Olimpiadi invernali 2026: un'opportunità per Torino o nuovi problemi?

Il riferimento al 2006 è inevitabile

Egregio Direttore,

visto che a Torino si parla molto delle Olimpiadi del 2026, e si ricordano quelle del 2006, trovo giusto evidenziare alcune cose che meritano di una certa attenzione quando si parla di Olimpiadi Invernali.

Riguardo al 2006 possiamo iniziare dalle strutture in ferro arrugginite in giro per la città, oppure, i Giandujotti in piazza Solferino messi e poi tolti, oppure, del Moi che ospitava gli atleti e adesso ospita abusivi e clandestini. Per non parlare degli impianti abbandonati nelle vallate olimpiche, e a tutte le spese fatte con troppa facilità!  Se quella del 2026 dev'essere la fotocopia del 2006 meglio lasciar perdere, perchè a Torino non ci sono persone preparate per fare queste cose!

Meglio occuparsi di sicurezza e di clandestini, visto che la città è invasa da spacciatori e delinquenti stranieri che raramente finiscono in galera!

 

Mariberto

 

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Carissimo lettore,   

le Sue  osservazioni  ci riportano indietro nel tempo, nel momento storico per la Città che vedeva aprirsi un nuovo orizzonte che avrebbe aperto "auree" vie di sviluppo commerciale ed economico oltre che sportivo. 

Sicuramente hanno prodotto un flusso di presenze che tutto il mondo ci ha invidiato, ma quanto sia costato alla stessa Città non è ancora quantificabile in maniera precisa ed inequivocabile.

Le uniche certezze, purtroppo, sono i ruderi sparsi nelle "Vallate Olimpiche", testimoni, è pur vero, di un evento che l'allora Sindaco Sergio Chiamparino portò a conclusione dopo il trionfante sbarco a Caselle con il vessillo olimpico.

Più volte mi è capitato di visitare, per cronaca d'informazione, i siti abbandonati quali i trampolini del salto di Pragelato e la pista di bob a Cesana: ebbene, le opportunità si sono, purtroppo, concretizzate nell'abbandono per gli elevati ed insostenibili costi di eventuale utilizzazione.

Le altre citazioni che Lei attentamente sottopone alla nostra attenzione, uno per tutti il MOI trasformato in rifugio per profughi e quant'altro, sono lo specchio di un prosieguo che non ha rispecchiato le aspettative.

Ritornando alle "Vallate", le ultime nevicate, inconsuete da troppi anni, avrebbero dato un sicuro aiuto per l'utilizzazione costante degli impianti che sono vere e proprie cattedrali nel deserto, e mi perdoni l'audace accostamento.

Le ricordo che, a proposito di Pragelato, ci furono dei contatti con Nazionali nordiche per i trampolini da destinare a strutture d'allenamento, ma non se ne fece nulla per i troppo alti costi complementari.

Tuttavia non me la sento di condannare un possibile atout vincente se giocato nella maniera giusta; ma qui sta il problema vero.

Pare che l'attuale Amministrazione comunale, dopo una iniziale posizione negativa, abbia aperto alla possibilità di concorrere concretamente all'aggiudicazione organizzativa dell'evento in calendario fa otto anni.

Progetto ambizioso che tradisce la certezza di durata del mandato anche in seconda aggiudicazione, cioè nei secondi cinque anni concessi dall'attuale legge amministrativa.

Diversamente, sarebbe un'eredità piuttosto pesante per chi dovesse subentrare alla Giunta Appendino per cui penso, o meglio spero, che chi siede sui banchi della minoranza si stia già preoccupando anche di questo.

Gli altri problemi che lei ricorda fanno parte di capitolati di spesa ben definiti, forse.

Per cui non resta che attendere l'esito della competizione organizzativa; molti pensano che le Olimpiadi Invernali del 2006 siano state determinanti per la crescita della città di Torino ed il suo sviluppo culturale, commerciale ed economico.

Sul culturale, posso anche essere d'accordo: per il resto, La rimando alle ultime disavventure che sta vivendo in posti di lavoro che sfumano dall'oggi al domani da ormai troppo tempo.

Oggi Civico20News compie sette anni e questa è l'occasione per festeggiare con Lei che ci segue con attenzione critica e costruttiva.

Cordialità da tutta la Redazione.

 

       

        Civico20News

      Massimo Calleri

Direttore Responsabile

 




 



 

 

 

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Articolo pubblicato il 11/03/2018