglio Magico Pidì, ad esempio, dagli altarini al polverone; lo stesso M5S triumphans, in auge, almeno al momento, rischierà forse in futuro una sorte simile, dalle stelline alle stallone.

 

E, coi compagnucci sorciverdini che abbandonano in-fretta-e-furia il medesimo medusiano zatterone nazionalrenzista, affondato dal recente responso delle urne – innominabile consequentia errorum, cioè colpa della tracotante sicumera del suo gradasso pallonaio timoniere rignanese, ripetutamente spalmatosi a-tutta-birra contro il muraglione del suffragio, peggio di Wile Coyote, ed auto-rot-ta-ma-to-si (ma che, sgonfiato, continuerà comunque a galleggiare egregiamente, anche dopo le forzate dimissioni da segretario e le retropugnalate dei sinistri ex amichetti, ritirandosi poi alla Calenda greco-romana, pure in quest’occasione, vedrete) –, mentre il mummificato mascherone plastico del Cava/liere dimez/zato, azzoppato, ha dovuto subire l’onta di scoprirsi largamente superato, in percentuale, dai palafrenieri leghisti (ci sarà rimasto di stucco e princisbecco!), i due campioncini stravincenti, il girovago gigionesco “Giggino” Di Maio, l’inalleabile pentastrale, e il neo-lepeniano antieuropeista Salvini, cui mancano, però, parecchi (dis)onorevoli voltagabbana “inciuciosi” per raffazzonare una maggioranza sufficiente ad ottenere la fiducia delle Camere, si propongono entrambi a candidati nocchieri al soglio di Palazzo Chigi, “prua” della malconcia barcaccia del nostro Stivale (sempre evocando motti del mai morto Ventennio). Appunto.

 

Quale scegliere?

 

Alla Mattarella della Repubblica spetta l’ardua sentenza. Un grattacapo per il Capo (dello Stato), che avrà i grillini (sparlanti) per la testa… Senza recarsi a udirli cantare, s'auspica.

 

Troverà la quadra? Sembrerebbe quasi un miracoloso gioco-di-prestigio da illusionista o prodigio da negromante: ci riuscirà, a tirar fuori il presidente-del-consiglio dal cilindro quirinalizio? Boh?!

 

Sennò, un nuovo tuffo nel v(u)oto.

 

Enrico S. Laterza

 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/03/2018